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Crescita senza freni

13 Febbraio 2017

Crescita senza freni

di

Il mondo maker viaggia a ruota delle tecnologie di guida senza pilota, con strumenti per provarci in modalità economica.

L’anno fatidico è il duemilaventi e ci sono tutti gli indizi di un cambiamento tecnologico di notevole impatto psicologico. Sarà spettacolare assistere all’effettiva rivoluzione delle automobili a guida autonoma.

È un fenomeno tecnologico che implicherà la probabile scomparsa delle scuole guida nella forma a cui siamo attualmente abituati, ma che certamente ha un fascino tutto speciale.

I prototipi sono già in strada, perché è da qualche anno che tutte le case automobilistiche progettano i sistemi necessari. Non solamente auto a guida assistita, che nelle fasce di prezzo più alte è già una realtà presente, ma vere e proprie automobili completamente autonome, che lasciano ai passeggeri la sola scelta di quale intrattenimento adottare durante il viaggio, tramite nuovi e sofisticati sistemi comandabili da semplici gesti della mano. Gli analisti di Gartner e IHS prevedono 21 milioni di veicoli a guida autonoma venduti entro il 2035.

Il recente Consumer Electronics Show di Las Vegas è stata la vetrina recente di vari modelli avveniristici. Da Nissan con la tecnologia Seamless Autonomous Mobility sviluppata in collaborazione con la NASA, a BMW con avanzati modelli della serie 5 che già oggi è dotata di alcuni assaggi di sistemi per la guida assistita.

Dentro un'auto driverless

Il prototipo senza pilota già su strada sviluppato da Ford, pronto per il 2021.

 

Mercedes Benz ha progettato auto capaci di disegnare via laser la scritta stop, o viceversa le strisce pedonali, di fronte a un pedone in procinto di attraversare la strada, per indurlo ad arrestarsi o ad attraversare secondo le capacità dell’auto di fermarsi in tempo per evitarne l’investimento.

Citare Ford, Audi, Tesla, Faraday Future, Jaguar e tanti altri allungherebbe un’inutile lista di soluzioni diversificate tutte promesse per essere omologate tra circa un quinquennio.

Cosa ha portato a tanto? Indubbiamente un insieme di fattori, tra i quali spicca l’elaborazione ormai capace di prestazioni eccezionali in spazi minuscoli, un software sviluppato per imparare e migliorarsi sulla base dell’esperienza, una cartografia che fornisce mappe precise al centimetro e certamente una fantascientifica evoluzione dei sensori capaci di rilevare i dettagli dell’ambiente in grandi aree e con precisione che ha del magico.

Un esempio è l’ultima versione del Lidar (Light, Detection and Ranging) sviluppato da Velodyne, capace di tenere sott’occhio un campo visivo di oltre 100 metri a 360 gradi, tramite sedici canali laser che individuano e registrano 300 mila punti al secondo, in un aggeggio che pesa 830 grammi ed è poco più piccolo di un barattolo di salsa.

Lidar

Il trucco della guida autonoma sta tutto nel Lidar, con tanto software aggiunto.

 

Tramite questo prodigio tecnologico di cui è già stato promesso un modello capace di penetrare lo spazio fino a 230 metri, la risoluzione di riconoscimento oggetti di cui è dotata un’automobile a guida autonoma scende, oggi, al centimetro.

In una megafabbrica appositamente costruita a San José verranno prodotti un milione di esemplari entro il 2018, un altro segno evidente di cosa ci aspetta in termini di produzione di massa di autoveicoli senza pilota.

È tanto vero che la tecnologia ha raggiunto prestazioni incredibili a costi contenuti, che anche il mondo dei maker può beneficiare di alcune ricadute interessanti. Ne parleremo in un prossimo post. Continuate a guidare con prudenza, finché tocca a voi farlo.

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