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A urne chiuse

27 Maggio 2014

A urne chiuse

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Se gli andamenti del mercato informatico fossero consultazioni politiche: ecco qualche ipotetico titolo postelettorale.

La politica nazionale è in fibrillazione all’indomani di una consultazione. Pur occupandoci di tecnologia, proviamo a giocare all’analisi del risultato. Nessun riferimento alle urne e una certezza: non vincono tutti.

Grandi spazi per l’elettorato degli smartphone

Horace Dediu di Asymco si è chiesto quanto sia vicino il punto di saturazione degli smartphone, ovvero quanto terreno vergine rimanga da conquistare per Apple, Samsung, Blackberry e compagnia. Il dato degli Stati Uniti, uno dei Paesi più avanzati in questa transizione, lo porta a questa conclusione:

Alla penetrazione attuale del 68,8 percento non siamo in alcun modo vicini alla saturazione e niente suggerisce che la saturazione suddetta si sia verificata in alcun bacino di popolazione significativo.

Spazio ancora enorme di crescita. Ma sarà appannaggio di chi sta attualmente dominando? La probabilità è molto alta, perché i nuovi arrivati possono guadagnare spazi solo con idee dirompenti e innovative.

Preoccupazioni per il quorum di Surface

Su Stratechery, Ben Thompson analizza la nuova e terza edizione di Surface Pro recentemente annunciata da Microsoft e decide che sia tempo di sopprimerla.

Satya Nadella afferma sostanzialmente che Microsoft ha bisogno di produrre Surface in quanto Microsoft produce Surface. Questo tipo di ragionamento può proseguire per sempre su una strada sbagliata, come accade per Xbox.

Oltre alle parole dell’amministratore delegato di Microsoft c’è molto altro nell’articolo, che prende spunto dal posizionamento ufficiale di Surface – in competizione con gli ultrabook e non con i tablet – e da dati di vendita finora davvero sotto la soglia di sbarramento.

Occorre più dialogo tra le forze della rete

Si parla molto di Net neutrality ultimamente e Philip Elmer-DeWitt su CNN Money ha raccolto una serie di dati istruttivi sui grandi flussi di traffico in giro per Internet, a partire dalla notizia che Apple stia stringendo accordi commerciali con i grandi provider per creare una propria rete autonoma di distribuzione di dati (CDN, Content Delivery Network).

Voglio web ovunque, voglio che funzioni e voglio che sia gratuito o costi come una tazza di caffè […] Oggi Internet è largamente in mani private. La dorsale viene fornita da sette aziende di prima fascia.

Tra grafici e tabelle compare una immagine non usuale dell’andamento della rete. Il protocollo HTTP copre l’11 percento dei download in America, superato da YouTube con il 13 percento e soverchiato da Netflix, che copre oltre un terzo del traffico. Poi è possibile guardare gli incroci collaborativi tra grandi provider e grandi Internet company e anche scoprire quali applicazioni fanno la parte del leone tra upload e download (tra tutti: BitTorrent).
Più c’è interconnessione e meno ci sono ostacoli allo sviluppo della rete, più quest’ultima diventa una risorsa insostituibile di crescita e progresso. Più dialogo e meno ostacoli allo sviluppo: una ricetta che potrebbe valere anche per i partiti politici.

L'autore

  • Lucio Bragagnolo
    Lucio Bragagnolo è giornalista, divulgatore, produttore di contenuti, consulente in comunicazione e media. Si occupa di mondo Apple, informatica e nuove tecnologie con entusiasmo crescente. Nel tempo libero gioca di ruolo, legge, balbetta Lisp e pratica sport di squadra. È sposato felicemente con Stefania e padre apprendista di Lidia e Nive.

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