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La Tv-Interattiva, una promessa non mantenuta

04 Febbraio 1999

La Tv-Interattiva, una promessa non mantenuta

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A quando la televisione interattiva? Sono passati già sette anni dai primi esperimenti canadesi della Videoways, e ancora si continua a parlare di Tv-Interattiva "al futuro".

La TV-Iinterattiva rischia di rimanere una chimera. Forse ha ragione Derrick de Kerckhove, l’allievo e continuatore dell’opera di McLuhan, quando sostiene che “La televisione non ama l’interattività”. O Alain Le Diberder, direttore dei nuovi programmi di Canal Plus, che definisce la Tv-Interattiva “una bestialità senza senso”.

Certo, la strada è stata segnata da clamorosi fallimenti, come quello del faraonico progetto TvI, di Time Warner e Silicon Graphics, che a metà degli anni ’90 non è riuscito a vedere la luce. Poi è arrivato il Web, che ha introdotto la ‘convergenza dei media’, rimescolando le carte. Ma anche i diversi matrimoni annunciati, e celebrati perfino da Microsoft, tra Internet e tv non hanno avuto migliore fortuna. L’interattività proposta nel salotto casalingo sotto forma di Web-tv o Internet-tv non ha sfondato finora neanche sul ricco mercato americano.

Eppure i tentativi continuano, lo testimonia l’ultima edizione di Imagina, che ha dedicato proprio al tema della Tv-Interattiva un’intera giornata di conferenze. Con un intento preciso: fare il punto, in modo pragmatico, sulle tecnologie disponibili e le forme di interattività televisiva realmente presenti sul mercato.

Ecco allora che da Las Vegas, dove si era appena chiuso il Consumer Electronics Show, è volato a Montecarlo Ed Macbeth, vicepresidente della TiVo Inc, che offre nuove distrazioni al telespettatore grazie a un sistema di controllo della tv in diretta. Suonano alla porta e non volete perdervi il momento cruciale di una partita o di un film?

Con il telecomando TiVo potete “stoppare” l’emissione e poi riprenderla dal punto in cui l’avete lasciata. Il TiVo On demand Center, che entrerà in funzione in marzo negli Usa, è stato creato infatti per ‘scannerizzare’ ogni programma in diretta tv, via etere, via satellite o via cavo (40 ore di programmi al giorno catturate automaticamente su memorie ottiche) e rispondere alla ‘personalizzazione’ del cliente, cioè il telespettatore, collegato da un set-top-box.

Tra i partner di TiVo ci sono già Cnn e il canale cavo Hbo, che offrono anche uno ‘showcase’ per navigare tra i programmi. In sostanza però le funzioni proposte da TiVo, giovane start-up della Silicon Valley, sono quelle di un videoregistratore ‘virtuale’, sempre disponibile. Ma anche se tutto ciò personalizza la visione della tv, non la cambia. Siamo ancora all’estensione dello zapping.

Una forma maggiore di interazione, che aumenta la partecipazione del pubblico ai programmi, è invece proposta dalla 2Way Tv inglese, l’unica in Europa ad avere registrato un discreto successo: conta già 2 mila abbonati. Fondata nel ’92 a Londra, con l’apporto del capitale di rischio della società americana Vencom e con la partecipazione di Cable & Wireless, dal ’94 la 2Way TV ha registrato una ventina di brevetti e nel ’97 ha superato il test del pubblico, offrendo servizi interattivi su trasmissioni sportive e giochi.

Il più apprezzato dagli abbonati è stato Absolute Football, che permette di fare previsioni e scommesse, confrontandole con quelle di altri telespettatori, sull’esito di una partita in diretta. L’anno scorso sono state aggiunte anche nuove funzioni, come i teleacquisti di gadgets della squadra preferita, o la selezione di informazioni e statistiche sui campionati e sulle partite. Poi il PlayLive, ovvero la possibilità di giocare ai prognostici con il telecomando da casa, è stato esteso ad altri sport: corse di cavalli e corse automobilistiche, tennis, boxe, rugby.

E nel palinsesto di 2Way Tv sono stati introdotti anche 14 diversi giochi, basati su quiz e show. Ma come si ricevono? “La tecnologia che abbiamo sviluppato permette di veicolare i nostri servizi interattivi su qualsiasi canale ed è compatibile con i diversi sistemi televisivi: via etere, via cavo o via satellite” assicura Jann Johnson, direttore marketing. “Anche se la migliore piattaforma sarà quella digitale, che aprirà un mercato potenziale di oltre un milione di case entro la fine del prossimo anno”.

La società concede su licenza l’infrastruttura tecnologica per i programmi interattivi a partner televisivi, come Bbc o Sky digital, e vende i diritti dei programmi creati, poi riceve una quota stabilita sugli abbonamenti. Nelle case degli abbonati viene semplicemente installato un set-top-box, da usare con un telecomando. Alla ricerca di nuove applicazioni, ora i creativi inglesi di 2Way Tv stanno progettando una nuova serie di programmi dedicati all’Education.

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