Tempi duri per il cloud, la nuvola che ci aiuta ad elaborare l’impossibile, ma anche richiede infrastrutture gigantesche e introduce sensibili ritardi di elaborazione. Ne sia la prova parlare a un dispositivo collegato ad Amazon Alexa oppure ad Apple Siri, che attualmente non sempre soddisfano le nostre aspettative sia in termini di contenuto che di tempi di risposta.
Tantomeno possono essere attualmente utilizzati in situazioni realmente critiche, come analisi complesse di aree a rischio o riconoscimenti automatici di situazioni di pericolo. Al netto di situazioni assolutamente eccezionali ed estemporanee, come pescatori naufraghi o bambini soli in casa con la mamma colpita da malore.
La sorpresa tecnologica viene da Mythic, una piccola startup con sede ad Austin, in Texas.
Finanziata con circa 9 milioni di dollari da un lungimirante fondo d’investimento, sta industrializzando un circuito integrato talmente innovativo che ci permetterà di chiedere una diagnosi medica per avere in risposta un riassunto delle capacità intuitive di cento specialisti. Su smartphone e senza problemi di lingua, nemmeno se usiamo un dialetto sconosciuto di un remoto villaggio centrafricano. È lo stesso chip che avrà la capacità di elaborare una traduzione accettabilmente comprensibile per condurre un dialogo verbale.
Ma anche ci consentirà di posizionare una piccola telecamera a batteria ovunque vorremo tenere sotto controllo un’area, così da venire avvisati se sta accadendo qualcosa di anomalo rispetto alla normale situazione riscontrata in quella zona.
Parleremo a un piccolo aggeggio in salotto che risponderà a ogni nostra domanda e agirà di conseguenza sui dispositivi intelligenti di casa, come già possiamo teoricamente fare, ma senza che alcun dato venga trasmesso in rete.
Lanceremo droni in grado di controllare il territorio, riconoscere voci e immagini, rilevare situazioni anomale o volti sospetti a partire da contesti complessi di situazioni innocue, tutto elaborando i dati in locale, senza collegamenti a computer sparsi nel mondo.
È come se potessimo avere tutta l’intelligenza di cui siamo tecnologicamente capaci racchiusa in un singolo circuito integrato, accedendo alle stesse capacità di elaborazione oggi possibili solo con reti ad alta velocità collegate a complessi nodi di computer sparsi sul globo.
Dove sta il trucco
Le reti neurali profonde, sinonimo di intelligenza autonoma, sono ormai una realtà, sviluppata innanzitutto per i prossimi sistemi di guida in ogni settore del trasporto. L’attuale problema è che per farle funzionare servono batterie di schede con capacità d’elaborazione elevatissima, perlomeno all’altezza delle più potenti schede digitali di elaborazione grafica oggi esistenti e spesso delocalizzate rispetto al luogo d’utilizzo.
Il chip sviluppato da Mythic è invece basato su matrici di memorie ad alta velocità combinate con adeguati circuiti analogici, creando un sistema ibrido analogico-digitale in grado di soppesare i diversi carichi di elaborazione parallela in modo tale che velocità e capacità siano sempre al massimo delle possibilità consentite.
Non vi è chiaro? Congratulazioni, se lo fosse il progetto non avrebbe tutte le caratteristiche per diventare strategico in una marea di settori, dalla sicurezza nazionale alle attività militari, passando dal nostro frigorifero ai nostri sistemi di sorveglianza casalinga, che quando il chip in questione sarà commercializzato potranno dire addio ai lenti collegamenti Internet a server lontani.
Tutto sarà elaborato istantaneamente in locale, alimentato a batteria, e un semplice messaggino avvertirà la app sul nostro telefonino che il sistema ha appena rilevato un volto sospetto, inviato la foto alle forze dell’ordine, intimato all’intruso di stare fermo pena l’elettrificazione del perimetro e nel frattempo ha anche ordinato il gelato per la cena della sera. Il frigo aveva iniziato a lamentarsi.