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Adwords continua a creare guai giudiziari a Google

14 Febbraio 2005

Adwords continua a creare guai giudiziari a Google

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Dopo Bourse des vols, Rentabiliweb, Vuitton e Axa, il servizio di link sponsorizzati di Google è nuovamente sotto accusa per contraffazione di marchio

La seconda camera del Tribunal de grande instance di Nanterre, che aveva già condannato Google France in occasione del caso “Bourse des vols ” (è ora in corso la procedura d’appello), questa volta ha ordinato, in via cautelare, misure più severe nei confronti del motore di ricerca, a causa del metodo di funzionamento del suo servizio Adwords e del suo “ruolo attivo” nella scelta delle parole chiave per i suoi clienti.

Nel frattempo, numerose altre azioni giudiziarie di contenuto analogo sono state intraprese da importanti aziende,

Il tribunale di Nanterre ha osservato che il sistema di link sponsorizzati a pagamento Adwords di Google si basa “su una correlazione stretta tra le parole chiave scelte da un inserzionista (…) e la ricerca dell’utente effettuata sul motore di ricerca”. Considerando gli atti di contraffazione proibiti dagli articoli L. 713-2 e L. 713-3 del codice della proprietà intellettuale francese, l’utilizzo di questo servizio presuppone, dunque, che l’inserzionista non scelga il marchio di un concorrente, per rinviare l’utente su propri prodotti e servizi identici o simili.

Sulla base di queste norme, il 25 ottobre 2004 la nota società proprietaria degli hotel Meridien ha citato in giudizio Google France per contraffazione dei suoi marchi “Meridien” e “Le Meridien”.

A propria difesa, Google France ha tentato di dimostrare la cessazione della materia del contendere, in quanto i link controversi generati dal servizio Adwords non apparivano più già dal 14 ottobre 2004. Nel tentativo di arrivare a una composizione amichevole della controversia, il motore di ricerca aveva infatti deciso di bloccare gli annunci contestati.

Il tribunale non ha però ritenuto sufficiente questo argomento, ritenendo il servizio Adwords “suscettibile di essere all’origine di nuovi link commerciali controversi”. Il tribunale ha anche ricordato che l’articolo L. 716-6 del codice della proprietà intellettuale, per l’accoglibilità dell’azione cautelare, “non richiede che la falsificazione sia stabilita in modo innegabile, ma soltanto che esistano elementi tali da far presumere che possa essere messa in atto”.

A questo proposito, la ricorrente ha fornito tre prove per dimostrare che, in occasione di ricerche sui suoi marchi, il servizio Adwords generava link pubblicitari per società alberghiere concorrenti.

Il tribunale ha, inoltre, ritenuto inidonea a escludere la responsabilità di Google France nella scelta delle parole chiave, la clausola contrattuale in base alla quale l’inserzionista “è responsabile delle parole chiave scelte”. Ciò in quanto Google France svolge un “ruolo attivo” nelle scelte operate dai suoi inserzionisti, proponendo un elenco di “parole chiave suggerite dal sistema Adwords”, tra cui i termini “meridien” e “le meridien” quando l’annuncio si riferiva ad attività alberghiere.

In attesa del giudizio di merito, il tribunale ha, perciò, ordinato a Google France di eliminare da questo elenco le parole e le espressioni seguenti (con o senza accento): meridien(s), le méridien, lemeridien, les meridiens, lesmeridiens. Così come qualsiasi combinazione di questi termini con le parole “hotel” e “resort”.

L'autore

  • Annarita Gili
    Annarita Gili è avvocato civilista. Dal 1995 si dedica allo studio e all’attività professionale relativamente a tutti i settori del Diritto Civile, tra cui il Diritto dell’Informatica, di Internet e delle Nuove tecnologie.

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