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Il Nerd, questo sconosciuto

09 Aprile 1998

Il Nerd, questo sconosciuto

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L'occhialuto appassionato di computer, il classico Nerd, è sempre stato considerato un personaggio difficile, quasi uno psicopatico. Una ricerca tedesca ci presenta nuove chiavi per interpretare la controversa personalità dell'appassionato d'informatica.

Gli appassionati di computer sono spesso visti dal grande pubblico come dei veri maniaci, degli orsi scontrosi che preferiscono il loro PC a qualsiasi altra forma di attività e di contatto sociale. Il loro stereotipo è quello dei cosiddetti Nerd: pallidi, occhialuti, solitari, con delle profonde occhiaie da overdose di monitor cui stanno appiccicati per tutto il santo giorno. A volte il personaggio Nerd viene anche interpretato come un soggetto abbondantemente disturbato psicologicamente.

Ma le cose stanno effettivamente così? Il computer crea dei piccoli mostri? Forse siamo di fronte ad un luogo comune che va clamorosamente rivisto perché una ricerca condotta dall’Istituto di psicologia sociale e dello sviluppo dell’Università di Düsseldorf ci presenta un quadro più incoraggiante. Secondo la ricerca tedesca l’appassionato medio di computer si presenta al contrario come un soggetto piuttosto tranquillo, rilassato e padrone di sé. Sono piuttosto coloro che detestano i computer a soffrire più spesso di disturbi della personalità.

Alla ricerca hanno preso parte 341 studenti iscritti a corsi di laurea ad indirizzo umanistico e pedagogico. Dallo studio sono scaturite quattro tipologie di utenti del computer, ognuna delle quali è caratterizzata da una ben precisa struttura della personalità.

Il gruppo dei Fanatici, che rappresenta il 24% degli intervistati, è costituito dai super utilizzatori del computer e di Internet, consumati navigatori del cyberspazio. Si tratta per lo più di studenti maschi degli ultimi anni. che non mostrano caratteristiche di personalità degne di nota, ma che sono accomunati da un’indole tranquilla e da una certa stabilità emotiva.

Il secondo gruppo è quello degli Esperti che rappresentano il 21% del totale. Si tratta di utenti del PC orientati alla prestazione che si servono del computer principalmente per motivi di lavoro e di studio ritenendolo uno strumento insostituibile per fare ricerche bibliografiche o per scrivere la tesi di laurea. Gli appartenenti a questo gruppo hanno un orientamento sociale poco sviluppato dato che si tratta di individui orientati al risultato, ambiziosi, ipersensibili e dotati di uno scarso autocontrollo; spesso inclini allo stress e all’ansia e poco resistenti alla fatica.

Il terzo gruppo è costituto dagli Inesperti. Si tratta della fetta più ricca della popolazione pari al 36% del totale. Quasi tutti hanno dichiarato di non possedere un proprio computer e di non avere molte opportunità per addestrarsi e pensano che per acquisire la necessaria dimestichezza con mouse e tastiera occorra un tirocinio troppo lungo e laborioso, e che il risparmio di tempo che si ottiene in seguito non sia sufficiente a compensarlo. Inoltre, i problemi tecnici li fanno impazzire e li demotivano ad impratichirsi. La grande maggioranza di questo gruppo è costituita da studentesse predisposte all’ansia ed a malesseri psicosomatici in media, poco soddisfatte della loro vita e presentavano una struttura di personalità caratterizzata da atteggiamenti negativi, aggressività e labilità emotiva.

Il gruppo degli Avversi è composto da studenti che detestano l’informatica e i computer. Per motivare il loro atteggiamento, sostengono che il computer è scomodo perché gli schermi sono troppo piccoli e la resa cromatica delle immagini è mediocre; oppure che l’archiviazione dei dati su PC non è molto sicura; oppure ancora che il computer incentiva la propensione all’egocentrismo. Secondo il loro parere il personal computer non sarebbe altro che un oggetto sopravvalutato e superfluo il cui impiego non dovrebbe valicare i confini degli specifici ambiti professionali. Questi studenti presentano diversi disturbi della personalità, che gli autori della ricerca hanno commentato sostenendo che in ambiente universitario, il computer si sta affermando come un indispensabile strumento di lavoro per chiunque voglia conseguire buoni risultati nello studio. È quindi probabile che chi già soffre di problemi personali o di difficoltà legate all’apprendimento sia portato ad estendere il suo atteggiamento critico anche al computer in sé e per sé.

Ma allora che cosa dobbiamo pensare? Sicuramente la ricerca avviata sul campione tedesco va considerata una piccola finestra sul problema. Probabilmente i fanatici non possono essere considerati in toto dei Nerds, e non è certo che coloro che utilizzano poco il computer possano essere visti come dei personaggi difficili. Il dibattito resta aperto.

L'autore

  • Vittorio Pasteris
    Vittorio Pasteris è un giornalista italiano. Esperto di media, comunicazione, tecnologia e scienza, è stato organizzatore dei primi Barcamp italiani e collabora con il Festival del giornalismo di Perugia.

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