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Media, moda, mediana

29 Maggio 2014

Media, moda, mediana

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Il progresso è costante, ma alcuni cambiamenti sul web sono dettati esclusivamente da mode passeggere. Come distinguerli.

Non tutti i siti su cui ho messo mano quest’anno sono responsive, ma la maggior parte di essi certamente lo sono. Lo stesso potranno probabilmente dire molti dei lettori di questa pagina. Si tratta di una moda o di un progresso?

Ovvero, un cambiamento passeggero o fatto per restare? Il dubbio non è ozioso. Anzi, è fondamentale per chi si propone non solo come operatore tecnico (son qui a fare il lavoro che mi chiedi di fare) ma anche come consulente (ti aiuto a ottenere i migliori risultati per il tuo investimento, sulla base della mia esperienza).

Detta fuori dai denti: un sito “di moda” va rifatto una volta all’anno, quando la moda cambia. Un sito moderno invece invecchia, ma può dignitosamente restare in vita ben di più. Non so voi, ma con questi chiari di luna i miei clienti che possono permettersi di rifare il sito tutti gli anni si contano sulle dita di una mano del Capitan Uncino.

Risposta: il responsive design è progresso, non moda. Dipende da un fattore oggettivo e non dai gusti: la diffusione a tappeto di tablet e smartphone, che diventano ogni giorno di più il mezzo primario con cui i consumatori consultano le pagine web. Quindi tatuiamoci tutti quanti lo slogan mobile first sulle nocche delle mani.

Per il medesimo motivo, sono progresso e non moda i form evoluti e le immagini vettoriali o a risoluzione variabile. A mio modesto parere sono invece mera moda i mega menu a comparsa e gli effetti di transizione 3d.

Scommetterei poi qualcosetta che un prossimo importante gradino sulla scala del progresso avverrà quando qualcuno riuscirà a produrre una libreria per Canvas che sia adottata, mantenuta e amata quanto JQuery, perché con Canvas si possono fare cose straordinarie e del tutto inattese sul web.

Poscritto. Qualcuno potrebbe chiedersi, ma allora bisogna rifuggire dalle mode? La risposta è no, per via della legge di Jakob.

Legge di Jakob dell’esperienza utente sul web. Le persone passano molto più tempo sugli altri siti piuttosto che sul nostro. Quindi le loro aspettative si formano altrove: quel che si fa e i metodi usati per raggiungere obiettivi.

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L'autore

  • Luca Accomazzi
    Luca Accomazzi (@misterakko) lavora con i personal Apple dal 1980. Autore di oltre venti libri, innumerevoli articoli di divulgazione, decine di siti web e due pacchetti software, Accomazzi vanta (in ordine sparso) una laurea in informatica, una moglie, una figlia, una società che sviluppa tecnologie per siti Internet

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