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5 risposte su… l’arte di investire

22 Ottobre 2021

5 risposte su… l’arte di investire

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Molti investitori non amano investire, non hanno tempo per farlo, o non si sentono particolarmente bravi a farlo. Questo tipo di investitore cerca un consulente per alleviare questo onere, qualcuno che mostri loro come fare. Sfortunatamente, molti consulenti, se non la maggior parte, commettono gli stessi errori delle persone. Questa è la tragedia del settore dei servizi finanziari e anche il motivo per cui dobbiamo imparare a occuparci personalmente della nostra ricchezza, grande o piccola che sia.

Di che cosa parliamo

  1. Che cosa bisogna sapere sui mercati ribassisti
  2. Che cos’è il bias di conferma
  3. Che cos’è l’effetto eccessiva sicurezza
  4. Come evitare di scegliere il consulente sbagliato
  5. Che cosa bisogna sapere sugli investimenti in titoli azionari

Che cosa bisogna sapere sui mercati ribassisti

Mercati ribassisti: una panoramica

La chiave per fare soldi con le azioni è non spaventarsi. —Peter Lynch

I mercati ribassisti, orsi, non si verificano così frequentemente come le correzioni, ma comunque si ripresentano continuamente. Un mercato è definito ribassista quando il calo del mercato azionario è del 20 o più percento. I mercati ribassisti si verificano ogni tre-cinque anni, a seconda di quanto indietro vogliamo guardare nella storia. Ci sono stati trentacinque mercati ribassisti dal 1900 al 2020, di cui quindici dal 1946. I quattro mercati ribassisti dal 2000 in poi hanno sconvolto gli investitori per ogni sorta di crisi che ha aggredito i mercati. Il declino medio di un mercato orso è del 31 percento e più di un terzo dei mercati orso ha subito cali di oltre il 40 percento. Il mercato orso medio dura quasi un anno; quasi tutti durano tra gli otto mesi e i due anni.

Il mercato ribassista più recente è stato il più breve mai registrato: 33 giorni (vedi la tabella sottostante).

Mercati orso: frequenza, durata e gravità
Anni Durata (giorni) Calo in S&P 500 (%)
1946-1947 353 -23,2
1956-1957 564 -19,4
1961-1962 195 -27,1
1966 240 -25,2
1968-1970 543 -35,9
1973-1974 694 -45,1
1976-1978 525 -26,6
1981-1982 472 -24,1
1987 101 -33,5
1990 87 -21,2
1998 45 -19,3
2000-2001 546 -36,8
2002 200 -32,0
2007-2009 515 -57,6
2020 33 -33,9

I mercati ribassisti hanno motivi differenti, ma il risultato è sempre lo stesso

Le quattro parole più costose della lingua inglese sono: “Questa volta è differente”. —John Templeton

I mercati ribassisti si verificano quando molte persone pensano che le cose andranno male e lo pensano per molto tempo. Dal momento che sappiamo che ogni mercato ribassista, orso, ha lasciato il posto a un mercato rialzista, toro, perché mai qualcuno dovrebbe lasciarsi prendere dal panico e correre all’incasso? Il motivo è che ogni mercato ribassista tende a verificarsi per un motivo differente da quello precedente. Guardando ai recenti mercati ribassisti, abbiamo di tutto: una bolla tecnologica, un evento terroristico e una guerra, una crisi di liquidità e una pandemia globale.

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Poiché ogni calo è guidato da un differente insieme di fatti, gli investitori si fanno prendere dal panico, pensando che questa volta è differente. Ma il risultato finale è sempre lo stesso: l’economia trova un modo per andare avanti. Ogni singola volta. Nessuna eccezione! La prossima volta che affronteremo un mercato ribassista, ricordiamoci di tutte le cose che abbiamo passato negli ultimi ottant’anni. Se l’economia può sopravvivere a tutto questo, probabilmente può superare anche il prossimo mercato ribassista.

  • La Seconda guerra mondiale degli anni quaranta.
  • La Guerra del Vietnam degli anni sessanta e settanta.
  • L’iperinflazione degli anni Sessanta e settanta.
  • La crisi delle materie prime degli anni settanta e ottanta.
  • Il crollo immobiliare e bancario degli anni ottanta.
  • La crisi dei mercati emergenti degli anni ottanta.
  • Il Flash Crash del 1987.
  • La crisi del contagio asiatico degli anni novanta.
  • L’esplosione delle bolle tecnologiche del 2000.
  • L’attacco dell’11 settembre 2001 e le successive guerre in Afghanistan e Iraq.
  • La crisi della liquidità 2008/2009.
  • La pandemia Covid del 2020.

L’elenco precedente non è esaustivo. Ci sono molte distrazioni lungo il percorso che indurranno i pronosticatori a prevedere il prossimo orso, che si tratti di un declassamento degli Stati Uniti, di un precipizio fiscale, di un dibattito sul budget, di un’elezione o di qualunque cosa emerga nelle notizie.

I mercati ribassisti non sono prevedibili

Ecco però il concetto: i mercati ribassisti non sono prevedibili. Nessuno al mondo ha previsto costantemente e ripetutamente i mercati ribassisti. Ricorda: per sfruttare un mercato ribassista, devi sapere quando vendere, sapere quando acquistare e poi farlo di nuovo.

Non riesco a trovare una persona che sia riuscita a farlo, e neanche tu la troverai.

Quando i mercati ribassisti cambiano, fanno sembrare stupido chi sta in disparte

Potresti pensare: Adesso vendo e aspetterò che le cose si sistemino, poi perderò una piccola parte del recupero, ma infine ricomprerò. Probabilmente riuscire a farlo non è possibile. Quando i mercati ribassisti lasciano il posto ai mercati rialzisti, spesso hanno diverse false partenze, ma quando cambiano davvero, tendono a farlo rapidamente e bruscamente, lasciando la maggior parte dei market timer saldamente seduti con le braccia conserte. La prossima tabella mostra proprio questa situazione.

Minimo del mercato orso 12 mesi seguenti (S&P 500, %)
13 giugno 1949 42,1
22 ottobre 1957 31,0
26 giugno 1962 32,7
26 maggio 1970 43,7
3 ottobre 1874 38,0
4 dicembre 1987 22,4
21 settembre 2001 -12,5
23 luglio 2002 17,9
9 marzo 2009 69,5
23 marzo 2020 non disponibile

Il mercato è volatile, sappilo

Hai recessioni. Hai cali del mercato. Se non capisci che accadrà, allora non guadagnerai molto con i mercati. —Peter Lynch

A volte passa un anno senza una correzione o un mercato ribassista. A volte il mercato chiude l’anno con un solido ritorno e, col senno di poi, tutto sembra essere stato facile. Questo evento è molto raro: il mercato scambia valori a intervalli ampi. Dal 1980, il mercato ha avuto un calo medio infra-anno del 13,8 percento, ma ha comunque avuto rendimenti annuali positivi per 30 degli ultimi 40 anni! Il mercato si muove molto. Accettalo. Se non puoi farlo, beh, almeno abituati!

Non si può attendere che i consumatori si sentano fiduciosi

I mercati rialzisti nascono dal pessimismo. —John Templeton

Non solo non puoi aspettare che le cose si sistemino, non puoi nemmeno usare come indicatore la fiducia dei consumatori, perché il mercato non guarda all’oggi. Il mercato guarda sempre al domani. Si preoccupa poco di dove sia oggi l’economia e molto di più di dove è diretta.

Fiducia dei consumatori <60% 12 mesi seguenti (S&P 500, %)
1974 +37
1980 +32
1990 +30
2008 +60

I mercati rialzisti tendono a emergere quando gli investitori si sentono peggio riguardo alle prospettive future.

Impara ad accettare i mercati ribassisti

Se hai 55 anni, puoi aspettarti di sperimentare circa sette o più mercati ribassisti. Vuoi davvero impazzire ogni volta? Certo che no, perché sai fare di meglio! C’è una cosa grandiosa, comune a tutti i mercati ribassisti: il 100 percento delle volte lasciano il posto a mercati rialzisti.

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Che cos’è il bias di conferma

Tutti possono prevedere il futuro solo quando coincide con i propri desideri, e quando non sono ben accetti, anche i fatti più platealmente ovvi possono venire del tutto ignorati. —George Orwell

Il bias di conferma è la tendenza delle persone da un lato a cercare e prediligere quelle informazioni che confermano i loro preconcetti e convinzioni, e dall’altro a evitare, sminuire o respingere quelle che sono in contrasto con le loro convinzioni.

Per esempio, un conservatore può leggere il Wall Street Journal, mentre un progressista può leggere il New York Times. Entrambi cercano quelle informazioni che confermano le loro idee ed evitano quelle che potrebbero entrare in conflitto con le loro idee. Quando è stata l’ultima volta che hai letto una rivista, consultato un libro o seguito un politico contrario alle tue opinioni? In effetti, probabilmente trascorri la maggior parte del tuo tempo a cercare conferme di ciò che già credi giusto. Come chiunque, o quasi.

E se ti chiedessi di scrivere le tue dieci principali convinzioni su temi politici e religiosi? Pensa ad argomenti che tendono a far innervosire gli altri: possesso di armi, aborto, politica fiscale, riscaldamento globale, credenze religiose e così via. Pensate di avere ragione su tutte e dieci queste tue convinzioni? Se ti portassi le persone più prestigiose e autorevoli del mondo su ciascuno dei dieci argomenti per presentarti i loro pensieri, pensi che qualcuno dei tuoi pensieri o delle tue idee cambierebbe? Probabilmente no.

Tutti pensiamo di avere ragione, e non solo su alcune cose, proprio su tutto! E cerchiamo continuamente modi per confermare le nostre idee. Gli esperti, al contrario, fanno esattamente il contrario: stanno attivamente cercando punti di vista opposti, sfidando le loro idee e anche, occasionalmente, cambiando idea.

Ci sono ampie prove che il bias di conferma permea tutte le decisioni degli investitori. Per esempio, se a un investitore piace un titolo, è probabile che cerchi informazioni che confermino i suoi elementi positivi.

Perfino Warren Buffett ha affermato di essere preda di bias di conferma, e cerca attivamente altri investitori che non sono d’accordo con lui. Un modo per affrontare il bias di conferma è chiedersi che cosa può andare storto. Per esempio, se ti piace l’idea di investire in uno specifico titolo, fai finta che siano passati dieci anni e di aver perso una notevole somma di denaro per tale investimento. Chiediti tutte le cause per cui ciò potrebbe essere accaduto: costringi il cervello a svolgere l’esercizio di riconoscere o addirittura, oserei dire, accogliere le idee contrarie.

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Che cos’è l’effetto eccessiva sicurezza

Niente è così difficile come evitare di ingannare se stessi. —Ludwig Wittgenstein

L’eccesso di sicurezza è un pregiudizio ben consolidato, in cui la fiducia di qualcuno nel proprio giudizio è irreale, specialmente quando la fiducia è già relativamente alta. Cerchiamo di essere chiari: non c’è niente di sbagliato nella fiducia nelle proprie capacità. L’eccessiva sicurezza, tuttavia, è piuttosto pericolosa, in quanto porta a sopravvalutare la capacità di ottenere risultati. Ciò può comportare processi decisionali relativamente scadenti, nella vita come negli investimenti.

Gli psicologi Marc Alpert e Howard Raiffa hanno condotto vari studi ponendo agli intervistati una miriade di domande; per esempio, quante automobili straniere sono state importate negli Stati Uniti, quanti medici sono presenti nell’elenco telefonico di Boston e così via. Ai partecipanti è stato detto che potevano rispondere alla domanda con l’intervallo che desideravano, per esempio da 1 a 1.000.000, ma l’intervallo non doveva discostarsi di più del 2 percento rispetto al valore vero. In tutti gli studi, i partecipanti hanno registrato in media un tasso di imprecisione di oltre il 40 percento.

Alpert e Raiffa hanno soprannominato questa interessante tendenza degli individui a sopravvalutare le proprie capacità effetto eccessiva sicurezza. Da allora, gli scienziati comportamentali hanno dovuto faticare parecchio con il concetto.

Ora sappiamo che quando qualcuno dice di essere sicuro al 99 percento, in realtà ha ragione circa l’80 percento delle volte. Uno studio dopo l’altro conferma l’enorme impatto dell’effetto eccessiva sicurezza: il 93 percento di chi fa scuola guida ha affermato che la propria guida era al di sopra della media, il 94 percento dei professori universitari è convinto di essere sopra la media, la maggior parte delle persone pensa di essere un amante sopra la media e l’85 percento delle persone crede che il proprio futuro sarà più piacevole e meno doloroso rispetto alla persona media.

Il mio preferito, tuttavia, è lo studio sugli studenti interrogati sul loro carattere: il 79 percento ha affermato che il loro carattere era migliore della media, nonostante il fatto che 27 percento di loro abbia rubato qualcosa da un negozio e il 60 percento di loro abbia barato a un esame, l’anno precedente.

L’effetto eccessiva sicurezza è stato studiato e documentato nel mondo degli investimenti più che in ogni altro campo. I professori Brad Barber e Terrance Odean hanno condotto uno studio confrontando le prestazioni negli investimenti degli uomini con quelle delle donne. Hanno esaminato i modelli commerciali di 35 mila famiglie in cinque anni e hanno scoperto che l’eccessiva fiducia degli uomini nelle proprie capacità li ha portati a fare trading il 45 percento in più rispetto alle donne. E che cosa hanno ottenuto, esattamente, da tutta questa eccessiva sicurezza? Il trading ha ridotto il loro rendimento medio del 2,65 percento l’anno, sottoperformando di gran lunga sulle donne. Inoltre, gli uomini hanno pagato di più in tasse e commissioni per le transazioni. L’eccessiva sicurezza può essere molto costosa.

In un altro studio, un ricercatore ha scoperto che quando gli analisti sono sicuri all’80 percento che un’azione salirà, hanno ragione solo il 40 percento delle volte. In uno studio del 2006, il ricercatore James Montier ha intervistato 300 gestori di fondi, chiedendo loro di valutare la loro performance. Ben il 74 percento dei gestori intervistati ha dichiarato di aver ottenuto prestazioni superiori alla media.

Il 96 percento dei venture capitalist mostra eccessiva sicurezza. In altre parole, i professionisti degli investimenti, come gruppo, commettono errori grossolani in ciò che dovrebbero fare meglio: misurare la probabilità di un determinato risultato.

L’impatto di ulteriori informazioni sugli investimenti non migliora le cose. Coloro che raccolgono più informazioni si sentono più sicuri dei propri investimenti e fanno più trading, e sappiamo che chi fa più trading ottiene prestazioni inferiori. L’investitore immagina di sfruttare tutte le informazioni aggiuntive che sta raccogliendo a proprio vantaggio. Invece, gli studi confermano che le informazioni aggiunte si traducono solo in un’eccessiva sicurezza. L’eccessiva sicurezza si traduce in maggiore attività di trading, con uno spreco di tempo, denaro, fatica e stress, il tutto per ottenere prestazioni insufficienti.

Prima che pensi di essere troppo intelligente per cadere vittima dell’effetto eccessiva sicurezza, nota che la ricerca di Scott Plous non ha trovato alcun legame tra l’intelligenza (o la sua carenza) e l’eccessiva sicurezza.

Quando senti qualcuno fare una previsione di mercato sconvolgente e audace, di solito la troverai accompagnata da una grande dose di sicurezza. Ci sono troppe variabili per prevedere i movimenti di mercato a breve termine e chiunque sia informato sui mercati non farebbe mai una previsione audace a breve termine. Più è audace l’invito, meno è valida l’opinione.

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Come evitare di scegliere il consulente sbagliato

Assicurati di mettere i piedi nel posto giusto, poi resta fermo. —Abraham Lincoln

Nella mia carriera, ho assistito alle sfortunate conseguenze di molti errori di investimento. È sempre un peccato quando vedo un cliente perdere il proprio portafoglio. È tragico poi quando è stato un consulente finanziario a causare il danno. Provo sempre la massima simpatia per coloro che sapevano di aver bisogno di aiuto, lo hanno cercato, poi si sono ritrovati con un consulente che metteva il cliente in prodotti discutibili, vendeva loro fondi di proprietà, faceva perdere loro guadagni a causa di una stupida strategia di market timing o ha fatto precipitare il loro portafoglio con una strategia attiva.

Un buon elenco di domande da porre al tuo consulente dovrebbe includere quanto segue.

  1. Dove verranno conservati i miei soldi? Risposta giusta: Non da me, da un terzo.
  2. È per caso un broker? Risposta giusta: No.
  3. È un consulente con doppia registrazione? Risposta giusta: No.
  4. Lei o qualche suo affiliato vende investimenti proprietari di qualsiasi tipo? Risposta giusta: No.
  5. Come viene compensato? Risposta giusta: Divulgazione totale per iscritto e mai commissioni su alcun prodotto di investimento.
  6. Qual è il suo approccio alla pianificazione e alla gestione degli investimenti? Risposta giusta: l’azienda dovrebbe seguire una filosofia coerente piuttosto che un insieme di strategie diverse (assenza di principi) e dovrebbe seguire un approccio che non implichi il market timing o il trading attivo.

Se un consulente è la soluzione giusta per te, prendi la tua decisione con attenzione. Comprendi l’importanza della custodia e della competenza, ma, soprattutto, assicurati che il tuo consulente non abbia conflitti di interessi e segua una filosofia di investimento che concordi con le tue idee. Metti per iscritto le tue esigenze e falle rispettare.

Non lasciarti influenzare troppo dall’incontro con un potenziale consulente. Una volta che avrai deciso, tieni duro. Un consulente finanziario può aumentare significativamente le probabilità che tu raggiunga i tuoi obiettivi finanziari, fornendoti tranquillità, offrendoti una continuità di consulenza per la tua famiglia, collaborando con te per prendere decisioni finanziarie migliori e probabilmente aiutando il tuo portafoglio a funzionare meglio: a questo serve avere il consulente giusto.

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Che cosa bisogna sapere sugli investimenti in titoli azionari

Le azioni sono oggetto di incessanti previsioni, quando in realtà sono la classe di asset più imprevedibile e, allo stesso tempo, prevedibile. Nessuno, assolutamente nessuno, può prevedere il movimento a breve termine dei prezzi delle azioni. Come promemoria, chiunque dica il contrario è probabilmente un idiota o un bugiardo (e davvero non sono sicuro di che cosa sia peggio).

Certo, sono parole forti, ma al di là di tutto il rumore, è fondamentale capirlo, poiché influisce sull’allocazione in termini di questa classe di asset così critica. Poiché le azioni non sono prevedibili nel breve periodo, gli investitori non dovrebbero possederle per soddisfare esigenze a breve termine.

Tuttavia, nel lungo periodo, le azioni dovrebbero comportarsi molto meglio delle obbligazioni. Poiché le azioni sono più rischiose delle obbligazioni, hanno un implicito premio di rischio. Se le obbligazioni si comportassero come le azioni, nessuno si assumerebbe mai la volatilità che deriva dal possedere azioni. Nel breve periodo, i prezzi delle azioni sono del tutto imprevedibili. Al contrario, nel lungo periodo, come insieme, hanno sempre fatto una sola cosa: salire, e molto.

Mentre questo risultato inevitabile persiste da oltre un secolo, le costanti correzioni, gli incidenti e i movimenti quotidiani scacciano i deboli di cuore o li spingono ad abbandonare la nave nel peggior momento possibile. Per riuscire ad avere la pazienza per superare tutto questo occorre avere un’esposizione sul mercato azionario solo per la quota del tuo portafoglio destinata alle esigenze di reddito tra più di cinque anni, in dipendenza da vari fattori. Se non sei alla mercé del mercato nei prossimi anni e sapendo che nel lungo periodo il mercato non ha fatto altro che salire, diventa molto più facile superare le montagne russe che si presenteranno lungo il percorso.

Supponiamo che un investitore preveda più di 10 o 20 anni prima di dover far ricorso a quella quota del portafoglio. In tal caso, questa quota può essere investita in settori del mercato che sono estremamente volatili ma hanno una storia lunga e ben documentata di premiare l’investitore per la sua pazienza. Gli esempi includono i titoli a media capitalizzazione, i titoli a piccola capitalizzazione, i titoli a microcapitalizzazione e i titoli dei mercati emergenti. La maggiore volatilità dovrebbe premiare l’investitore con un rendimento più elevato.

Per esempio, se un investitore è a più di 20 anni dalla pensione, potrebbe investire una quota sostanziale del proprio portafoglio nei mercati emergenti. Alcuni investitori hanno somme che non spenderanno mai o quote del portafoglio che non toccheranno mai. Per situazioni come questa, può avere senso anche per un settantacinquenne mettere una quota significativa del proprio portafoglio in piccole azioni o azioni dei mercati emergenti.

Tuttavia, attenzione! Se non sopporti il caldo, esci dalla cucina. Mentre sulla carta e nel tempo questa strategia funziona bene, non è per i deboli di cuore. Spesso queste sottoclassi di asset non sono correlate, possono muoversi rapidamente e possono sottoperformare per lunghi periodi.

Un modo eccellente per sapere se queste classi di asset hanno senso per te è la tua reazione a un calo. Se sei entusiasta dell’opportunità di vendere obbligazioni e acquistare più small-cap e mercati emergenti mentre si trovano in una valle, tutto funzionerà bene per te. Se invece i cali ti fanno impazzire, non manterrai la tua posizione abbastanza a lungo perché funzioni e questo causerà danni ingenti al tuo portafoglio.

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Questo articolo richiama contenuti da L‘arte di investire.

Immagine di apertura di Hunters Race su Unsplash.

L'autore

  • Peter Mallouk
    Peter Mallouk è Presidente e Chief Investment Officer di Creative Planning che, con le sue società affiliate, fornisce servizi completi di gestione patrimoniale spaziando tra investimenti, pianificazione finanziaria, piani pensionistici, beneficenza e consulenza fiscale.

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