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Internet mobile e video sempre più convergenti

18 Gennaio 2007

Internet mobile e video sempre più convergenti

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Grandi manovre sul fronte dell’Internet Mobile, la nuova frontiera della connettività (e dei fatturati?). Il video, specialmente quello user generated, potrebbe essere una delle killer application

Il video mobile, goduto sul telefonino, sembra avvicinarsi sempre più a diventare una realtà quotidiana. Un servizio con ragionevoli possibilità di essere adottato da una quantità ragionevole di persone e di generare revenue per gli operatori telefonici – che ancora ricordano gli ingenti investimenti affrontati per entrare nel magico mondo del 3G.

Il modello classico della Tv mobile prevedeva la fruizione della Tv in diretta e l’accesso a contenuti da scaricare in modalità pay per view. Contenuti ovviamente sviluppati dai produttori istituzionali di contenuti. E, in effetti, sperimentazioni in questo senso sono già da tempo attive in molti paesi del mondo, dalle news ai video musicali, dagli sketch ai mobisodes.

Sta ora però profilandosi una modalità diversa, più legata al mondo del contenuto generato dagli utenti della Rete. Lo straordinario successo di YouTube ha dato vita a una straordinaria operazione di acquisto da parte di Google, per molti difficile da analizzare in termini di modello di business – ovvero resta difficile da capire da dove torneranno a casa tutti i soldi spesi per acquistare la brillante startup.

Una delle risposte potrebbe proprio venire dal mobile. E dalle comunità di utenti. Se milioni di persone sono tanto interessate ai contenuti offerti da YouTube, esiste una chiara opportunità di sfruttare questo interesse offrendo questi contenuti anche su una piattaforma mobile. Basta, tutto sommato, fare due conti. Primo conto: ogni 24 ore vengono visti 100 milioni di clip e caricati oltre 65.000 nuovi video su YouTube. Secondo conto: nel mondo ci sono circa 1,7 miliardi di utenti Internet ma oltre 2 miliardi di possessori di cellulari. E in molte aree del mondo, serbatoi per il futuro sviluppo di Internet e del business ad esso collegato, è molto più facile installare resti wireless che reti wired.

Dal punto di vista tecnologico esiste inoltre da parte degli operatori la sensazione che i dispositivi che oggi chiamiamo “telefonini” stiano rapidamente ed inevitabilmente evolvendosi verso forme straordinariamente più avanzate – e che il miglioramento nei dispositivi (se accompagnato dalle giuste mosse da parte delle parti coinvolte in questo business) potrà portare a un boom del consumo di Internet Mobile e del video sul cellulare. E, in effetti, piccoli clip di breve durata sono un contenuto adatto a essere fruito durante brevi pause, in una modalità apparentemente molto appropriata per godersi un pochino di Tv sul cellulare – in brevi pillole. Molto spesso i clip più gettonati on line sono proprio quelli prodotti e postati da anonimi membri della comunità degli utenti della Rete. Con tutti i problemi conseguenti.

Che esista un interesse globale per questo tipo di contenuti è dimostrato dal fatto che YouTube – anche se quasi un category killer – non è certo l’unico servizio in Rete a diffondere video e ad aggregare ampie comunità di utilizzatori. In Francia (e non solo) ad esempio, l’egemonia nordamericana è contrastata dal successo di Dailymotion, una piattaforma autoctona di video sharing online che conterebbe già oltre 1.3 milioni di utenti mensili, quasi tutti concentrati nel paese esagonale.

Proprio Dailymotion ha recentemente annunciato il prossimo lancio di un sistema di compensazione dei produttori di contenuti, condividendo con loro gli utili pubblicitari generati dal materiale che questi pubblicano sul sistema. Secondo questo modello, una parte delle revenue pubblicitarie generate dal sito che ospita i videoclip sarà versata ai proprietari dei diritti dei materiali pubblicati. Ma ad una condizione. Non stiamo infatti parlando di remunerare i privati che, come voi ed io, realizzano le proprie piccole gemme autoprodotte (o pubblicano filmati sfacciatamente piratati). Si tratta invece di un ben più classico sistema di condivisione dei profitti da azienda ad azienda, in revenue sharing o se volete in comarketing.

Allo scopo di garantire un’abbondante offerta di contenuti di qualità e sicuri dal punto di vista della difesa dei diritti d’autore, il sito ha infatti raggiunto un accordo con la Sacem, l’organizzazione francese che si occupa dei diritti d’autore (un po’ come la nostra Siae), con cui il sito dividerà i profitti. Questo accordo permetterà al sito di pubblicare oltre 6.000 clip certificati e garantiti, provenienti dai cataloghi di 345 etichette indipendenti, come Wagram, Europacorp o Harmonia Mundi – e accordi con case discografiche sarebbero già in arrivo.

Contemporaneamente si rafforza la lotta ai contenuti illegali postati dagli user, anche attraverso l’uso di nuove tecnologie di fingerprinting in grado di individuare automaticamente (almeno così si dice) file irregolari dal punto di vista dei diritti; applicazioni che però, almeno per il momento, dovranno convivere con un sistema umano di controllo editoriale e con un sistema di pronto intervento per rispondere alle denunce di aventi diritto che vedano violati i propri diritti.

È, quello dei diritti violati e delle azioni legali, un tasto particolarmente dolente per gli operatori di questo genere di siti. Una situazione in evoluzione e passibile di impressionanti colpi di mano, come quello realizzato in Brasile. In questo paese è stato infatti decretato l’oscuramento (temporaneo) di YouTube. Pietra dello scandalo, il video “intimo” diDaniella Cicarelli, ex amichetta dell’eroe nazionale Ronaldo. Anche se questo video era stato più o meno rapidamente ritirato dal sito, il popolo della Rete ha prontamente provveduto a ricaricarlo ciclicamente; di qui la decisione da parte delle autorità e dei telecom operator di stabilire questo brutto precedente – vista l’incapacità (o impossibilità) per il gestore del sito di assicurare il mantenimento della legge e dell’ordine.

Problema (non da poco) della legalità dei contenuti a parte, è evidente quanto si stiano moltiplicando i segnali di interesse e di attività da parte delle aziende dell’high tech, che sembrano molto ottimiste sul futuro della Rete mobile e dei video ambulanti. Il lancio dell’iPhone, il ventilato lancio del GooglePhone (e tra l’altro Google si sta dando da fare per rendere più accessibili i video di YouTube dal cellulare), l’inevitabile approdo di Skype su cellulari e Pda non sono che le prime, importanti mosse in questo nuovo scacchiere strategico.

Yahoo!, soprattutto, sembra aver preso molto sul serio questo mercato, con iniziative che lasciano pochi dubbi sulle sue intenzioni strategiche: recuperare il terreno perso sul fronte della ricerca su quello della disponibilità di servizi sull’Internet mobil-telefonico. La presentazione, al Consumer Electronics Show di Las Vegas, di Go for Mobile 2.0, software da installare sul cellulare (anche se ancora non disponibile per molte marche) segna un altro passo in avanti verso la disponibilità per l’utente mobile di informazione, entertainment, servizi ubiqui e contestualmente appropriati.

Ma, alla fine della fiera, il sospetto che mi coglie è che il successo di questo mercato rischia – come sempre nel mondo della comunicazione – di venir pesantemente condizionato dall’aspetto tariffario. Abbassare le tariffe ha spesso dato vita a esplosioni nei mercati, generando attraverso grandi volumi utili ben più elevati di quelli generati da alte tariffe su pochi utenti. Questo non solo è il mio caso personale (complice il lancio di una nuova compagnia telefonica mobile spagnola che offre connettività a costi ragionevoli, ho infatti iniziato a usare regolarmente Internet dal cellulare), ma è anche la storia recente di tutta una serie di mercati.

Se quindi usare Internet e vederci i video dal cellulare costerà poco, non ho dubbi che molti di noi finiranno per spendere un sacco di soldi usando felicemente questi servizi. E cambiando ancora una volta il modo in cui accediamo a informazioni, decidiamo gli acquisti, comunichiamo, ci divertiamo.

Che la grande rivoluzione di Internet sia appena agli inizi?

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