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5 risposte su… come produrre creatività utile con il Design Thinking

26 Agosto 2020

5 risposte su… come produrre creatività utile con il Design Thinking

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Generare idee per nuovi prodotti, servizi o modelli di business senza paura di restare bloccati.

Di che cosa parliamo

  1. Che cos’è il Design Thinking
  2. Come prototipare nel Design Thinking
  3. Come preparare un test di prototipi
  4. Come salutare all‘inizio e alla fine di una collaborazione
  5. Come ci si prepara a osservare nel Design Thinking

1. Che cos’è il Design Thinking

Il Design Thinking è una metodologia buona per generare creatività utile in ambito professionale, attraverso sei fasi distinte, suddivise in due gruppi relativi a orientamento e soluzione, identificabili con attività specifiche.

Le sei fasi del Thinking Design

Le sei fasi del Thinking Design.

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2. Come prototipare nel Design Thinking

La fase di prototipazione consiste nel dare forma a un’idea in modo che i potenziali utilizzatori possano valutarla. A tal fine vengono realizzati prototipi tangibili con cui gli utenti possono interagire. Con il trascorrere del tempo i prototipi diventano più complessi.

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Ci sono circa 45 minuti per trasformare l’idea in uno o più prototipi. Visualizzazioni, modelli, paesaggi di Lego o giochi di ruolo sono tutte valide possibilità per portare l’idea alla vita. Prima di iniziare, pensa a come i tester (ossia gli utenti) proveranno e valuteranno i prototipi in una fase successiva.

Schizzi e realizzazioni

Ecco un elenco di domande che è bene porti a monte della creazione di un prototipo:

  • Quale è la funzione principale del prototipo?
  • Quale esigenza deve soddisfare il prototipo (dal punto di vista dell’utente)?
  • Quali componenti dovrebbe comprendere il prototipo?
  • Inizia da prototipi disegnati con carta e penna per individuare la funzione principale.
  • Qual è l’esatto aspetto del prototipo?
  • Come appare il prototipo?
  • Come funziona il prototipo e come si comporta esattamente?
  • Adatta il prototipo alla rispettiva fase del progetto in modo che sia soltanto sufficientemente buono.
  • Prova a costruire rapidamente nelle fasi iniziali di un progetto.

Metodi di prototipazione

Sono moltissimi, ciascuno con punti di forza e lacune, alcuni più o meno completi di altri. Nella prossima tabella elenchiamo alcuni (solo alcuni!) metodi di prototipazione possibili, con le loro caratteristiche salienti.

Alcuni metodi di prototipazione

Alcuni metodi di prototipazione e le loro peculiarità più evidenti.

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3. Come preparare un test di prototipi

La fase Testare del Design Thinking prevede appunto il test dei prototipi con gli utenti. Il prototipo rappresenta unicamente le conoscenze attuali e le ipotesi formulate dal gruppo sull’utente.

Ci sono 20 minuti per preparare lo scenario di test e testarlo insieme a un cliente o a un commentatore che non fa parte della squadra. Avvicinati alla situazione di test con occhi e orecchie ben aperti. Valuta se hai riconosciuto correttamente l’esigenza. Raccogli i commenti dell’utente e sii aperto a nuovi spunti.

Qui può essere utile impiegare documentazione ad hoc per trasmettere il filo conduttore che alla fine porta alle strategie e ai prototipi per la soluzione. Per questo, nei workshop preferiamo organizzare una fase intermedia, Documentazione, prima dei test. Come parte di questa attività, i team compilano i risultati delle singole fasi in forma compressa su due fogli di una lavagna a fogli mobili o su un grande foglio di carta da pacco. In questo modo si ottiene una valida panoramica del viaggio compiuto nel corso della sessione.

Le fasi del test sono tre: preparare lo scenario, eseguire i test, raccogliere i commenti. Vediamo questi tre momenti con un pizzico superiore di dettaglio, in forma di domande da porsi.

  • 1. Preparare lo scenario di test
  • Qual è l’aspetto dello scenario di test?
  • Formula domande aperte per lo scenario di test.
  • Dove possiamo trovare tester interessati?
  • Definisci la distribuzione dei ruoli (chi parla? Chi prende appunti?).
  • 2. Eseguire i test
  • Spiega le ragioni alla base del test. Costruisci la fiducia.
  • Non condurre trattative di vendita.
  • Poni domande aperte.
  • Permetti al soggetto di pensare ad alta voce e non interromperlo.
  • Rispetta la regola 20:80.
  • Stabilisci un momento di silenzio.
  • Informati su stati d’animo e sensazioni. Mostra gratitudine.
  • 3. Raccogliere i commenti
  • Che cosa ha funzionato? Cosa è piaciuto all’utente? Perché?
  • Che cosa non ha funzionato? Cosa non è piaciuto all’utente? Perché?
  • Sono state individuate ambiguità? Il tester ha qualche domanda?
  • Nuove idee, suggerimenti.
  • Alla fine, puoi anche chiedere in quale ambiente e in quale situazione potrebbe essere utile il prototipo.

È una buona idea allestire una griglia dei commenti per raccogliere le opinioni in modo facilitante per i partecipanti al test.

Griglia dei commenti per il test di un prototipo

Un esempio di griglia dei commenti per raccogliere le impressioni su un test.

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4. Come salutare all‘inizio e alla fine di una collaborazione

Saluti iniziali

I rituali svolgono un ruolo importante nel lavoro in collaborazione. All’inizio di un lavoro di squadra o su un progetto, è importante che vi sia il tempo necessario per arrivare. Una buona base per una cooperazione disinibita e un’atmosfera positiva si ottiene prendendosi il tempo necessario per conoscersi.

Per esempio, i membri del team possono parlare di ciò che passa loro per la mente, raccontare da dove vengono, a cosa stanno lavorando privatamente e professionalmente e/o quali sono le loro aspettative.

Il coach o il relatore deve assicurare che tutti i membri del team partecipino, anche se alcuni contribuiranno meno di altri. I post-it possono essere molto utili, soprattutto nei gruppi più grandi (un post-it per ogni persona e ogni categoria, come in figura). I saluti iniziali sono particolarmente efficaci se vengono brevemente guidati, dopo una dettagliata sessione introduttiva, all’inizio di ogni giornata di lavoro collaborativo. Si crea così un rituale giornaliero per l’ingresso nella squadra e si normalizza la condivisione dello stato emotivo
di ogni persona. In ogni caso, è necessario definire un tempo ben preciso per i saluti iniziali.

Esempio di saluti iniziali

Un esempio di saluti iniziali.

Le domande potrebbero includere:

  • Come descrivi l’anima del tuo marchio personale? Quali sono le tue aspettative sulla giornata/cooperazione/team?
  • Che cosa puoi offrire al team? Qual è il punto di forza del tuo team? Qual è il punto debole?
  • Come stai oggi? Che cosa vuoi condividere con il team? Che cosa è importante per l’imminente cooperazione?
  • Quale argomento ti interessa particolarmente in ambito privato/professionale?
  • Chi era il supereroe della tua infanzia?
  • Che lavoro sognavi di fare da bambino?
  • Quale animale ti rappresenta meglio? Disegnalo e presenta il riferimento ai membri del tuo team.

Saluti finali

Alla fine del lavoro di gruppo è bene organizzare un giro di saluti finali, da inserire sin dall’inizio nell’ordine del giorno come elemento fisso della giornata (altrimenti si potrebbe finire per saltarli causa mancanza di tempo ed energie).

I saluti finali offrono a ogni membro del team la possibilità di condividere con il team le sue impressioni sulla giornata o il suo stato d’animo, di esprimere sia la soddisfazione sia il dispiacere per la collaborazione.

Le seguenti domande sono adatte a questo scopo, ma anche a una serie più dettagliata di affermazioni in base alle esigenze del team: mi piace…, desidero…:

  • Cosa ti passa per la testa e cosa vorresti dire agli altri prima di chiudere per oggi?
  • Una frase per persona: che cosa ne pensi dei contenuti del lavoro di oggi? Con una sola frase, cosa ne pensate tutti insieme del lavoro di squadra di oggi?
  • Che cosa ha funzionato bene oggi nel team?
  • Che cosa vorresti per la prossima volta, in modo che il lavoro sia ancora migliore?
  • A cosa stai pensando? Due frasi per ogni membro del team.

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5. Come ci si prepara a osservare nel Design Thinking

Ecco un paio di attività semiludiche perfette per fare riscaldamento e arrivare ben preparati alla fase dell’osservazione.

Scambio di ruoli

Tutti i partecipanti devono trovare un partner.

Turno 1
Il partner A intervista il partner B su un argomento specifico. Dopo tre minuti, si cambia di posto e il partner B intervista il partner A sullo stesso argomento (sempre per tre minuti). All’inizio occorre suggerire alle coppie che è importante ascoltare attentamente la controparte in quanto dovranno condividere le informazioni raccolte dal punto di vista del partner nel turno successivo. I possibili argomenti di intervista sono, per esempio: Cosa hai fatto lo scorso fine settimana? o Cosa ti piace fare nel tempo libero?.

Turno 2
Ogni partecipante trova un nuovo partner nella sala. L’argomento dell’intervista rimane lo stesso, così come la durata (2 x 3 minuti). Ora però, ogni persona assume il ruolo del partner precedente e risponde da quel punto di vista: in pratica, quando il partner C intervista il partner A, egli dovrà rispondere dal punto di vista del partner B. Fingi di essere la prima persona che hai intervistato; non utilizzare frasi come: Quindi il partner B probabilmente direbbe…

Riflessione
Questa attività di riscaldamento serve a empatizzare rapidamente con un’altra persona. I partecipanti si esercitano nell’ascolto. È una valida preparazione per le indagini e le osservazioni nella ricerca sul campo, che si concentrerà sul modo di pensare e sulla capacità di mettersi nei panni dei (potenziali) utenti in termini di situazione, ambiente, punto di vista e necessità.

Ritratto cieco

Due persone parlano tra loro e, al contempo, disegnano un ritratto dell’altro senza guardare il foglio. I partner hanno due minuti per questa attività.

Per questa discussione sono adatti argomenti semplici, ad esempio:

  • Come ti chiami e quale ruolo ricopri all’interno dell’azienda/del progetto? (adatta se i partecipanti ancora non si conoscono bene tra loro)
  • Come sei arrivato qui stamattina?
  • Cos’hai mangiato a colazione? (il moderatore suggerisce un argomento di discussione)

Prima dell’esercizio è importante spiegare ai partecipanti che lo scopo non è creare un disegno realistico. I risultati migliori si ottengono quando non si guarda il foglio di carta. Si vedrà da subito chi ha disegnato ciecamente e chi no. Lo scopo, di nuovo, non è fare un ritratto realistico.

Ogni artista scrive quindi il nome del suo modello sul foglio e presenta brevemente la persona agli altri partecipanti basandosi sul disegno. Se i partecipanti sono d’accordo, si fissano i disegni alla parete con del nastro adesivo in modo che tutti possano vederli.

Riflessione
L’esercizio ha un effetto molto energizzante, provoca molte risate e sviluppa un senso di comunità. Allena la capacità di lasciarsi andare e i partecipanti vengono sorpresi dal livello artistico delle immagini ottenute disegnando senza guardare. In questo esercizio, il cervello funziona a piena velocità.

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Questo articolo richiama contenuti da Piccolo manuale di Design Thinking, compresa l’immagine di apertura.

L'autore

  • Isabell Osann
    Isabell Osann è consulente, coach e docente di management e organizzazione aziendale. Ha fondato la società di consulenza Kompetenzaktivierung e collabora con le imprese allo sviluppo di soluzioni innovative.
  • Lena Mayer
    Lena Mayer è Design Thinking Coach e ricercatrice presso l'Hasso-Plattner-Institut (HPI) dell'Università di Potsdam. Insieme al suo gruppo di ricerca sviluppa e supervisiona corsi online sul Design Thinking, seguiti finora da oltre 18.000 persone nel mondo.
  • Inga Wiele
    Inga Wiele è consulente strategico e trainer di Design Thinking. È co-fondatore e amministratore delegato di gezeitenraum, nominata per la quinta volta nel 2019 tra le migliori società tedesche di consulenza alle imprese dalla rivista brand eins.

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