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HTML5 pocket

09 Marzo 2017

HTML5 pocket

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Sempre a portata di mano e se possibile anche in tasca, perché è diventato la lingua franca delle nostre attività in rete.

Il web, le app, gli ebook, i protocolli principali di messaggistica, transazioni, cifratura: tutto deve tenere conto di HTML5 come una infrastruttura di base. Assai più complessa del primo HTML, quello che serviva unicamente a marcare il testo, e oggi è diventato meccanismo di impaginazione, riproduttore multimediale e mille altre cose.

Per un professionista della rete, o semplice utente evoluto, la conoscenza di HTML5 è indispensabile, a partire dal pocket pubblicato recentemente da Apogeo a firma Matteo Tettamanzi. Il quale ha accettato di rispondere a qualche domanda in merito al suo lavoro e allo standard dominante per il prossimo decennio del web.

Apogeonline: HTML5 è un work in progress della cui evoluzione abbiamo dato conto spesso. A che punto siamo? La specifica è sufficientemente consolidata per lavorare in modo affidabile?

Matteo Tettamanzi: La specifica HTML è in continua evoluzione, come tutto ciò che ruota attorno alla Rete come la conosciamo oggi: non sarà mai consolidata in senso stretto poiché, mentre una versione si diffonde, quella successiva è già in fase di studio. A volte sono i produttori dei browser a integrare ciò che viene proposto dalla specifica, a volte accade il contrario: la specifica recepisce standard di fatto già diffusi e affermati nella galassia dello sviluppo web.

È molto importante tenere sempre presente il pubblico a cui ci si rivolge sviluppando un progetto: in alcuni casi ha senso mettere in campo tutte le risorse, anche quelle non ancora completamente stabili (per esempio in una pagina web che sfrutta animazioni e script di un certo peso, destinata a stupire); altre volte è necessario prevedere l’utilizzo con user agent datati (per esempio una web app dedicata a un ambiente aziendale particolarmente lento nell’aggiornare i propri sistemi).

HTML5 Pocket

Le dimensioni di un salvacondotto per il web.

 

Oggi sarebbe anacronistico iniziare un progetto senza basarlo su HTML5: la compatibilità con gli standard precedenti è molto elevata e il rischio (lavorando con cura) è solo quello di offrire un’esperienza meno ricca agli utenti che per un motivo o per l’altro non lo utilizzano ancora.

Una volta per tutte: che differenza c'è tra <b> e <strong>? Più estesamente, accenneresti brevemente alla questione del web semantico e all'approccio di HTML5 in materia?

Hai già centrato il punto: la differenza tra i due tag riguarda il loro valore semantico. Il tag <b>, abbreviazione di bold, storicamente è più legato all’aspetto tipografico del testo (anche se HTML5 ne ha in parte rivisto il ruolo): utilizzandolo si afferma qualcosa di simile a questo testo è in grassetto. Il tag <strong> invece ha un’accezione più legata al ruolo del testo all’interno della pagina: utilizzandolo si afferma questo testo è più importante rispetto a quello circostante. L’aspetto del testo sarà poi gestito con adeguate regole CSS. È una sottile differenza, ma rappresenta in modo perfetto il livello di specificità che è possibile raggiungere utilizzando i tag HTML5 in modo mirato: in alcuni contesti sarà corretto marcare un testo con <b>, in altri con <strong> o <em>.

La confusione è nata probabilmente per l’aspetto di default attribuito a questi tag dagli user agent: per l’utilizzatore finale i due tag sono a prima vista intercambiabili.

E per quanto riguarda la compatibilità con i vari browser? Il supporto di HTML5 è omogeneo quanto vorremmo, o ci sono ancora, per così dire, sacche di resistenza?

Anche in questo caso è importante tenere presente l’audience di riferimento: se per un progetto è imprescindibile il supporto a Internet Explorer 6, sì, troverai sacche di resistenza (buona fortuna!), mentre spesso è sensato garantire il supporto a versioni piuttosto recenti dei browser: i possibili problemi si ridurranno drasticamente.

Da tempo sostengo che le scuole dovrebbero adottare HTML come formato standard per i lavori degli studenti (e non solo degli studenti…): l'editing sarebbe semplice, il peso dei documenti minimo, la riusabilità eccellente, la durata nel tempo garantita. In più qualunque studente arriverebbe a padroneggiare uno skill essenziale. Che ne pensi?

Sono assolutamente d’accordo: una competenza del genere è secondo me quasi imprescindibile; la paragonerei alla conoscenza dell’inglese. Un primo passo potrebbe essere mostrare l’impatto degli stili di paragrafo messi a disposizione dai word processor: un titolo non deve essere messo in evidenza selezionandolo e attribuendo manualmente un corpo maggiore, il grassetto e un paio di a capo prima e dopo, ma semplicemente assegnando un determinato stile di paragrafo caratterizzato graficamente nel modo giusto. Ritengo sia un’ottima introduzione utile alla comprensione delle dinamiche proprie della marcatura semantica e dei fogli di stile CSS.

Quali sono le aree dove HTML5 ha bisogno di maturare ulteriormente rispetto all'oggi? E che cosa manca, se qualcosa manca, allo standard?

È importante tenere sempre ben presente che la marcatura HTML5 rappresenta solo una delle parti che compongono le pagine web: il ventaglio dei casi d’uso coperti dallo standard è molto ampio e permette di gestire la creazione della maggior parte dei contenuti. HTML5 è all’altezza del suo compito, che è descrivere il contenuto: per ogni compito diverso da questo è sufficiente utilizzare il giusto strumento (CSS, JavaScript e così via).

Form Follows Function

Form Follows Function rimane una delle demo più incisive delle capacità di HTML5.

 

Una sfida che il web ha dovuto affrontare negli ultimi anni è stata l’affermazione di nuovi paradigmi di navigazione, con nuove necessità: smartphone, tablet, smart TV hanno imposto una netta evoluzione a linguaggi e tecnologie. Forse gli standard devono ancora recepire (o scoprire) tutte le possibilità messe a disposizione, e adeguarsi per sfruttarle al meglio.

Di recente è stata annunciata la confluenza dello staff IPDF e del lavoro su ePub all'interno del W3C. In pratica l'organismo che sovrintende a HTML5 ora si occupa anche dello standard degli ebook. Alcuni hanno criticato la decisione, per altri è una buona cosa. Dove ti collochi?

Senza entrare eccessivamente nel merito di una vicenda più che altro politica, considerando che sotto al cofano gli ePub sono da sempre basati sulla marcatura HTML, e che il livello di sofisticazione legato alla riproduzione di un testo scritto non è solitamente molto elevato, sono a favore della fusione: potrebbe ridurre le incongruenze e semplificare la creazione di contenuti più versatili, riutilizzabili e accessibili.

Che cosa ti rende più soddisfatto, di tutto il lavoro compiuto per arrivare a questo pocket?

Ripercorrere la specifica dall’inizio alla fine è stato molto interessante: mi sono reso conto di dare per scontati alcuni dettagli e di avere ancora margine per migliorare. Non è semplice tenere sempre chiaro il valore di ogni tag, e averli tutti sott’occhio in una panoramica completa mi ha aiutato a riscoprire alcuni marcatori che, per pigrizia e abitudine, non vengono utilizzati così frequente: è di certo stato uno stimolo che mi permetterà di creare d’ora in poi documenti HTML migliori e più precisi dal punto di vista semantico.

Hai prodotto la grammatica, adesso la pratica: che cosa consiglieresti come primo passo a un neofita di HTML5 che voglia impratichirsi?

Secondo me è indispensabile avere un obiettivo: un progetto, semplice, da portare a conclusione è il modo migliore per trovarsi subito con le mani in pasta, confrontandosi con problemi da risolvere e imparando passo dopo passo le dinamiche.

Io ho sempre trovato utilissimi gli innumerevoli tutorial disponibili online, che permettono di affrontare ogni argomento, con ogni taglio: se ciò che cerchi è una guida passo dopo passo che illustra un progetto dall’inizio alla fine, oppure la soluzione a un’esigenza molto specifica, o ancora la risposta a una domanda secca, online troverai (in inglese) praticamente qualsiasi risposta.

Un dettaglio: utilizzare componenti già esistenti invece di reinventare la ruota può senz’altro velocizzare lo sviluppo, ma a volte impedisce di padroneggiare il codice al 100%.

È divertente poi, a distanza di anni, riguardare un progetto del passato e rendersi conto delle mille imprecisioni (voglio essere gentile) contenute: lo sviluppo web è un percorso lungo, che spesso coniuga competenze diverse che devono essere migliorate in parallelo. Il tutto con la tecnologia che avanza continuamente: non ci si può mai fermare.

C'è nel web una applicazione HTML5 che ammiri particolarmente e ritieni essere esemplare delle possibilità del linguaggio?

Sono affascinato dalla diffusione dei social media: portali che devono garantire accesso semplice (spesso anche a persone poco abituate a confrontarsi con la tecnologia), tramite più canali (web, smartphone, app eccetera), offrendo esperienze d’uso coinvolgenti. Un vero banco di prova per capire quali tecnologie si stanno diffondendo e affermando.

Storico per esempio è stato il passaggio di YouTube al player HTML5 con l’abbandono di Flash. Oggi i passi sono meno eclatanti e più graduali e lo sviluppo web tende a garantire la fruizione al pubblico più ampio possibile, con versioni di fallback predisposte dietro le quinte, ma il concetto è lo stesso: l’adozione della giusta tecnologia influenza senza dubbio il futuro di ogni progetto.

L'autore

  • Matteo Tettamanzi
    Matteo Tettamanzi si interessa da sempre al design, al Web e all'hardware del computer che esplora in maniera creativa.

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