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Come fare la postproduzione nella fotografia di matrimonio

14 Dicembre 2021

Come fare la postproduzione nella fotografia di matrimonio

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Photoshop non può trasformare una brutta foto in un capolavoro. Ciò detto, la postproduzione è una parte rilevante della realizzazione di un servizio.

Rendere unico ogni servizio anche nei dettagli

In poche e semplici parole, la postproduzione è l’elaborazione dei file in formato RAW e la loro successiva conversione in JPEG. È la fase tra lo scatto e la consegna delle fotografie ai clienti. È l’equivalente digitale dello sviluppo delle fotografie a pellicola e costituisce una tappa fondamentale del servizio fotografico.

È l’occasione per correggere piccoli problemi in fasi di scatto, ma anche per effettuare la correzione del colore, della luce e dell’esposizione. Ci permette, inoltre, di sistemare piccole imperfezioni nella scena.

Personalmente, preferisco investire più tempo e attenzione in fase di scatto per ottenere un’immagine il più possibile vicino all’ideale e risparmiare così tempo in postproduzione. Una brutta foto non si può trasformare in un capolavoro in Photoshop.

In questa fase, dopo avere selezionato le immagini, abbiamo all’incirca 300 foto da postprodurre, divise per categoria:

  1. Sposa (protagonista indiscussa della giornata!): da 20 a 50 foto.
  2. Sposo: da 10 a 30 foto.
  3. Cerimonia/chiesa: da 50 a 90 foto.
  4. Esterne: da 20 a 40 foto.
  5. Ricevimento: da 60 a 150 foto.

Naturalmente, il numero di foto di questi momenti della giornata varia tantissimo e quello che do è da intendersi come una traccia. Il numero reale dipende dal tipo di matrimonio, da come si sviluppa la giornata, delle usanze di ogni famiglia, dal budget prestabilito, dal numero degli invitati…

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Questi numeri possono cambiare anche in base all’importanza che ogni coppia dà alle diverse fasi del matrimonio: alcuni gradiscono giochi e balli, altri prediligono i momenti trascorsi a tavola con i familiari. È proprio per queste ragioni che non si può vedere il servizio di matrimonio come un prodotto standard: ogni coppia è unica e vive in modo altrettanto unico la sua giornata speciale ed è perciò fondamentale costruire per loro qualcosa di artistico e veramente cucito su misura.

Consiglio comunque di occuparsi personalmente della selezione. Non lasciamo mai il materiale originale agli sposi: li metteremmo in difficoltà con una grande quantità di file da gestire e rischieremmo la scelta di foto che non rappresentano a pieno il nostro stile.

Ci sono diverse opzioni di software per postprodurre le immagini che, grosso modo, possiamo dividere in tre gruppi:

  • programmi per gestire il workflow;
  • programmi per modificare e convertire i RAW;
  • programmi per modificare le foto.

Alcuni di questi racchiudono più funzioni. Adobe Lightroom e Capture One, per esempio, servono sia per gestire la catalogazione e selezione delle immagini, sia per lo sviluppo vero e proprio del file RAW.

Nel mio studio preferisco usare Adobe Bridge e, successivamente, postprodurre con Camera Raw direttamente da Photoshop. Talvolta, per attività più massive come un evento o una festa, utilizziamo, dopo Bridge, Lightroom, che permette operazioni più veloci e si interfaccia con i software per il caricamento su web.

Una piccola precisazione: le funzionalità e regolazioni di Lightroom e Camera Raw sono identiche; quello che cambia è che con il primo possiamo gestire e catalogare i file, mentre con il secondo no. Possiamo quindi scegliere quello che preferiamo in accordo con il nostro metodo organizzativo.

Il mio workflow

  1. Adobe Bridge. Lo utilizzo nella prima fase della postproduzione per organizzare le immagini nelle diverse cartelle, impostare le categorie, classificarle utilizzando le stelle ed etichettarle con i colori.
  2. Camera Raw. Non si tratta di un software a sé, ma di un plug-in di Photoshop per l’elaborazione delle immagini in formato RAW. Dopo aver suddiviso le fotografie di un servizio in Adobe Bridge, sviluppo ogni singolo file di ogni categoria utilizzando Camera Raw. Questa tappa del lavoro si conclude con la conversione delle foto in formato JPEG a massima risoluzione.
  3. Photoshop. Lo utilizzo in primis per fare le modifiche eventualmente dimenticate su Camera Raw, come ritagli eccetera. Poi procedo con la postproduzione di ogni singola foto, che solitamente ho già segnalato in fase di selezione utilizzando il sistema di etichette di Bridge per risparmiare tempo. Qui faccio la correzione di piccole imperfezioni sui visi come macchie e brufoli e perfeziono la scena rimuovendo eventuali elementi di distrazione.

Elaborazione dei file RAW

Preferisco aprire insieme in Camera Raw tutte le foto di ogni singola categoria, per esempio tutta la preparazione della sposa.

Questo è un passaggio fondamentale perché dobbiamo tener sempre presente che le immagini appartengono allo stesso progetto e devono avere uniformità di colore e di stile. Vederle tutte assieme ci permetterà di essere più uniformi in questa fase di elaborazione.

Il servizio fotografico di un matrimonio è un racconto e per la mente umana la lettura è più semplice e piacevole se seguiamo un fil rouge. Per essere bravi narratori dobbiamo utilizzare le tecniche di comunicazione ed emozionare chi lo vedrà. Dobbiamo cercare la coerenza tra gli scatti, come lo scrittore che cerca di collegare i capitoli rendendo la sua opera scorrevole e gradevole a chi la legge.

La differenza è che noi fotografi lo dobbiamo fare utilizzando un linguaggio non verbale, fatto di inquadrature, immagini concettuali e anche messaggi subliminali. L’uniformità riguarda anche la morbidezza dell’immagine, che può essere più o meno contrastata: questa è parte dello stile, che può essere tradotto anche da un preset.

Non dobbiamo considerare i preset come il santo Graal della postproduzione. Se ben impiegati, ci consentono indubbiamente di risparmiare tempo, ma, dopo averli applicati, a meno di non aver scattato in studio utilizzando sempre la stessa luce, sarà comunque necessario regolare alcuni parametri manualmente (vedi la figura seguente).

I comandi base di sviluppo del RAW

I comandi base di sviluppo del RAW.

Durante un matrimonio lavoriamo in condizioni di luce molto diverse (che ovviamente cambiano anche col passare delle ore) e ambientazioni differenti. Avremo quindi foto con contrasto, luminosità e temperatura colore (bilanciamento del bianco) differenti.

Come primo step, applichiamo quindi il preset su tutti i nostri scatti, dopodiché apriamo ogni fotografia e regoliamo i valori (contrasto, bilanciamento del bianco eccetera) necessari a renderle più uniformi.

Un altro aspetto importante della postproduzione è il ritaglio, perché impatta direttamente sulla composizione dell’immagine. Anche in questo caso, il mio consiglio è mantenere sempre la stessa proporzione in tutto il progetto.

Dopo questo passaggio, rinomino tutti i file aggiungendo un numero a tre cifre e li esporto in formato JPEG in una sottocartella, mantenendo il nome della categoria di appartenenza, all’interno di una nuova cartella intitolata corrette, senza abbassarne la qualità (per Adobe si tratta della qualità 12, massima; vedi la prossima figura).

Dettaglio dei parametri di salvataggio del file

Dettaglio dei parametri di salvataggio del file.

Consiglio di creare una sottocartella per ogni categoria per mantenere le foto nello stesso ordine impostato prima.

Photoshop

In realtà, non edito con Photoshop tutti gli scatti fatti durante un servizio di matrimonio, ma soltanto circa il 50 o 60 percento. Innanzitutto, cerco di essere molto concentrato quando eseguo questo lavoro; non soltanto per evitare sprechi di tempi, ma anche perché un file in formato JPEG, se riaperto più volte, può danneggiarsi, con l’insorgere di problemi di banding, un fenomeno che rende alcune zone dell’immagine a bande uniformi.

Di solito, quando mi dedico a questa tappa del lavoro, cerco di isolarmi dal mondo: metto le cuffie e ascolto musica classica oppure chillout, così resto concentrato al 100 percento.

Fotografia di matrimonio - file con un problema di banding

File con un problema di banding.

Non sentiamoci obbligati a rivedere ogni singola immagine in Photoshop. Ricordiamo che Bridge serve anche a segnare i file che dovremo poi controllare e correggere nel passaggio attuale.

Su Photoshop agisco sulle imperfezioni della scena, per esempio la rimozione di elementi di distrazione, oppure una piccola macchia sui visi degli sposi. Naturalmente, i ritratti degli sposi vengono quasi sempre ricontrollati.

Controllo qualità finale

Dopo che tutte le immagini sono state postprodotte, riapro le cartelle di tutte le categorie e riguardo gli elementi che seguono.

  1. Lo stile dato al progetto fotografico: se è caldo, se è freddo eccetera. Dobbiamo assicurarci che tutto sia uniforme e coerente.
  2. Eventuali imperfezioni rimaste, per esempio un brufolo sul viso della sposa. Se lo rimuovo in una foto, devo farlo in tutte.
  3. Panoramica generale dei dettagli, elementi di distrazione, perfezionamento delle immagini. Ricordiamoci sempre di mantenere le stesse proporzioni di ritaglio.

A fine servizio, trovo comunque importante far riguardare tutto a un altro paio di occhi freschi prima di consegnarlo al cliente. Può essere un collega o un amico, quello che importa è che sia una persona che lo faccia volentieri e che non abbia ancora visto e rivisto quel servizio come me. Può capitare spesso infatti che, vedendo molte volte la stessa cosa, il nostro cervello abbia una certa difficoltà a identificare i difetti, perciò ritengo questo un passaggio fondamentale.

Questo articolo richiama contenuti e l’immagine di apertura da Fotografia di matrimonio.

L'autore

  • Alessandro Colle
    Alessandro Colle, dopo aver lavorato a lungo nel campo del marketing, nel 2009 ha intrapreso la carriera di fotografo professionista, fondando lo studio Collephoto e specializzandosi nella fotografia di matrimoni e ricevimenti. Attento alla cura dei dettagli, è sempre alla ricerca di punti di vista nuovi e originali che rendono ogni storia unica e speciale.
    (Foto: Serena Rossi)

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