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Generazione supereroi

22 Marzo 2016

Generazione supereroi

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Coinvolgere i giovanissimi nella progettazione dei loro ausili cibernetici porta a risultati tanto fumettistici quanto straordinari.

Nel 1980 Marv Wolfman e George Pérez hanno creato Cyborg per DC Comics. Nel 1987 Paul Verhoeven ha immaginato il futuro distopico di un uomo salvato grazie alla tecnologia, che prende il nome di Robocop.

Sono passati poco più di vent’anni e ora abbiamo soluzioni mediche hi-tech per aiutare chi ha limitazioni o problemi agli arti. A gennaio 2016, per cinque giorni, in occasione del Pier 9 workshop di San Francisco i designer e gli ingegneri di Autodesk hanno invitato sei bambini, dai dieci ai quindici anni, vittime della sindrome della banda amniotica che comporta la malformazione degli arti periferici durante la gravidanza.

Le selezioni sono avvenute tramite Superhero Cyborgs 2.0, pagina web del sito di KID Mob, associazione che crede nella progettazione partecipata con i bambini per trovare nuove soluzioni di design.

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Tre protagonisti, giovani progettisti di protesi prototipi, direttamente interessati.

Andreas Bastian, ricercatore di Autodesk dedicato alla progettazione di artefatti con la stampante 3D, ha dichiarato che progettare con i bambini è più produttivo che farlo con gli adulti. Questo perché gli adulti dovrebbero dimenticare i limiti di uno strumento per poterne trovare solo i punti di forza e immaginare di utilizzarlo anche per altri scopi.

I bambini non hanno un bagaglio esperienziale elevato e per questo la loro inventiva, il loro pensiero laterale, la capacità di trovare soluzioni fuori dal comune è continuamente stimolata dalla loro fantasia, senza freni inibitori da adulti. I bambini non conoscono i limiti della tecnologia e sono liberi di pensare che tutto sia possibile. Se poi si aggiunge che la soluzione sarà utile per farli stare meglio o per farli divertire, inventeranno qualsiasi cosa! La relazione del workshop organizzato da Autodesk è eloquente.

Questo approccio centrato sull’utente-paziente è sostenuto anche da Open Bionics, società inglese dedicata alla progettazione di protesi, che ricorda la presenza di tre milioni di persone vittime di amputazioni. Tra questi vanno considerati più di mille bambini che nascono in America ogni anno con le deformazioni causate dalla sindrome della banda amniotica. Nel caso specifico, Open Bionics si è ispirata al mondo Disney Marvel creando tre modelli di protesi che ripropongono i guanti di personaggi e ambientazioni come Elsa (Frozen), Iron Man e Star Wars.

Marvel+Frozen+Star+Wars+Bionic+Hands

Sembrano articoli da negozio di giocattoli e invece sono modelli di protesi.

Forse Open Bionics ha seguito anche l’idea dei prodotti ludici di Disney Playmation, composti da guanti e bracciali che emettono suoni e luci a seconda dei gesti dei bambini o interagiscono con l’ambiente, veri e propri controller di realtà aumentata.

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L’interazione Disney Playmation: incrociare realtà aumentata e guanti da supereroe.

Dottori, pazienti, progettisti

Anche in ambito medico è importante progettare con gli utenti, i pazienti, i veri utilizzatori e fruitori di un bene o servizio a loro disposizione per farli stare meglio o per correggere un deficit. E in questo caso specifico pare che i bambini siano i migliori utenti con i quali progettare.

Il tema healthcare è così sensibile che anche durante SXSW (South by Southwest, festival musicale, cinematografico e interattivo di Austin, Texas), dall’11 al 20 marzo 2016, sono stati dedicati cinque giorni alle Interactive Ideas & Solutions.

Tra i temi più interessanti si sono distinte le soluzioni di healtcare centrate sull’utente. Non poteva mancare Robin Farmanfarmaian, una delle più grandi sostenitrici della tecnologia come fonte di soluzioni che miglioreranno notevolmente la qualità della vita delle persone e dei pazienti. Questo video mostra il suo intervento durante l’edizione 2014 di Differential Medicine.

Si potrebbero citare molti altri casi, come la collaborazione di 3DSystems con Intel. Grazie ad un loro progetto Daniel Hobbs, un ragazzino di tredici anni, oggi può avere una protesi per la mano sinistra creata su misura per lui. Il video di Intel racconta in breve come è stata l’esperienza per Daniel, la sua famiglia e il gruppo di ingegneri e designer.

Non parliamo quindi di semplici stampe 3D, ma di modelli e soluzioni su misura per i pazienti. Che saranno gli amministratori delegati del futuro della medicina, come scrive Robin Farmanfarmaian su Twitter con lo hashtag #ThePatientAsCEO e poi nel suo libro The Patient as CEO: How Technology Empowers the Healthcare Consumer.

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