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Brevetti: Eolas vince la battaglia contro Microsoft

07 Ottobre 2005

Brevetti: Eolas vince la battaglia contro Microsoft

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La società americana ha ottenuto il riconoscimento del suo brevetto sui plug-in, una decisione che consente a Eolas di battere cassa presso tutti gli sviluppatori di browser Web, Microsoft in testa

È una storia senza fine quella del brevetto Eolas e della sua guerra contro Microsoft, che si trascina, attraverso battaglie legali, sin dal 1999. Questa volta, la decisione presa dall’Ufficio americano dei brevetti potrebbe avere conseguenze pesanti per l’intera comunità Web.

L’U.S. Patent and Trademark Office ha infatti recentemente confermato la validità del brevetto n° 5.838.906 (detto brevetto 906), depositato nel 1998 da Eolas. Il brevetto riguarda i plug-in relativi alla visualizzazione delle pagine Web. Questa tecnologia è utilizzata da Microsoft nel suo browser Internet Explorer, ma anche da numerosi altri concorrenti.

Microsoft era stata citata in giudizio da Eolas nel 1999, per violazione di brevetto; il procedimento di primo grado si era concluso nel 2003, con la condanna di Microsoft a versare 521 milioni di dollari a Eolas.

La società di Redmond aveva fatto immediatamente appello e, contestualmente, aveva minacciato di riscrivere il suo browser eliminando le tecnologie descritte nel brevetto di Eolas. Così facendo, Internet Explorer – così come, presumibilmente, gli altri browser – sarebbe stato privato dei plug-in che influiscono sulla visualizzazione delle pagine Web, come ad esempio gli applets Java, i controlli ActiveX o i componenti di lettori multimediali o Flash. Sarebbe stato, perciò, necessario modificare completamente le pagine Web esistenti. Un vero disastro per il Web.

Il consorzio W3C (che definisce gli standard tecnologici del Web), preoccupato dallo scenario che andava disegnandosi, è intervenuto presso l’U.S. Patent and Trademark Office per chiedere di verificare la validità del brevetto di Eolas. A sostegno della richiesta, il W3C ha addotto “prove di anteriorità”, volte a mettere in evidenza l’invalidità del brevetto.

L’istanza è stata accolta dall’Ufficio brevetti, che ha dichiarato l’invalidità del brevetto, ammettendo di non avere correttamente verificato se una tecnologia di questo tipo esistesse già prima del deposito del brevetto da parte di Eolas.

Questa stessa argomentazione ha poi permesso alla Corte d’appello di accogliere l’impugnazione di Microsoft, nel marzo 2005.

Nel frattempo, però, Eolas ha impugnato la decisione dell’Ufficio brevetti, ottenendo un giudizio a sé favorevole. Ora la questione è stata rinviata al tribunale competente, che dovrà nuovamente pronunciarsi sulla vicenda.

Intanto, la comunità Internet resta in allarme.

L'autore

  • Annarita Gili
    Annarita Gili è avvocato civilista. Dal 1995 si dedica allo studio e all’attività professionale relativamente a tutti i settori del Diritto Civile, tra cui il Diritto dell’Informatica, di Internet e delle Nuove tecnologie.

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