È ufficialmente nata la Singularity University. La notizia della costituzione di una nuova istituzione formativa non meriterebbe forse molta attenzione, se non fosse, in questo caso, per quella parola, Singularity, che subito fa scattare l’associazione con il nome di Ray Kurzweil, scienziato, inventore e imprenditore fra i più brillanti, di cui Apogeo ha pubblicato in italiano La singolarità è vicina, e che in effetti è fra i cofondatori della nuova università, insieme con Peter Diamandis della X Prize Foundation, Pete Worden direttore dell’Ames Research Center della Nasa, Robert Richard cofondatore della International Space University (ISU) e Michael Simpson rettore della ISU.
Il progetto della nuova istituzione è palesemente e fortemente influenzato dalle idee di Kurzweil: suo obiettivo è realizzare un curriculum interdisciplinare per favorire la comprensione, la collaborazione e l’innovazione attraverso una larga serie di discipline scientifiche e tecnologiche attentamente scelte, il cui sviluppo è in accelerazione esponenziale.
[…l la crescita esponenziale è seducente: inizia lentamente e praticamente inosservabile, ma al di là del gomito della curva diventa esplosiva e profondamente trasformativa. […] Oggi prevediamo un progresso tecnologico continuo e le ripercussioni sociali conseguenti: ma il futuro sarà molto più sorprendente di quel che la maggior parte delle persone pensa, perché, perché pochi hanno veramente assimilato le conseguenze del fatto che la stessa velocità di cambiamento sta accelerando
scriveva Kurzweil ne La singolarità è vicina (p. 10-11), pensando in modo particolare alla velocità a cui stanno procedendo la ricerca scientifica e il cambiamento tecnologico. Che poi si accetti o meno l’idea di Kurzweil che il cambiamento non sia semplicemente rappresentato da una curva esponenziale, ma addirittura da un esponenziale doppio (dove anche l’esponente cresce esponenzialmente) e che questo ci porti su una rotta che punta a un cambiamento radicale, la “Singolarità”, risultato della «fusione dell’ampia conoscenza incorporata nei nostri cervelli con la capacità, la velocità e l’abilità nella condivisione della conoscenza della nostra tecnologia», poco importa: è difficile non concordare che genetica, nanotecnologie e robotica/intelligenza artificiale stiano cambiando fortemente (se non radicalmente) l’orizzonte entro cui ci muoviamo.
Si può pensare che la sua visione di lungo periodo sia troppo ottimistica e soffra di un po’ di entusiasmo da inventore, ma non mi sembra ci siano dubbi sul fatto che già il presente sia sufficientemente sorprendente da meritare qualche riflessione in più sul futuro e su come prepararcisi, sapendo perfettamente che un atteggiamento puramente luddista non ha molte speranze di riuscita e che invece un atteggiamento troppo ottimistico rispetto al presente è, se non del tutto suicida, comunque un ottimo soggetto della serie “il pericolo è il mio mestiere”.
La Singularity University, che aprirà ufficialmente le porte a giugno 2009, offrirà inizialmente un percorso formativo di nove settimane a livello postlaurea, più corsi intensivi di 3 e 10 giorni per manager e dirigenti aziendali, intesi a fornire «quel radar puntato in avanti di cui hanno bisogno per stabilire come queste tecologie chiave possono trasformare le loro aziende e i loro settori industriali nei successivi 5-10 anni», secondo le parole di Diamandis, che ci tiene a precisare come «non esista un altro programma formativo che offra l’ampiezza e l’intensità dei corsi della SU».
I programmi sono ancora in fase di redazione, ma il gruppo di docenti e consulenti della SU ha individuato già dieci percorsi accademici:
- Future studies e previsione
- Reti e sistemi di calcolo
- Biotecnologia e bioinformatica
- Nanotecnologia
- Medicina, neuroscienze e “human enhancement”
- IA, robotica e computazione cognitiva
- Energia e sistemi ecologici
- Scienze dello spazio e scienze fisiche
- Politica, legge ed etica
- Finanza e imprenditorialità
Dieci temi che offrono già un’idea abbastanza chiara di quello che la neonata istituzione vuole diventare. Fra i molti docenti e consulenti della SU, nomi di rilievo come Vint Cert, Aubrey de Grey, Robert Freitas, Daniel Kraft, lo stesso Kurzweil, Patrick Lin (e anche David Orban, che in Italia e in Europa è – come definirlo? – fra i più significativi portavoce delle idee di Kurzweil). Significativo, mi sembra, anche il fatto che fra i Corporate Founder il primo (e per ora l’unico di cui sia stato fatto il nome) sia Google, rappresentato fra Faculty e Advisors da Chris DiBona, Open Source Program Manager, e Vin Cerf, Chief Internet Evangelist e Vice President. «Google», ha dichiarato DiBona «è orgoglioso di essere una delle aziende sponsor fondatrici della Singularity University. Concentrandosi sulle tecnologie in crescita esponenziale e sulla loro capacità di affrontare le grandi sfide del mondo, questa istituzione interdisciplinare andrà a soddisfare un’esigenza critica».
«Siamo sulla parte più ripida della traiettoria esponenziale delle tecnologie dell’informazione», ha detto Kurzweil alla presentazione della Singularity University, «in un’ampia gamma di campi, fra cui la salute, la nanotecnologia e l’intelligenza artificiale. Solo queste tecnologie in accelerazione hanno la scala necessaria per affrontare le sfide principali dell’umanità, che vanno dall’energie e l’ambiente alla malattia e la povertà. Ponendo fortemente l’accento sull’apprendimento interdisciplinare, la Singularity University vuole far crescere i leader che creeranno un mondo futuro peculiarmente creativo e produttivo».