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Collaborazione facile con PBWiki

13 Novembre 2007

Collaborazione facile con PBWiki

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Wikipedia è uno dei siti più utilizzati del web, e chiunque può collaborare alla crescita dei suoi contenuti. Ma se ci accontentassimo anche solo di un piccolo wiki personale?

“Wiki” è ormai la parola hawaiana più conosciuta del secolo. “Aloha”, il saluto tradizionale, è forse la parola più nota in assoluto, ma “wiki” supera di certo “akamai” in una ipotetica classifica di notorietà. Per chi non lo sapesse, “wiki” significa “veloce” e la velocità d’uso e di realizzazione è una delle caratteristiche principali di un sito costruito con tecnologia wiki. L’esempio di wiki più famoso al mondo è – ovviamente – Wikipedia.

Ma esistono moltissimi altri wiki: il primo risale agli albori del web – anno domini 1995 – e il sistema di content management (WikiWikiWeb) è stato creato da Ward Cunningham sulla base del glorioso Hypercard degli anni ’80. Se siamo d’accordo nell’individuare la caratteristica principale di un wiki quella per cui chiunque può modificare le pagine di un sito basato su questa tecnologia, risulta chiaro che Cunningham non ha fatto altro che sviluppare l’idea del Memex di Vannevar Bush, l’ispiratore della teoria degli ipertesti.

Questa brevissima rassegna storica soltanto per evidenziare come le istanze collaborative molto spesso usate come uno slogan del cosiddetto web 2.0 siano iniziate con la nascita stessa di Internet: l’attuale situazione storica e tecnologica permette soltanto una maggiore facilità e una maggiore presa di coscienza nell’uso del web collaborativo.

Un wiki, dunque, è semplice e veloce da usare, è collaborativo e si basa sull’ipertesto. Ma nella pratica quotidiana, a che cosa può servire? Tanto per cominciare i siti realizzati con tecnologia wiki sono sempre poco attraenti dal punto di vista grafico, non consentono una totale personalizzazione dello stile e in definitiva pongono dei limiti che altri sistemi di content management superano senza problemi. Ma pensiamo a piccole reti di collaboratori, ad esempio in un singolo ufficio, che devono poter gestire idee, documenti e scadenze per i loro progetti di lavoro (un’ottima soluzione per il knowledge management aziendale). O a un gruppo più o meno esteso di fan di un determinato artista o show che vuole realizzare una mini-enciclopedia personalizzata (è il caso di Lostpedia, dedicata alla fortunata serie Tv). O a un gruppo misto educatori/studenti che voglia realizzare un sistema agile e aperto di e-learning su temi specifici. E di certo nessuno vieta di avere anche un wiki personale e privato, magari usato come strumento di gestione della propria produttività, dove annotare idee, appuntamenti, etc.

Chiunque abbia bisogno di realizzare un sito (nel senso più ampio di “collezione di documenti ipertestuali”) che sia modificabile da più soggetti trae sicuramente vantaggio dall’uso di una piattaforma wiki. Solo che molti software per wiki (come MediaWiki, su cui si basa il citato Wikipedia ma anche altri wiki di dimensioni considerevoli come LyricWiki, CookbookWiki o AboutUs) vanno “fisicamente” scaricati e installati su un server prima di poter funzionare.

PBwiki, invece, è la soluzione ottimale per chi non ha modo o voglia di installare nulla né sul server né sul client. PBwiki è l’acronimo di Peanut Butter Wiki, a significare che la creazione di un sito con questo sistema è veloce come farsi un sandwich di burro d’arachidi – che poi è anche il logo del progetto. I creatori di PBwiki, tre neo-laureati di Stanford, sostengono che nel giro di un paio d’anni (il sito è stato lanciato a giugno 2005) il loro è diventato il più grande servizio di wiki al mondo: uno slogan che trova conferma più nel numero di wiki ospitati che non nel traffico da questi generato. PBwiki infatti è lo strumento preferito da singoli utenti o piccoli gruppi per realizzare wiki gratuitamente e con la massima velocità.

Sulla home page del sito è possibile partire immediatamente, dando un nome al proprio wiki (che genererà un URL del tipo “nomewiki.pbwiki.com”) inserendo il proprio indirizzo di e-mail e scegliendo il tipo di wiki (educativo, aziendale o individuale) per ottenere modelli di pagina diversi e personalizzati sulle proprie esigenze. Oltre a ciò, dalla home page si può accedere ai tab in testata (sotto il logo PBwiki) che offrono informazioni sulle caratteristiche del servizio, esempi d’uso e case study, la possibilità di passare a una versione premium a pagamento per le aziende, e una ricca sezione su come sfruttare la tecnologia wiki a scopi educativi, con tanto di collezione di white paper dedicati agli insegnanti.

Creare il primo wiki vale come operazione di iscrizione (la stessa che si può attuare cliccando sul link sign up in alto a destra). Da quel momento, ogni successivo login ci porterà direttamente sulla nostra pagina personale (MyPBwiki) dove verranno man mano annotati tutti i wiki che abbiamo creato, quelli cui partecipiamo come redattori e quelli di cui siamo amministratori anche se non sono stati creati da noi. Si può inoltre scegliere in che modo e con quale frequenza essere avvertiti della modifica di una pagina del wiki e anche cercare un wiki nel database di PBwiki al quale iscriversi come redattore. In altre due tab della pagina personale è possibile inserire qualche informazione sul proprio profilo e gestire l’indirizzo di e-mail e la password di accesso.

Oltre a questo, non resta che entrare nel wiki appena creato, e definirne a monte alcune caratteristiche fondamentali. Prima tra tutte, la password di accesso per modificare il contenuto delle pagine (è possibile ovviamente condividerla con un gruppo più o meno ristretto di utenti). In seguito, occorre specificare se il proprio wiki sarà pubblico o privato. Tutte le caratteristiche del wiki potranno poi essere modificate in ogni momento accedendo al menu “Settings”. Nel frattempo, al nostro indirizzo e-mail sarà pervenuta una mail di benvenuto con link a una serie di tutorial.

Chi è già esperto nella creazione di pagine web o ha già visto diversi tipi di Cms potrà anche ignorare i tutorial e passare direttamente ai fatti, ma PBwiki è molto attento a chi si avvicina per la prima volta al mondo del web, e per cominciare ci accompagna passo passo (almeno nel caso si sia scelto un wiki personale) alla modifica della prima pagina, alla creazione di una nuova pagina (con relativa scelta di template) e alla condivisione del wiki con altri utenti a scelta (è possibile anche prenderli dalla rubrica di GMail).

Queste sono le operazioni fondamentali da imparare per gestire un wiki. Per il resto, basta fare affidamento sui tasti in testa e in coda alle pagine, che propongono anche la possibilità di commentare le pagine (tasto Comments), inserire file nel wiki (tasto Files, con un limite di 11 MB per gli account free), passare ad un account a pagamento (tasto Add Features).

In coda a ogni pagina c’è sempre un riepilogo informativo sulla pagina specifica, con possibilità di stamparla direttamente in Pdf, e sul wiki in generale. Dal menu Settings sopra citato (link in alto a destra), si possono gestire gli aspetti di accesso, condivisione e grafica del wiki. Uno dei settaggi più interessanti è quello che permette di utilizzare l’editor Point and Click, sostanzialmente un editor WYSIWYG all’interno delle pagine che offre possibilità di formattazione simili a quelle di qualunque word processor. Altrimenti, il modo classico di formattare il testo all’interno di un wiki non è immediato, pur essendo molto semplice.

Nella sezione Help sono comunque presenti un cospicuo gruppo di FAQ e un forum di discussione. Ma per imparare il WikiStyle, il metodo di formattazione del testo tipico dei wiki, la cosa migliore è visitare Yummy, il wiki dedicato a… PBwiki! Qui si scoprirà, tra le altre cose, come realizzare **grassetti**, “corsivi” e __sottolineati__ (in sostanza usando doppi asterischi, virgolette e underscore prima e dopo il testo da formattare) o come creare link interni al wiki senza usare tag Html, ma semplicemente dando alle pagine nomi con almeno due maiuscole (per esempio, NomePagina).

In ogni caso, qualunque sistema di editing si voglia usare, il wiki è pronto per essere modificato, rimpolpato, arricchito da una o più persone, da gruppi ristretti fino al potenzialmente infinito numero di utenti mondiali. Non c’è limite al numero di pagine, fermo restando il limite da 11 MB di spazio su server.

Un’ultima cosa: per chi se lo fosse chiesto all’inizio, “akamai” significa “furbo, sveglio, intelligente”. Una qualità che al giorno d’oggi, forse, è sempre più subordinata alla velocità.

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