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La nuova stagione dei computer palmari

21 Dicembre 1998

La nuova stagione dei computer palmari

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Il 1999 sarà l'anno dei computer palmari. Tutti i principali produttori si sono lanciati nel nuovo business. Tutti tranne Apple, che il palmare aveva inventato cinque anni fa.

Il 1999 sembra dover essere l’anno dei computer palmari. O almeno, così si preannunciano i suoi primi mesi: con gli avvisi dei nuovi oggetti di Pilot, Apple e dei prodotti basati su Windows CE.
L’antesignano di questa famiglia è stato quel Newton di Apple, da poco liquidato perché le spese di sviluppo non erano mai state coperte dagli introiti. Noto anche come MessagePad per il suo orientamento alla comunicazione, venne presentato circa cinque anni fa dall’allora CEO di Apple, Sculey – suo vero e proprio mentore – come il progenitore di una nuova filosofia di personal computing rivolto alle reti e all’interazione con sistemi remoti.

Era troppo presto, sia dal punto di vista della sostenibilità tecnologica, sia da quello dell’interesse di mercato. Subì il destino di chi spende tutte le sue forze nella partenza e poi le esaurisce davanti al traguardo. USRobotics, oggi acquisita da 3com, fece suo il concept di Newton per un prodotto molto meno efficiente e ambizioso, ma posizionato su una fascia di prezzo popolare e su un target più diffuso: quello degli organizer. In brevissimo tempo PalmPilot ebbe un successo strepitoso e in un paio d’anni è divenuto il re incontrastato del mercato handheld. Molti altri l’hanno seguito, ma nessuno finora aveva realizzato le aspettative riposte nel loro progenitore e troppo tardi realizzate. Windows CE, per quanto molto lontano dall’aver suscitato l’effetto che ci si aspettava da lui, è servito da enzima per l’esplosione d’interesse del comparto.
Orion è il nome in codice del primo palmare wireless a colori basato su CE. Costruito in Cina per una decina d’aziende che comprendono Casio, Philips e HP, è stato pensato per collegarsi direttamente alla rete e consentire la visualizzazione a colori delle pagine web.

3com invece sta per annunciare ufficialmente Palm VII, un palmare di fascia alta, il cui prezzo, 800 dollari, va a posizionarlo sulla zona che aveva lasciato fuori dal mercato Newton (3com intende affiancarlo alla linea popolare, che continuerà ad essere rappresentata da Pilot III e dai suoi successori). Si tratta di un prodotto in grado di collegarsi senza cavi alla rete telefonica, per consentire la messaggistica e la navigazione Internet, probabilmente sfruttando un accesso dedicato (Palm.net). Quest’abbinamento di mezzi e servizi permetterebbe di sfruttare la tecnologia chiamata web clipping, in grado di estrarre rapidamente il set di informazioni di specifico interesse per ogni utente. La cosa avrebbe un importanza non indifferente per i fornitori di con tenuto e di pubblicità in rete, gran parte dei quali hanno già preannunciato accordi con 3com. Questo prodotto si va a porre anche come concorrente blasonato fra le soluzioni possibili nel mercato ancora aperto del libro digitale.

Si riesce ancor meglio a comprendere come mai Apple non è riuscita nel tentativo degli ultimi mesi di fare proprio il progetto Pilot. Come si trovò a promettere in occasione della chiusura della linea, Jobs è tutt’altro che intenzionato a rinunciare al settore dei PDA e, sebbene non ancora confermate, ci sono voci di un prodotto in via di sviluppo in grado di competere pesantemente in un settore in cui ha dimostrato, con la sua soluzione da scrivania, quel campione d’incassi che è tuttora iMac (dove i sta per Internet), di avere tutto da insegnare. In un’intervista a Fortune, però, Jobs si è esposto a preannunciare che ci si dovrà aspettare da Apple nell’anno a venire prodotti di tipo sempre meno consueto, sempre meno simili a personal computer e sempre più orientati alle necessità del consumatore. Primi fra questi, dato l’interesse dimostrato per Pilot, si dovranno attendere dei “message handheld”.

Se Apple si avvicina al mondo dei piccolissimi a partire da una tradizione di computer da scrivania, la situazione è completamente invertita nel caso di Sharp che, forte di un expertise negli organizer esce in questi giorni con un sub-notebook. Sharp Eb-1 può essere visto come un palmare gigante o un mezzo-notebook: di fatto è lo strumento ideale per chi viaggia. Leggerissimo, batterie al litio di lunga durata, con uno schermo a 9,4 pollici capace di ruotare fino a 180 gradi o di disporsi orizzontalmente su un piano, ospita Windows CE e costa poco piê di un milione e mezzo.

Infine bisogna ricordarci di un altro re del settore, Psion, i cui prodotti continuano a ricevere i commenti migliori e non cessano di fare cassa. La casa inglese non ha posizionato modelli particolarmente orientati al wireless, preferendo perfezionarsi nei mini-computer da tasca. Ha però ceduto il proprio sistema operativo, da tutti reputato l’interfaccia più efficiente per palmari, ad alcune case di cellulari fra cui Erikson e Nokia per telefoni in grado di fare da organizer e di andare su Internet o di scambiare messaggi. Saranno i produttori di apparecchi telefonici forse i principali antagonisti dei re dei palmari. Si vedrà allora se questo mercato nascerà come una sorta di estensione del computer e quindi dell’informatica personale o come il proseguimento della tecnologia della comunicazione. Certo è che il loro arrivo cambierà il modo di fare l’una e l’altra.

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