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Adobe per la standardizzazione: tutti artisti sotto il segno del Web

25 Maggio 1999

Adobe per la standardizzazione: tutti artisti sotto il segno del Web

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Nel ciclo di seminari che la Adobe (quella di Photoshop) sta portando in giro per gli USA, partendo dall'Hilton di San Francisco, si riconosce una chiara tendenza alla semplificazione dei software di uso professionale per la pubblicità.

Essere leader nella preparazione di software per la gestione professionale di testo/immagini/pubblicità in senso lato non é facile. Dopo che quasi era stata comprata dalla Quark alcuni mesi fa, la Adobe si lancia nel 2000 operando una scelta ben precisa, in una direzione opposta a quella cui eravamo abituati: invece di proporre software sempre più evoluto rivolto agli addetti al settore, si butta nel mercato del software “friendly”, “faso tuto mi”.

Geometri e segretarie all’arrembaggio della pubblicità. Così, finalmente, basterà cliccare su un paio di bottoni per ottenere risultati decorosi (ma poco più, ritengo) nella preparazione di materiale pubblicitario. E come nella fotografia degli ultimi anni dove si è visto l’incedere inesorabile di “autofocus”e “autotutto”e l’utente deve solo più schiacciare il fatidico pulsante, così anche nel Desk Top Publishing. Democratizzazione?

I “classici”(Photoshop, Illustrator) rimangono per ora basicamente inalterati (leggi: nessun miglioramento) mentre già Pagemaker viene implementato con una montagna di templates, clipart, per standardizzare tutto, e anche per offrire ai meno esperti la possibilità di fare un lavoro decoroso.
Vediamo allora quali sono i nuovi cavalli su cui corre il budget annuale di Adobe, e se questi potranno portare i nostri amici di San Jose vincenti alla curva del 2000.

PHOTO DELUXE 1.0

Marchiato come “business edition”, probabilmente nel senso che viene proposto ai business per poter demandare la lavorazione del materiale pubblicitario direttamente alla segretaria o al magazziniere. Oddio, non che questo non inneschi un processo di democratizzazione, ma è un poco come ai tempi andati, quando dentista e barbiere erano la stessa persona. E il chirurgo anche. Voi, diciamolo, vi fareste tagliare i capelli da un chirurgo? Io no, lascio crescere quelli che ancora ho fino a che mi faranno male i denti.

A mio parere, questo Photo Deluxe è il Photoshop dei poveri, dove tutto viene semplificato al massimo, e nessuna nozione di quello che sta facendo è richiesta all’utente. I soliti filtri Photoshop per gli effetti speciali: assisteremo probabilmente alla stessa corsa frenetica all’effettaccio, come già successe negli anni settanta con la mania dei filtri fotografici? Andatevi a guardare delle copertine di depliant e monografie dell’epoca, e poi mi dite qualcosa. Il famoso filtro a 5 facce… mio Dio! Una foto così si trova pure su una copertina di Lucio Battisti.

E poi, pulsantino più chiaro e più scuro per quelli che non hanno la minima idea di cosa vogliono dire Gamma o Contrasto. Solo sanno che vogliono migliorare l’immagine. Col sistema del prova e riprova prima o poi ci azzeccano pure loro. Un’interfaccia utente a linguette tipo agenda, pratica e funzionale, le solite palettes enormi che riempiono quasi tutto lo schermo.

WEBSTYLER 1.0

Un programmino snello per definire gli stili dei Web site. Come fare banner, bottoni e barre di navigazione tutte nello stesso stile. Un poco più grezzo che la sua diretta concorrenza (Xara, Ulead) ma funzionale, e soprattutto: tutto automatico. La tendenza è questa, dopo tutto. E fare pulsantini e banner è un lavoro estremamente noioso, quando è da fare in serie.

PAGE MILL 3.0

Il cui unico pregio è stato, da sempre, di essere uno dei pochi software per fare Web pages disponibile per il Mac. Il moderatore cerca di spacciarlo come “semplice”, alla platea dei semi-pro. Ahi! Ahi! Poi annega in un: “questo si può fare ma non sto a spiegarvelo, l’errore che vedete è colpa del mio computer (ma non è semmai il contrario, che quando un computer non funziona bene si da la colpa al software?)

PAGEMAKER 6.5 PLUS

Il “Plus”sta ad indicare che nulla è cambiato, ma che sono solo state aggiunte delle cose. Templates, Cliparts. Ecco cosa: 60 Mb, a fronte di un programma che prende 80Mb. Ed in più contiene l’Acrobat Distiller 4.0, di cui parlo dopo.

Anche se il Pagemaker non è stato presentato + di tanto in questo seminario, io ho ricevuto la copia che avevo ordinato proprio ieri, e vi posso riferire in prima persona. È il buon vecchio Pagemaker 6.52 aggiunto di una barra con icone stile Word, e una montagna di template e Clipart. Tipo: “signorina, mi faccia la brochure del nostro programma vendite. Sì, così va bene, la foto in mezzo ed il testo a lato. Ok, me ne faccia stampare 1000 copie”

ACROBAT 4.0

Rimane una roccia, e potenzialmente assai migliorato, quell’Acrobat 4.0 che poco alla volta sta promuovendosi come l’interprete unico e totale di tutto il Publishing, Web, Mac/PC compatibile.
Ecco alcune funzioni che vengono aggiunte a questo super prodotto: Veramente buono per comprimere e interpretare correttamente i file, ma una compatibilità all’indietro dubbia. Chi ha il 3.01 deve comprare la versione nuova se vuole interpretare correttamente i file che questo nuovo produce.
Il Capture, che in precedenza era venduto da solo al patetico prezzo di $1.000 (patetico perché il programma era abbastanza inusabile, vecchio come interfaccia, e con dei “bugs”che vi raccomando), viene incorporato in Acrobat 4.0. Segno che nonostante il presumibile fiasco commerciale, riscuote ancora i favori della ditta e, a dir la verità, se funzionasse bene, sarebbe una cosa UTILISSIMA.
La possibilità di scrivere sui file “.pdf”fatti in Acrobat, di inserire facilmente le pagine, di cambiarne l’ordine, che sul 3.0 era uno stress.

Speravo di vedere l’ultima perla acquisita dalla Adobe, il GOLIVE della Cyberstudio, per fase siti Web.

La Cyberstudio, che si è inchinata al gigante di San Jose, ha venduto il pacchetto di questo programma che sembra sia veramente interessante, ma di cui al momento ho solo sentito parlare.
E non si è parlato di questo nuovo INDESIGN, che dovrebbe sostituire il Pagemaker, in versione più friendly, cavallo di battaglia Adobe per il 2000.
Altrettanto non si è parlato di ILLUSTRATOR, grafica vettoriale, integrazione e gestione delle immagini rasterizzate, etc. Segno che il pubblico non era considerato degno.

In generale, quindi, niente di veramente nuovo sotto il sole, dunque, solo un tentativo di venire incontro alle masse, ed all’incompetenza e pigrizia dei più, per allargare il mercato. Io sono molto critico, ma se gli ingegneri e i ragionieri della Adobe hanno scelto questa strada, avranno le loro buone ragioni. Purtroppo è ben reale che in quest’epoca di consumo di massa vince chi produce per la maggioranza. Ne sanno qualcosa i signori della Apple.

Da San Francisco, questo è quanto.

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