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Landing page: i segreti per farla funzionare

27 Luglio 2022

Landing page: i segreti per farla funzionare

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Una buona landing page fa scoprire un prodotto o un servizio al visitatore e lo coinvolge emotivamente. Ecco come riuscirci.

FAQ su come creare buone landing page

  1. Che cos’è una landing page?
  2. Che cosa la rende efficace?
  3. Come nasce una landing page?
  4. Che cosa ci si mette?
  5. Come sbagliare il design di una landing page?

Che cos’è una landing page?

Può essere la destinazione finale di una campagna o di un customer journey, oppure un nodo che dirime il percorso dell’utente. Di solito alle landing page si chiede di convertire, persuadere il visitatore ad approfondire la sua scoperta o adottare un prodotto o altrimenti un servizio.

Gli ingredienti (grafica, tipografia, linguaggio, contesto) che convincono il visitatore sono i componenti della call to action, letteralmente la chiamata all’azione.

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Che cosa la rende efficace?

Una landing page che funziona contiene innanzitutto gli elementi giusti, della giusta qualità, combinati nel giusto equilibrio.

Poi, si pone un singolo scopo. In questo è diversa da una homepage, che solitamente si presenta come uno hub contenente numerose opzioni di navigazione. Il visitatore trova in essa qualcosa che suscita il suo interesse in uno spazio ristretto di tempo e di attenzione; un solo qualcosa, che auspicabilmente lo porterà a proseguire nel percorso.

È giusto che possieda più punti di accesso, ma sempre un solo punto di uscita, da cui il visitatore uscirà trasformato in cliente.

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Leggi anche: Una buona landing page accende l’interesse e l’emozione di chi la visita

Come nasce una landing page?

Nelle organizzazioni di maggiori dimensioni avviene una collaborazione tra la squadra di marketing e comunicazione e il team di design e di prodotto.

In ambiti più piccoli, per esempio piccole aziende o studi professionali, vanno curati gli aspetti di interfaccia utente (User Interface, UI,) e di esperienza dell’utente (User Experience, UX). Normalmente queste funzioni vengono svolte da un paio di specialisti, che sono UX Writer e copywriter.

In ogni caso, il risultato arriva da una iniziativa condivisa all’interno dell’azienda ed è espressione di una collaborazione interna.

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Che cosa ci si mette?

È forte la tentazione di usare la landing page in modo pubblicitario ed è un errore. Le persone che vi si trovano desiderano ricevere informazioni; convincenti, accattivanti, gradevoli, sintetiche, comunque informazioni. Perché seguire la call to action, qual è il vero valore di un servizio, perché quell’occasione è davvero imperdibile. Che sia imperdibile (il messaggio pubblicitario) è stato già detto, da qualche altra parte.

Le persone convinte, che attuano l’agognata conversione, hanno trovato principalmente due cose: conoscenza e vantaggi. Sanno perché conviene e sanno di che cosa si tratta.

Ciò sarà il frutto di un design generato a partire dall’obiettivo di business, che sarà stato determinato in modo concreto e misurabile. Se tutto funziona, la landing page determinerà conversioni e l’azienda sarà esattamente che cosa riguardano e in che quantità.

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Come sbagliare il design di una landing page?

Gli errori che si commettono principalmente sono frutto delle deformazioni stilistiche che molto spesso la scuola ha instillato negli studenti con una certa concezione dei temi in classe.

Una buona landing page ha poco testo e i giusti spazi bianchi (molti, ampi), per evitare distrazioni e concentrarsi sul messaggio principale. Rifugge dai testi interminabili e frustranti da leggere, così come dai link multipli che portano altrove e distolgono dall’obiettivo.

L’errore capitale è la mancanza di chiarezza. Tutto deve converge verso l’obiettivo in modo chiaro e inequivocabile. Il visitatore si sente sicuro, convinto, perfino desideroso di procedere e sa con precisione che cosa sta facendo, perché e come.

Il visitatore, se il lavoro è stato eseguito a dovere, è pronto a diventare un lead: un contatto. L’azienda ha raggiunto l’obiettivo.

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Immagine di apertura di Photo by Daniel Korpai su Unsplash.

L'autore

  • Redazione Apogeonline
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