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Diventare imprenditori: le ragioni per farlo subito

04 Novembre 2022

Diventare imprenditori: le ragioni per farlo subito

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Una volta era diverso; oggi non si è mai troppo giovani per diventare imprenditori. Anzi, meglio farlo mentre ancora si studia.

Pro e contro del diventare imprenditori prima di quando potrebbe sembrare ragionevole

Diventare imprenditori da giovani è sempre più desiderabile nel mondo di oggi, ma non è detto che sia per forza più facile.

Dipende anche da come definiamo l’imprenditorialità; se la intendiamo come il costruire un’impresa volta al profitto, c’è sicuramente un momento in cui più giovane non è necessariamente meglio.

Ci sono molti modi per coltivare le capacità necessarie a un imprenditore di successo. La nostra idea è che, in generale, prima si affronta il compito di creare qualcosa di proprio, sia un’associazione scolastica o un corto da girare assieme agli amici, una organizzazione no-profit locale o una piccola azienda, meglio è. Pochi insegnanti sono efficaci quanto la tecnica di tentare, sbagliare, imparare, ritentare.

Superare i pregiudizi di una volta per diventare imprenditori oggi

Il giovane imprenditore del 2002 è diverso da quello del 2022. Uno dei cambiamenti incredibili degli ultimi decenni è stata la legittimazione dell’imprenditorialità come percorso professionale accettabile. Aprire una società nel 2002 era molto più difficile, non solo in termini di approccio a risorse più limitate di oggi, ma anche perché andava contro una serie di norme sociali, aspettative genitoriali e un numero minore di percorsi professionali ritenuti degni di rispetto.

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Oggi abbondano in mille città programmi di accelerazione delle startup per imprenditori giovani; chiunque sia interessato può rifarsi ad anni di esperienze e iniziative già accadute e rintracciabili online; esiste, soprattutto, una pletora di strumenti estremamente accessibili e già pronti, dai tool no-code alle procedure online per costituire e amministrare società. Non c’è mai stato un momento migliore per inseguire un sogno imprenditoriale.

Diventare imprenditori richiede commettere qualche errore e da giovani è più facile

Uno dei maggiori vantaggi dell’esplorare l’imprenditorialità da giovani è che i rischi e le dipendenze che limitano la creatività e la sperimentazione sono minori, mentre il costo di un fallimento è molto minore. Mettere in piedi un’azienda intanto che teniamo in equilibrio un mutuo, figli e responsabilità familiare è più difficile e rischioso. La giovinezza, e trovarsi ancora nel corso degli studi, fornisce una rete di protezione che permette maggiore audacia e sperimentazione.

Anche se la propria iniziativa non ha successo, le persone incontrate e le lezioni imparate apriranno più porte di quelle che il fallimento ha chiuso. Il compromesso ha meno a che fare con il rischio di non farcela, quanto più con il restringere il proprio impegno su un singolo problema prima di avere avuto l’opportunità di seguire i propri altri interessi con maggiore libertà e disponibilità.

Che cosa mettere nella cassetta degli attrezzi del giovane imprenditore

Nel corredo che probabilmente funziona meglio per la maggioranza delle persone che intendono diventare imprenditori ci sono attitudine mentale (curiosità e tenacia gli accessori più importanti), contesto (giovane, studente, sperabilmente libero da responsabilità pesanti) e risorse pratiche (suggeriamo con forza, per esempio, di iniziare dalle risorse gratuite della Startup School di Y Combinator).

L’immagine romantica e autodistruttiva della startup dove non si dorme mai, circondati da cartoni di pizza da asporto, è tramontata

Costruire qualcosa di nuovo è un’impresa sicuramente complicata e spesso incredibilmente time-consuming, per quanto le veglie costanti non siano obbligatorie. È importante distinguere tra una startup e altre iniziative imprenditoriali; ci sono moltissimi business che possono crescere a ritmo umano senza la frenesia di certe startup finanziate da capitale di ventura.

Parlando di startup on particolare, spesso vengono alla ribalta situazioni al limite del masochismo nelle quali non si dorme o non si mangia o non si fa esercizio o tutte queste cose; alla fine, però, parliamo di una maratona, non di uno sprint. La cosa più importante è riuscire a mantenere nel tempo l’impegno e la concentrazione, iterando verso una versione del prodotto capace di raggiungere il mercato.

Diventare imprenditori da giovani oggi significa anche sostenibilità

Mettere in piedi una startup significa impegnarsi non per giorni, settimane o mesi, ma più probabilmente anni. È una parte del perché ha senso impiegare tempo a esplorare i propri interessi prima di dedicarsi a fondo a un singolo problema. Saper rendere sostenibile lo sforzo nel tempo è cruciale per non bruciarsi.

Bisogna anche sforzarsi di levare incrementalmente il rischio dalla propria iniziativa. Arriverà comunque il momento di prendere una decisione radicale rispetto all’impegno richiesto per affermare un prodotto o una visione; ma non deve accadere senza considerare la sostenibilità del proprio stile di vita e di lavoro.

Uno dei primi dilemmi del diventare imprenditori da giovani è scegliere saggiamente soci e collaboratori

I problemi con i cofondatori sono la causa più frequente dei fallimenti delle startup. Trovare qualcuno con cui abbiamo già collaborato, a scuola o sul lavoro, è un eccellente punto di partenza. La parte problematica è affrontare le questioni critiche subito: come è suddivisa la proprietà? Perché vogliamo davvero lavorare su questo problema? Quanto a lungo dedicheremo tempo alla startup? Che lavoro ti piace fare, e che lavoro ti tocca fare? Come comporre i disaccordi? Meglio scrivere chiaramente tutte queste cose, da subito.

Un test usato da molti fondatori è la prova della domenica: se quella persona stesse lavorando in ufficio di domenica, la raggiungeresti? Nel caso di una risposta diversa da un entusiastico , probabilmente non è la persona giusta.

Meglio diventare imprenditori per affermare una grande idea che per diventare imprenditori seriali

Diventare imprenditori seriali sembra più la conseguenza dell’innamoramento per la costruzione di cose nuove e la soluzione di problemi difficili che una scelta intenzionale. La serialità ha anche un vantaggio: chi impara dagli errori dell’avventura precedente li supererà più agevolmente in quella successiva.

Farlo da giovani vuol dire approcciarsi ai problemi senza il peso di una visione calcificata del mondo e quindi aumentare le probabilità di successo. La mancanza di esperienza diventa infatti libertà di sperimentare nel costruire un’azienda e un prodotto.

Prima pensare al successo della startup; poi pensare, eventualmente, alla exit strategy. Non il contrario

Pensare a una exit strategy dall’inizio può essere utile, anche solo come esercizio di discussione con i cofondatori per ritrovarsi allineati sugli obiettivi realmente comuni. Detto questo, non raccomandiamo la exit strategy come obiettivo principale.

Prima che sia attuabile, saranno molti i problemi da risolvere e parte del costruire un’azienda consiste nell’inquadrare l’urgenza relativa delle problematiche cui occorre rispondere, in quanto le risorse e il tempo per farlo sono limitate e le risposte da dare aumentano con il tempo.

Un consiglio finale: quando iniziare a comunicare il prodotto di una startup

Buona parte dell’imprenditorialità concerne il trovare modi di ridurre ambiguità e rischi il più rapidamente possibile. Una delle capacità più importanti che si imparano agli inizi è sapere articolare la propria visione agli altri in modo convincente, che richiami supporto e appoggio. È difficile iniziare qualcosa dal niente e all’inizio l’unica cosa che abbia qualche valore è la propria visione del futuro; i primi collaboratori, investitori e clienti saranno quelli più coinvolti da questa visione, che iterata nel tempo guadagnerà in chiarezza e persuasività.

Per esempio, uno dei modi in ci siamo convinti che Autumn era una startup meritevole di essere fondata fu scrivere da zero a docenti ed esperti del campo fino a quando abbiamo individuato quelli entusiasti della nostra visione e capaci di aggiungere la propria prospettiva chiarificatrice sul problema; molte di queste conversazioni anticipatrici ci hanno portato esperti disposti a indirizzare e ispirare il nostro lavoro.

Ci sono persino startup che cominciano scrivendo lettere di intenti (LOI, Letter of Intents) prima ancora di avere un prodotto, proprio per assicurare un interlocutore che quanto si sta costruendo risolve effettivamente un problema di urgenza sufficiente da essere preso in seria considerazione.

Immagine di apertura di Desola Lanre-Ologun su Unsplash.

L'autore

  • Swish Goswami

    Swish Goswami è CEO di Surf, una tech company che offre ai grandi marchi un nuovo modo per coinvolgere e comprendere i consumatori. Ha lavorato come consulente per società come Google, Western Union e American Express. Inserito nella Plan Canada’s Top 20 Under20, è riconosciuto come Top Voice di LinkedIn ed è stato insignito del premio Startup Canada's Young Entrepreneur of the Year e dell'Outstanding Youth Leadership da parte delle Nazioni Unite.

  • Quinn Underwood
    Quinn Underwood è il CEO e co-fondatore di Autumn, una piattaforma che sfrutta l’intelligenza artificiale per aiutare gli utenti a misurare la propria salute mentale in tempo reale e riconoscere in anticipo sintomi di stress, ansia e depressione. Ha co-fondato la startup di healthtech ADVIN e la ONG Indian Umbrella. Nel 2015 è stato uno dei vincitori del Scotiabank Bright Future Award.

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