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10 idee per trarre il meglio dall’advertising su Instagram

08 Ottobre 2018

10 idee per trarre il meglio dall’advertising su Instagram

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Certamente non bastano più le sole belle foto per fare una campagna di effetto. Occorrono strategia ed esecuzione.

Instagram è da qualche tempo un canale molto ambito da aziende e professionisti per pubblicizzare prodotti, iniziative, marchi. Non si va da nessuna parte, però, senza una strategia solida e senza valorizzare nel modo giusto le immagini e le storie che intendiamo raccontare. Ecco dieci consigli pratici e precisi.

1. Immagini potenti

Le immagini che scegliamo per l’advertising, ancor più di quelle che andranno a popolare il piano editoriale del nostro account, devono essere potenti nel raccontare il messaggio che vogliamo far arrivare al nostro pubblico. Smettiamo di cercare di dire più cose alla volta con una stessa campagna: una campagna deve avere un unico forte contenuto da trasmettere. Se abbiamo tante cose da dire, programmiamole in diverse campagne pubblicitarie da spalmare nel corso del tempo.

Per far sì che il messaggio arrivi forte e chiaro, ci servono immagini non troppo complesse e che richiedono troppa attenzione a chi le vede. Devono essere immagini favolose (come sempre!) e trasmettere in maniera chiara un unico messaggio.

Non dobbiamo avere paura di mostrare il prodotto o il brand, a patto che si trovino dentro un’immagine ben costruita, che racconta una storia, elemento essenziale per la piattaforma.

Pubblicità Carrera su Instagram

Carrera mostra il prodotto all’interno di un’immagine che racconta una storia di viaggio.

2. Niente testo sulle immagini.
Proprio come Facebook, anche Instagram tende a penalizzare le immagini per l’advertising che contengono troppo testo, che vengono considerate troppo commerciali e pertanto invasive per l’utente.

In generale, quindi, è consigliabile utilizzare immagini che non contengono alcun tipo di testo. Se non possiamo evitarlo, è importante mantenere la percentuale di spazio occupata dal testo inferiore al 20%. Per essere certi di non esagerare con il testo, esiste un tool apposito che misura la percentuale di testo sull’immagine. Si può sottoporre l’immagine alla misurazione del tool all’indirizzo https://www.facebook.com/ads/tools/text_overlay oppure all’interno di Creative Hub attraverso la voce Verifica il testo delle immagini.

3. Call to action unica.
Se stiamo investendo in advertising è perché abbiamo bisogno di raggiungere qualche tipo di obiettivo, pertanto è bene esplicitare in maniera molto diretta l’azione che desideriamo venga eseguita dal nostro target.

Dare una call to action unica e inequivocabile

Una call to action inequivocabile, sia nel testo che nel pulsante.

Vogliamo aumentare la notorietà di un nuovo prodotto? Invitiamo chi ci legge a visitare la landing page dove ne raccontiamo ogni dettaglio. Vogliamo aumentare i download della nostra nuova app? Chiediamo chiaramente di scaricarla. È importante specificare qual è la call to action all’interno del testo che accompagna l’immagine, ma anche aiutarsi con i pulsanti che possiamo inserire in alcuni dei formati di advertising di Instagram.

4. Creare contenuti esclusivi.
Condividere con il target contenuti davvero esclusivi e se possibile personalizzati crea una relazione di intimità e fiducia. Se ne abbiamo la possibilità è dunque consigliabile creare campagne che facciano sentire le persone comprese, “coccolate”, speciali.

Creare una relazione di intimità e fiducia con il pubblico attraverso contenuti esclusivi

Barilla ha scelto il fotografo Simone Bramante per realizzare una serie di scatti che descrivono la passione per la pasta.

5. Il giusto segmento di target.
Non c’è nulla che funzioni meglio di un contenuto che sembra scritto apposta per chi lo legge. Fa sentire ascoltati, compresi, e crea empatia tra l’autore del contenuto e il suo fruitore. Per questo motivo è importante riflettere sempre sui diversi segmenti di cui si compone il pubblico a cui rivolgiamo il nostro messaggio. La piattaforma di advertising di Facebook, come abbiamo visto poco sopra, è assai raffinata nella sua capacità di identificare profili molto specifici: sfruttiamola! Lo stesso prodotto può essere comunicato con un taglio diverso a seconda che ci dirigiamo a donne o uomini della stessa fascia d’età, o a persone sposate o single che appartengono comunque al nostro target. Spesso può avere senso sezionare il budget per creare più gruppi di inserzioni diretti a segmenti più specifici anziché un’unica campagna diretta al nostro macro-target.

6. Cominciare con piccoli esperimenti.
Quando ci avviciniamo al mondo dell’advertising le incertezze sono sempre numerose: quanto bisogna investire? Quali sono i numeri che si possono considerare di successo? Quali quelli da considerare fallimentari? Le domande sono molte e purtroppo di risposte universali non ce ne sono: spesso ogni prodotto, ogni brand, ogni mercato è un mondo e non si possono fare stime davvero realistiche su come andranno le cose fino a che non si prova sul campo e si impara dall’esperienza. Per questo motivo è molto utile cominciare con piccoli test. Iniziare a fare advertising investendo budget importanti senza avere un’idea di come funziona la nostra fetta di mercato è quantomeno rischioso. Molto meglio cominciare investendo piccoli budget su campagne test che servono per raccogliere informazioni su come reagisce il target a diverse tipologie di inserzioni, quanto costa in media ogni azione, quali sono i contenuti che sembrano essere apprezzati di più e di meno. Solo dopo un po’ di esperienza possiamo arrivare ad avere qualche risposta alle nostre domande e sapere quanto, dove e come è meglio investire.

7. Usare i test A/B.
Abbiamo visto che esiste la possibilità di testare diverse variabili quando non siamo convinti che una soluzione sia più efficace di un’altra. Quale di questi due segmenti di pubblico sarà più ricettivo al messaggio? Con quale ottimizzazione dovrei procedere? Quale di queste due immagini sarà più efficace? Usare questa opportunità è consigliabile per muoverci sul campo non in base alle sensazioni che abbiamo “di pancia” ma a qualche evidenza numerica.

8. Usare pubblici personalizzati.
La targetizzazione su pubblici personalizzati è molto utile per intercettare persone che già ci conoscono (perché sono iscritte al nostro database, seguono la nostra pagina Facebook o sono clienti del nostro e-commerce), invitandole a compiere l’azione che ci interessa. Per esempio, se dobbiamo lavorare sulla loyalty e spingere i nostri clienti a comprare ancora nel nostro shop online, possiamo creare una campagna targettizzata solo sui clienti effettivi presenti sul nostro database per proporre loro un’offerta esclusiva. Se invece dobbiamo spingere il nostro nuovo account Instagram, possiamo targettizzare una campagna che invita a seguire l’account su tutti coloro che seguono già la nostra pagina Facebook.

9. Usare pubblici simili.
Utilizzare il pubblico simile è molto utile nel caso volessimo raggiungere persone che abbiano un profilo simile al pubblico che già segue la nostra pagina, ha già acquistato sul nostro e-commerce o è iscritto al nostro database. Andando a intercettare i “sosia” di un pubblico personalizzato abbiamo maggiori possibilità di essere rilevanti.

Creare pubblici simili a scopo pubblicitario su Instagram

La creazione di un pubblico simile.

10. Cercare idee nei numeri.
Realizzare una campagna senza osservarne i risultati rappresenta uno spreco di opportunità: al di là dell’analisi, non c’è altro modo infatti di fare una conoscenza più approfondita del target a cui si rivolge una marca, di quali sono le sue preferenze, le sue attitudini, di cosa ama e cosa invece no. Strutturare un’osservazione puntuale al termine di ogni campagna è quindi un momento strategico che oltre a portare conclusioni rispetto all’attività appena svolta può anche costituire uno spunto prezioso per nuove idee.

Un ultimo promemoria. È bene rispettare le normative pubblicitarie di Instagram in merito all’advertising consultandole a questo link: https://www.facebook.com/policies/ads.

Studiare i risultati per lavorare meglio in futuro

Una volta creata una campagna, possiamo in qualsiasi momento modificarla o fermarla se ci accorgiamo che i risultati non sono quelli sperati, e al termine di una campagna possiamo andare ad analizzare i risultati che ha raccolto per imparare a fare scelte sempre più giuste in futuro.

Questo articolo riprende concetti del capitolo 6 di Instagram Marketing.

Instagram Marketing

Fotografie. Storie. Marketing.

L'autore

  • Chiara Cini
    Chiara Cini, oltre dieci anni di esperienza nella comunicazione digitale, ha sempre vissuto e lavorato in Rete curando progetti e contenuti per importanti brand come Fox, Nescafé Dolce Gusto, Eden Viaggi, Buitoni, Formaggino Mio e molti altri. Oggi è docente e consulente per aziende e professionisti che vogliono cogliere le opportunità del Web per raggiungere obiettivi di comunicazione e marketing. Insegna Digital Advertising all'ESIC Business & Marketing School di Madrid.

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