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Quanto è difficile imparare online?

05 Giugno 2020

Quanto è difficile imparare online?

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Sto per iscrivermi ad un corso online, come me la caverò? Hanno spostato tutti i miei corsi universitari online in questo semestre, cosa posso aspettarmi? La mia azienda mi aveva proposto un corso residenziale di tre giorni, ora sono diventate tre settimane diluite online, come potrò organizzarmi?

Vantaggi e svantaggi

Quando si intraprende un percorso di formazione online vi sono diversi vantaggi di cui beneficiare e qualche difficoltà da affrontare. Un po’ come accade in ogni altra esperienza formativa, del resto, anche questa dipende dal contesto. La formazione online non sostituisce – se non in periodi particolari di emergenza personale o sociale – la formazione in presenza. Costituisce però un’alternativa o un’opzione che può essere integrata con altre, per rendere ancora più ricca l’esperienza che facciamo mentre impariamo qualcosa di nuovo, da soli o con altri.

Sicuramente la formazione online può essere facilitante nella gestione del tempo, poichè consente una flessibilità maggiore rispetto alla presenza, sia in termini di orari che per ciò che concerne la distribuzione delle attività. Essa non condivide con la presenza le problematiche legate allo spazio fisico ma ne propone altre relative allo spazio virtuale, sia dal punto di vista organizzativo che dal punto di vista tecnico. Alcune difficoltà percepite sono anche oggettive, altre sono invece solo apparenti, o per lo meno aggirabili. Ma vanno tutte affrontate e superate se si vuole completare un percorso online raggiungendo i risultati di apprendimento attesi.

Che cosa è indispensabile per la formazione online

Dal punto di vista tecnico, è necessario fare attenzione ai requisiti minimi per poter accedere alle piattaforme di formazione online e per dialogare con i docenti e gli altri partecipanti. Dobbiamo distinguere, inoltre, tra hardware e software. In ogni caso, questo aspetto si rivela essere il più vicino a una soluzione indolore per tutti gli attori coinvolti, siano essi l’utente, le organizzazioni che erogano i corsi, i soggetti che li acquistano (o li scelgono gratuitamente) in un panorama di offerte sempre più ricco e sempre più diversificato.

Non tutti hanno l’attrezzatura necessaria per accedere comodamente ai corsi online, se con essa intendiamo un computer desktop o portatile. La diffusione degli smartphone però va a compensare ampiamente la mancanza di computer, salvo che per gli utenti più piccoli, fino all’accesso alle secondarie inferiori.

Smartphone e contenuti aperti contro gli ostacoli tecnologici

La progettazione dei contenuti didattici online si è evoluta per garantire un accesso multipiattaforma, quindi se c’è una connessione sufficiente si può seguire un corso da desktop, da portatile, da tablet e da smartphone, mantenendo pressoché intatta l’esperienza di fruizione. Ciò avviene quanto meno nella parte di mondo che abitiamo. Altrove ci possono essere difficoltà di accesso dovute a problemi di connettività, oltre che di hardware.

Per andare incontro alle popolazioni più disagiate, alcuni dei maggiori provider di contenuto didattico si sono resi disponibili a duplicare in locale, presso università che ne fanno richiesta nel sud del mondo, interi repository di materiali didattici, così da aggirare l’ostacolo della connessione e offrire un servizio dedicato in loco. Ha fatto questa scelta, ad esempio, il Massachussetts Institute of Technology (MIT), il primo a rendere disponibili i propri materiali didattici in modalità open nel 2001, quando ancora il termine Open Education (educazione aperta) era sconosciuto ai più.

Nell’Open CourseWare (OCW) curato dal MIT sono disponibili moltissimi materiali didattici in diversi formati, condivisi da una larga maggioranza del corpo docente universitario, rilasciati per altro con una licenza Creative Commons che ne consente il riuso e la modifica (CC BY NC SA, generalmente). Non è poco, se si pensa che stiamo parlando di una delle più accreditate università a livello globale. La scelta che qui però ci preme sottolineare è quella di aggirare gli ostacoli tecnologici il più possibile, in attesa di tempi migliori rispetto all’accesso alla rete e agli strumenti diffusi su territori meno avanzati. Se non è lo studente ad arrivare al sapere online, il sapere si sposta – anche – offline e si raggiunge in luoghi ad esso dedicati.

Il problema degli abbandoni precoci

Un altro aspetto ancora apparentemente critico dell’e-learning è rappresentato dalla percentuale di abbandono dei corsi, tuttora molto alta, vicina al 50 percento del totale degli iscritti anche in corsi a pagamento, addirittura fino all’80 percento nel caso dei MOOC (Massive Open Online Courses). Questi dati non sono riscontrabili in corsi svolti totalmente in aula, per i quali la situazione continua ad essere più positiva: quali sono le cause di una tale differenza?

I motivi sono molti e in parte si tratta di un problema apparente. Prima di tutto, vi è un fattore di adattamento: siamo ancora molto abituati a seguire corsi, lezioni e aggiornamenti erogati in presenza, la modalità che ci è stata proposta fin dalle scuole dell’obbligo, eccetto con l’emergenza COVID-19 che ha letteralmente spinto online tutti gli ordini e gradi di scuola.

Il gap generazionale dell’insegnamento in presenza

Per le generazioni oltre i 30 anni, l’esperienza formativa in età scolare è avvenuta sempre e solo in presenza; il fatto di vedere un professore o un insegnante mentre spiega davanti ai nostri occhi e a quelli dei nostri compagni fa parte del nostro vissuto sociale. Condividiamo l’abitudine e l’esperienza di questo tipo di formazione. La formazione a distanza, al contrario, pur non essendo più catalogabile come una novità, è comunque stata esperita da una minoranza di persone fino a pochi anni or sono.

Per le generazioni più giovani, abituate ad avere accesso alla rete o addirittura nate in uno scenario senza più confini netti tra reale e virtuale, quale il mondo dei millennial, il problema non si pone, pur evidenziando invece altre caratteristiche che necessitano di attenzione, quale ad esempio la capacità di mantenere il focus su un contenuto solo per tempi molto brevi rispetto alle generazioni precedenti.

È sempre necessario completare un corso?

Provocatoriamente, chiederei ai lettori: siamo sicuri che portare a termine un corso sia sempre necessario? D’accordo, se voglio ricevere una certificazione che attesti il raggiungimento di un risultato, misurato attraverso un processo di valutazione che vuole valorizzare un percorso completo, è necessario che io abbia quanto meno superato tutte le prove di valutazione proposte in modo adeguato ai criteri richiesti.

Ma se a me interessa prendere da un corso tutte e sole le parti che risultano per me interessanti, o urgenti per colmare rapidamente un gap di competenza, e lasciare il resto per dopo (o per mai, a mia discrezione), nel caso in cui quei contenuti non mi interessino o siano già stati parte di un mio percorso di studi o di esperienze pregresse?

In fondo, perché dovrei dedicare tempo, energie ed attenzione a cose che ho già appreso in altra forma o che al momento non rientrano nei miei obiettivi di apprendimento? Trovo legittima da parte di uno studente che non ha necessità di certificazioni la scelta di saltare da un contenuto didattico all’altro in funzione di un personale percorso di apprendimento. Nel caso in cui, invece, lo studente desideri una certificazione del proprio percorso, la responsabilità di tale certificazione risiede nelle mani dell’istituzione che lo promuove e dell’esperto di contenuto che lo ha progettato, dunque sarà necessario adeguarsi al percorso progettato se si vuole un titolo o un certificato completo.

Nella formazione online i flussi si incrociano

Abbiamo appena citato la figura dell’esperto di contenuto, che solitamente coincide con il docente, o i docenti di un corso. Nella didattica online il docente spesso non è più l’unica figura che guida o facilita il processo di acquisizione delle conoscenze, ma la relazione tra docente e studente viene affiancata dalla relazione tra studente e studente.

Non vi è un flusso di nozioni e informazioni che scorre dal singolo verso i molti, ma vi sono più flussi incrociati di cui quello or ora nominato non è che uno dei tanti. Il docente è spesso descritto come facilitatore, poiché il suo compito non è più, come un tempo, trasferire conoscenze da sé ad altri, ma favorire la circolazione delle informazioni e la creazione di nuove conoscenze, a partire proprio dagli studenti del corso. Questo avviene in modo ancora più radicale nei corsi per adulti.

Siamo di fronte quindi ad una serie di cambiamenti rispetto al passato e ad uno slittamento dei ruoli: le responsabilità sono sempre più distribuite equamente all’interno del gruppo dei partecipanti, che sono posti sullo stesso piano del docente-facilitatore nel flusso della comunicazione. Conta quello che ogni singolo porta all’attenzione degli altri e tutti possono contribuire alla costruzione del sapere in modo potenzialmente equivalente.

Sapere quello che si vuole

È importante che al momento dell’iscrizione ad un corso online lo studente sia consapevole di ciò cui va incontro. Alcuni esempi: se uno studente predilige l’interazione in presenza ma è impossibilitato a seguire costantemente di persona i corsi, è bene che ricerchi tra i corsi che la rete offre quelli che combinano parti da svolgere online con incontri in presenza in diversi momenti del percorso didattico.

In particolari contesti questo non sarà ovviamente possibile ma, quando lo è, un buon equilibrio tra presenza e distanza può essere la soluzione più efficace e anche più piacevole. Se uno studente desidera avere un’interazione forte con l’insegnante, è bene che scelga corsi online in cui non vi sono lavori di gruppo ma un’assistenza continua da parte di un tutor personale.

Se si riesce a studiare solo quando si hanno scadenze precise e ravvicinate, allora sarà meglio prediligere corsi in cui siano richiesti elaborati continui sui temi proposti. Se invece si ha poco tempo libero e si vuole seguire un corso rapidamente, è bene scegliere un corso completamente online e privo di interazioni programmate con altri studenti.

Chi desidera invece un supporto costante e un continuo riscontro dei propri risultati, si avvicini ad un corso in cui sono presenti molti test di valutazione e magari un tutor disponibile a commentare step by step i progressi dello studente, così da dargli un feedback costante sul lavoro svolto.

Formazione che diventa responsabilizzazione

Laddove i corsi prevedano interazioni tra i partecipanti per il raggiungimento di risultati di apprendimento, tutti i partecipanti hanno parte attiva nel percorso formativo, tutti vengono responsabilizzati nei confronti di tutti gli altri. Questo concetto di responsabilità acquista un ruolo centrale: nei corsi basati su un approccio collaborativo, se partecipo ad un corso che si svolge online e non mi connetto oppure mi limito ad essere un semplice osservatore, non contribuisco a costruire la conoscenza che deve scaturire dalla condivisione di esperienze e opinioni nel gruppo.

Se ho scelto di seguire un corso individuale, invece, ho delle responsabilità verso me stesso, le stesse che avrei frequentando un corso in presenza, ma con la difficoltà in più di non avere alcuna persona visivamente presente cui render conto in caso di mia assenza.

Proprio qui sta il punto: la persona che sta dall’altra parte dello schermo (tutor o docente o assistente) deve essere realmente presente per lo studente così da creare un’interazione virtuale fra due persone chiaramente reali, affinché possa svilupparsi tra i due un legame dettato dalle regole didattiche del corso e quanto più possibile efficace ai fini della formazione.

Se uno studente percepisce la presenza attiva del tutor (o del docente o dell’assistente agli studi) può sviluppare un senso di responsabilità pari a quello che nasce in un corso individuale in presenza: se non vado a lezione, qualcuno mi aspetterà a vuoto. Così pure, se non svolgo le mie attività online, qualcuno aspetterà inutilmente del materiale da me prodotto o attenderà dei risultati che io non gli farò avere. Il ragionamento è valido anche nei confronti dei propri compagni di corso e dei membri del proprio gruppo di lavoro.

Come riconoscere un corso online valido

Non sempre è facile reperire questo genere di informazioni sui corsi che si trovano online; spesso la difficoltà maggiore non è trovare un corso su un argomento che ci interessa, quanto capire se il corso ha una struttura adatta a noi, e se siamo in grado di conciliare con la vita e gli impegni che abbiamo in quel momento. Il primo passo, comunque, è riconoscere che è necessario essere consapevoli del proprio stile di apprendimento.

Una volta acquisita tale consapevolezza, di fronte ad un corso di cui non si coglie la strategia didattica, è bene richiedere ulteriori spiegazioni prima di sceglierlo per sé. Una e-mail inviata a chi offre il corso è un ottimo mezzo: se non vi sono risposte già pronte, fungerà anche da stimolo per l’ente erogatore ad analizzare più a fondo questi aspetti.

Ecco alcune domande che uno studente potrebbe porre (e che è opportuno strutturare in Domande Frequenti, se possibile, così da fornire risposte sempre accessibili):

  1. Com’è strutturato il corso? Segue un calendario predeterminato oppure può essere seguito con tempi e modi personalizzati in base alle esigenze dell’utente?
  2. Quali sono i prerequisiti del corso, sia da un punto di vista tecnologico, che in riferimento a conoscenze pregresse?
  3. Il docente è disponibile in fasce orarie giornaliere/settimanali per essere raggiunto online dagli studenti?
  4. Sono previste attività di gruppo obbligatorie e, se sì, sono previste facilitazioni per permettere ai membri di ciascun gruppo di incontrarsi in videoconferenza?
  5. Qual è l’impegno settimanale previsto per ogni studente? Quanto tempo bisogna allocare per seguire questo corso? (I corsi in cui è possibile tenere ritmi personalizzati danno estrema libertà ma richiedono molta autodisciplina!)
  6. Il corso si inquadra in un percorso formativo che ne comprende altri? È possibile ottenere qualche diploma o certificazione seguendo altri corsi insieme o dopo questo?
  7. È possibile parlare con altri studenti che hanno già seguito questo corso e conoscere la loro esperienza?
  8. È previsto un supporto tecnico per chi segue il corso?

Essere consapevoli del proprio stile di apprendimento è importante per scegliere e affrontare con consapevolezza un corso di formazione online. Vale quindi la pena di spendere qualche momento di riflessione per conoscere se stessi e il proprio modo di imparare, in modo da poter sfruttare al massimo tutti gli innegabili vantaggi dell’e-learning evitandone, dove possibile, gli ostacoli e affrontando le difficoltà con tanta autodeterminazione.

Conoscere il proprio stile come studente significa anche poter scegliere di mettersi alla prova in percorsi sfidanti perché strutturati in modi coi quali non si è a proprio agio: in fondo, quale migliore palestra di un corso per allenarsi ad affrontare difficoltà a vari livelli, senza conseguenze durature e con la possibilità di ritentare?

L’autrice ha scritto per Apogeonline molti anni fa una serie di articoli sull’e-learning che tornano di attualità. Li riproponiamo, riveduti e aggiornati al tempo presente.
Il primo articolo della serie è E-learning: che cos’è e a chi è rivolto.

Immagine di apertura di Daniel Cheung su Unsplash.

L'autore

  • Paola Corti

    Lavora al Politecnico di Milano presso METID, la task force dedicata all’innovazione didattica. I suoi interessi sono orientati fortemente verso la Open Education: nel 2019 ha organizzato la OE Global 2019 Conference.
    Si occupa di progetti europei relativi all’innovazione didattica e di progettazione di MOOC (Massive Open Online Courses) su tematiche relative all’innovazione e alle metodologie didattiche, e di supporto a docenti ed esperti di contenuto nella progettazione dei loro MOOC. È volunteer Mentor nel progetto UNESCO Open Education for a Better World. Le piace fare attività all’aperto, specie in montagna, e ha una passione per il cinema che non sazia mai a sufficienza.

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