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Parlami, o lettore, attraverso il Kindle

09 Settembre 2011

Parlami, o lettore, attraverso il Kindle

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Amazon mette a disposizione la possibilità di fare domande agli autori direttamente dal book reader. Il rapporto autore-lettore è in procinto di cambiare o sarà solo l'ennesima trovata tecnologica?

Anche con l’arrivo di internet, il libro è rimasto un oggetto molto 1.0, ammesso e non concesso che per “2.0” si intenda una connessione sociale, una possibilità di dialogo. Ad esempio tra autore e lettori. Senza voler per forza parlare di libri collaborativi o user generated, il semplice fatto di poter scambiare un’opinione, una chiacchiera con l’autore era un obiettivo complesso da realizzare, anche perché certi autori sarebbero stati subissati da interazioni presumibilmente infinite con i fan (si pensi a cosa potrebbero fare i fan se blindassero la Rowling in un hotel isolato da una nevicata improvvisa) ed è d’obbligo a questo punto fare anche una citazione bibliografica, ricordando Misery non deve morire.

@Author

L’arrivo dei social media ha in parte modificato la situazione permettendo (anche in Italia) la sperimentazione di forme di interazione tra il libro e i suoi lettori (anche su Facebook, come nel caso del Il Grande Elenco Telefonico della Terra e pianeti limitrofi – Giove escluso). Più raramente tra l’autore, non necessariamente social-media savvy, e tutti quelli che avevano qualcosa da dire o da chiedere. In realtà gli strumenti ci sono già ed è una questione, se vogliamo chiamarla così, di volontà politica da parte dell’autore e del sistema editoriale. Prova ne sia l’esperimento che Amazon, da colosso dell’editoria digitale, ha messo in pista sulla piattaforma Kindle. Il progetto @Author attualmente in fase di beta e si basa sostanzialmente sull’aprire un canale di comunicazione tra lettore e autore. Nella sua forma più semplice si tratta di farsi venire un dubbio, una perplessità, un mal di pancia mentre si legge un libro su Kindle. E di cercare di risolverlo seduta stante contattando direttamente l’autore.

In una logica di integrazione del servizio con la piattaforma, basterà evidenziare un brano del libro e accompagnarla da una propria domanda perché il nostro messaggio venga passato via Twitter all’autore. Non c’è garanzia che questo risponderà (anche perché, statisticamente, è prevedibile non tutte le domande saranno di grande spessore o abbiano un qualche tipo di senso), ma nel caso decida che la domanda meriti una risposta, questa arriverà automaticamente per email. In una logica collaborativa, anche gli altri lettori potranno rispondere alle domande:  parliamo di engagement, di community, di aggregazione attorno a un tema, o meglio a un prodotto culturale. E soprattutto parliamo di un brillante escamotage per superare il problema, apparentemente insuperabile, dell’inevitabile dipartita degli  autori, tale da porli prima o poi al di fuori da ogni possibilità di interagire con i lettori e assicurare il funzionamento del gioco social-relazionale nel lungo periodo.

Ehi, autori?!

Al momento la lista degli autori è piuttosto contenuta , anche perché non è detto che tutti gli autori (specialmente quelli di grido, notoriamente indaffaratissimi) siano disponibili a investire quantità importanti del proprio tempo per interagire col proprio pubblico (concetto, come visto, alieno al modello tradizionale dell’editoria, firma dei libri a parte). Al di sotto di un certo engagement, di un certo numero di risposte, ovviamente il giocattolo si rompe, non raggiunge la massa critica e viene bollato dagli utenti come un fallimento – ipotesi sicuramente non gradita da un’azienda come Amazon che si pone standard alti e che sta provando a cambiare un po’ l’essenza del prodotto libro e ad aprire nuovi fronti sul tema della disentermediazione degli editori.

C’è chi si chiede se davvero sia una buona idea mettersi in relazione con gli autori: si corre il rischio di rompere la magia dell’immaginazione, conoscere di persona il proprio autore preferito può rivelarsi una tremenda delusione… e c’è chi si domanda invece se questo non sia solo un piccolo primo passo per l’umanità libraria, anzi e-libraria. Anche fra coloro che stanno leggendo ora questo articolo ci sono non poche persone che insorgono contro il libro elettronico, che predicano l’insostituibilità dell’odore della carta… o a cui semplicemente l’idea di mandare dei tweed all’autore sembra una cosa inutile. Ma il mercato è fatto di prodotti diversi, per target diversi, in format e concetti diversi. E ci possono probabilmente stare tutti.

Esperimenti

Resta da capire, infatti, se e come questo esperimento potrà ulteriormente potenziarsi con l’arrivo del tablet Kindle-Amazon, basato su Android ma irriconoscibile come interfaccia, in quanto fortemente integrato con le funzionalità Amazon. In questo modo il più grande negozio online del mondo si pone al timone non solo del contenuto, ma anche dell’interfaccia, con l’obiettivo di creare nuove ed interessanti (speriamo) funzionalità o, se volete, paradigmi nel campo dell’editoria e della relazione tra creatore di contenuto e suoi fruitori.

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