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Condividere le presentazioni con Slideshare

05 Marzo 2008

Condividere le presentazioni con Slideshare

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Sta alle presentazioni come Flickr alle foto. Come usarlo per il lavoro, per lo studio e per il tempo libero

Come utenti dei servizi cosiddetti “web 2.0”, siamo ormai abituati a guardare fotografie e video, ascoltare musica e ovviamente leggere testi originali sui blog abbandonandoci alla serendipità (la fortuna di incontrare casualmente contenuti utili proprio nel momento in cui stavamo cercando qualcos’altro) e soprattutto taggando, cioè abbinando alle immagini, ai testi, ai video che troviamo una serie di parole chiave che possono aiutare noi stessi ed altri utenti a catalogare e ritrovare l’oggetto della ricerca. Tutto questo, per quanto molto nobile e significativo, risulta spesso agli occhi degli amici non internettiani una colossale perdita di tempo. Perché foto, video, blog e simili sono vissuti come un’indebita espansione del tempo libero a scapito del lavoro. E di sicuro passare troppo tempo su Flickr, YouTube o sui blog altrui non aumenta la produttività. Ma avete mai provato a mostrare ai vostri capiufficio Slideshare?

Con Slideshare la prospettiva si ribalta: il web 2.0 diventa improvvisamente uno strumento utile per lavoro. Creato nel 2006 da un team internazionale (uno sviluppatore americano e una designer indiana) allo scopo di condividere le presentazioni esattamente allo stesso modo dei citati servizi di condivisione foto e video, Slideshare è diventato in breve tempo uno dei servizi più utilizzati del web. I vantaggi sono immediatamente evidenti. A chiunque prima o poi capita di dover fare una presentazione in PowerPoint (o in OpenOffice, Keynote o Pdf – Slideshare accetta di tutto in upload). Grazie a Slideshare diventa inutile inviarla via mail come allegato a più indirizzi, non c’è più bisogno di portarsi sempre dietro una chiavetta Usb a rischio di visualizzare la propria presentazione in modo diverso su PC diversi. In generale Slideshare rende facile condividere i documenti e tenerne traccia anche dopo che l’evento che li ha ispirati (una conferenza, una riunione di lavoro, una lezione) è terminato. Un archivio di slide da tutto il mondo sugli argomenti più vari è una risorsa preziosissima.

A differenza degli strumenti per creare direttamente presentazioni on line (Google Docs, Zoho, Teamslide o Thumbstacks), Slideshare non ha limitazioni di sorta nella grafica e nell’uso dei caratteri, semplicemente perché la presentazione viene creata offline e solo dopo caricata sul sito, che immediatamente la converte in un file Flash, visibile allo stesso modo su qualunque piattaforma. La pagina principale di Slideshare presenta un tripudio di thumbnail: sono le ultime presentazioni inserite, le più scaricate, quelle in evidenza (spesso caricate in occasione di qualche BarCamp). Cliccando su un thumbnail si accede alla pagina della presentazione, molto simile alla pagina di un singolo video su YouTube. La presentazione si può lanciare (anche a tutto schermo), commentare, condividere, taggare e scaricare (se il creatore lo ha permesso a monte). Sulla colonna di destra, appaiono presentazioni simili per argomento o tag.

Per avere un proprio Slidespace in cui inserire le presentazioni create e condividerle, è sufficiente iscriversi (Sign up) inserendo pochi dati anagrafici. La pagina del proprio profilo appare inizialmente semivuota, ma a poco a poco – usando Slideshare come un qualsiasi altro social network – la pagina si riempirà di immagini relative alle presentazioni caricate, i contatti nel network, gli eventi cui si partecipa (per esempio, conferenze, fiere, barcamp), i commenti, la tag cloud, le ultime presentazioni degli amici e le presentazioni preferite. Per caricare una presentazione si possono usare diversi strumenti: l’upload singolo, il caricamento di un file che ha già un suo Url (che è già presente sul web, quindi), il caricamento via mail e soprattutto il “bulk upload”, per chi desidera caricare più di un file alla volta – con la raccomandazione di non superare i 30 MB per ogni file. In caso di ipertrofia delle slide, è comunque sufficiente spezzare il file in più segmenti inferiori alla dimensione massima…

La presentazione, dopo un lasso di tempo più o meno breve dedicato alla conversione, sarà visibile in formato Flash a tutti, con un Url unico (simile a quello dei filmati su YouTube) che potrà essere pubblicizzato dall’autore. A questo punto non resta che inserire dei tag per la propria presentazione ed eventualmente inserirla in qualche gruppo tematico. Le presentazioni caricate possono essere pubbliche o private, cioè condivise solo con alcuni altri utenti Slideshare o con altre persone (che abbiano almeno un accesso web). Ogni utente può comunque decidere a monte, al momento dell’upload, se la sua presentazione dovrà essere liberamente scaricabile o meno.

Slideshare è ovviamente integrato con una serie di altri network (ad esempio MySpace e Facebook), ma in ogni caso la comunità di utenti che ruota intorno al sito è di per sé attiva e numerosa: sono gli utenti a tener traccia degli eventi passati e futuri più interessanti del momento, e naturalmente a creare i gruppi. Non per niente, in un guizzo di meta-comunicazione, il gruppo più attivo (e più ricco di presentazioni) è quello relativo al web 2.0. Volendo spiegare ad un ignaro del web partecipativo che cosa si intende esattamente con l’espressione “web 2.0” basterà “prendere in prestito” una qualsiasi delle presentazioni del gruppo (in genere sono licenziate Creative Commons). Gli utenti dei gruppi hanno persino pensato a contest periodici sulle presentazioni più belle e interessanti!

Più recentemente, Slideshare ha aggiunto alle sue funzionalità lo Slidecast: un neologismo originato dalla fusione dei termini “slide” e “podcast”. La propria presentazione può essere commentata da un flusso audio registrato e caricato su un qualsiasi spazio web. Slideshare offre uno strumento di sincronizzazione tra l’audio e le slide che origina in output uno Slidecast, cioè un file multimediale che potenzia ulteriormente il valore della presentazione caricata in origine. Sincronizzare audio e slide in uno Slidecast non è difficile, anche se richiede una certa familiarità con l’interfaccia di programmi di editing audio/video. Gli utenti più esperti apprezzeranno comunque la possibilità di montare con grande precisione il flusso multimediale. Per questa funzione (come per tutti gli aspetti dell’uso di Slideshare) sono disponibili Faq molto dettagliate.

Gli Slidecast così realizzati possono diventare la base perfetta per un webinar (un tipo di web conference in modalità “seminario”, cioè un singolo che parla a diversi spettatori): i propri Slidecast possono essere presentati a convegni, barcamp e ovviamente anche su Second Life che – dal punto di vista degli eventi culturali – è ormai diventato il luogo principale dove organizzare conferenze ad alta partecipazione di avatar. Per chi fosse intimorito dai riferimenti a webinar, web conference e barcamp o più in generale per chi desidera usare il web in modo più ludico, Slideshare è comunque un vero e proprio serbatoio di presentazioni “inutili” ma molto accattivanti: dagli album di foto eccellenti alle tipiche slide di barzellette/test/spiritosaggini varie. I filtri antispam sono avvertiti, Slideshare può anche diventare un’arma potentissima nelle mani degli amanti delle mail a catena.

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