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Microsoft rischia una class action italiana

16 Maggio 2008

Microsoft rischia una class action italiana

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Secondo ADUC, Microsoft dovrebbe rimborsare i consumatori italiani per i Windows OEM non attivi

ADUC ha deciso di portare Microsoft in tribunale. Ha avviato infatti una raccolta di adesioni per dar vita ad una class action che possa risarcire i consumatori italiani che non hanno ricevuto i rimborsi per i sistemi operativi preinstallati non attivati. «La richiesta del rimborso è legittima proprio perché l’hardware e il software, nonostante le apparenze e la frequente ingannevolezza delle informazioni dei produttori, non sono venduti come un unico blocco: per l’uso del software viene richiesta l’accettazione di una licenza, accettazione che invece non è richiesta per l’hardware, il cui negozio è concluso al momento dell’acquisto del pc. Ad oggi sono centinaia le segnalazioni di utenti sulla impossibilità, o estrema difficoltà, per ottenere questo rimborso», si legge sul comunicato ufficiale dell’Associazione dei consumatori.

La class action non dovrebbe essere neanche particolarmente difficile da orchestrare, dato che «sono diverse le cause individuali avviate e quella pilota, promossa da ADUC presso il giudice di pace di Firenze, è stata vinta».

Le informazioni e i dettagli sulla vicenda dei sistemi operativi preinstallati sono consultabili nella apposita sezione rimborso windows del sito ufficiale ADUC.

«La class action che prepariamo, come stabilisce la legge, è rivolta esclusivamente ad acquirenti privati (ovvero che non abbiano fatto l’acquisto tramite partita Iva). Per chi è interessato basta compilare il modulo che abbiamo preparato e fornire informazioni dettagliate sulla propria vicenda. La compilazione non comporta alcun impegno. Per il momento serve a raccogliere informazioni e a verificare un effettivo interesse collettivo», conclude il documento.

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