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Quanto vale un profilo social e perché

03 Agosto 2022

Quanto vale un profilo social e perché

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Capire quanto vale un profilo social, e perché, aiuta a prendere decisioni migliori. È essenziale l’analisi dei punti di forza e di debolezza del profilo.

FAQ su come capire quanto vale un profilo social

  1. A chi serve imparare a valutare correttamente quanto vale un profilo social?
  2. Quali sono le metriche più significative per l’analisi della reputazione di un account social?
  3. Come comprendere in modo più strutturato e analitico la presenza in Rete di un soggetto?
  4. Come individuare i profili più interessanti per i miei obiettivi?
  5. Come creare basi analitiche per capire quanto vale un profilo social in termini di attività di influencer marketing?

A chi serve imparare a valutare correttamente quanto vale un profilo social?

Ci sono diversi punti di vista dai quali saper valutare un profilo social è interessante. Forse vuoi diventare influencer e sapere a che punto ti trovi. Oppure esamini la possibilità di mettere sotto contratto un influencer per la tua azienda. Oppure, semplicemente, vuoi capire se i tuoi profili ti restituiscano la reputazione che ti aspetti, o se ci sono cose da migliorare. O magari vuoi solo toglierti la curiosità rispetto ai profili di qualche personaggio pubblico: meritano davvero tutto quel risalto?

Ogni cosa che viene detta in rete lascia un’impronta e influisce sulla reputazione dei soggetti coinvolti. Se ci interessano il livello e la qualità di una reputazione particolare, nostra o altrui, ecco che saperla valutare diventa auspicabile.

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Quali sono le metriche più significative per l’analisi della reputazione di un account social?

La quantità non è sempre un metro di misura così significativo. Il profilo è di reale interesse per la nostra attività? Quali sono i dati di quel profilo che potrebbero eventualmente esserci più utili? Che qualcuno si definisca influencer o abbia un alto numero di follower non implica necessariamente che sia ideale per i nostri obiettivi.

Per scegliere l’influencer giusto per una campagna bisogna fare chiarezza, iniziando col capire quali sono le nostre necessità e i dati da analizzare nel mare magnum a disposizione, uscendo dal mero conteggio quantitativo.

Tra i criteri da prendere in considerazione nell’analisi ci sono, per esempio la qualità dei contenuti pubblicati, i canali utilizzati e l’affinità dei valori con quelli del brand.

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Leggi anche: Influencer e Brand Ambassador: capitale umano e valore di mercato

Come comprendere in modo più strutturato e analitico la presenza in Rete di un soggetto?

Questo è l’esempio di un percorso possibile:

  1. Eseguire un audit per raccogliere tutta la conoscenza possibile su dove c’è una presenza social, come è organizzata, che frequenza ha eccetera.
  2. Misurare l’efficacia degli account utilizzando strumenti di analisi appropriati.
  3. Identificare gli obiettivi dei profili. Gli obiettivi reali potrebbero non essere immediatamente evidenti.
  4. Valutare la concorrenza, per come si pone, che strategie persegue, che obiettivi ha definito e così via.
  5. Valutare la qualità dei contenuti e della gestione del profilo e, importante, anche il livello di qualità nel tempo.

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Come individuare i profili più interessanti per i miei obiettivi?

Si può rispondere a questa domanda se si pensa a quali siano gli ingredienti di un profilo di successo.

Il nome del profilo. La scelta sembra ovvia – il nome del soggetto – e non lo è. Potrebbe essere utile usare invece il nome di un’azienda, un soprannome che colpisce, una sigla che riassuma un concetto. Vale soprattutto per media come Twitter, dove la scelta del nome è particolarmente vincolante.

URL e nome utente del profilo. Il nome utente spesso fa parte dell’URL e non può cambiare. Anche questo va scelto con la massima attenzione. Se si parte da zero, è un’ottima idea fare il possibile per avere lo stesso nome utente su tutte le piattaforme.

L’immagine profilo. Abbastanza semplice pensare a un volto nel caso di un account personale; un’azienda deve fare più attenzione. Un logo, per esempio, deve riuscire bene anche una voglia tagliato, usualmente in senso circolare, dal social.

Il link del sito sul profilo. Ogni social si comporta a suo modo; l’importante è cogliere ogni opportunità di rendere immediatamente visibile il link al sito di riferimento. Può essere una buona idea che, nel sito, vi sia una o più landing page dedicata a chi arriva da ciascun social media, per capire quanto traffico portano e magari fare trovare offerte speciali o comunicazioni relative all’attività sul social.

La bio sul profilo. Dovrebbe essere pensata come un *elevator pitch* dove, per esempio Twitter, c’è posto solo per una breve descrizione. Su LinkedIn ci stanno duemila caratteri e si può fare una eccellente prima impressione, se vengono bene usati.

Gli interessi. A qualcuno sembrerà un errore segnalare libri, film, serie TV, siti di interesse, soprattutto su un profilo business. Invece è una occasione di aggiungere spessore e credibilità, oltre a un ulteriore livello possible di connessione con chi guarda.

Lo sfondo o l’immagine di copertina del profilo. Usare quello preimpostato dal social è un errore. Anche in questo caso, lo sfondo giusto aggiunge personalità, trasmette messaggi aggiuntivi, mostra cura dei dettagli. Lo sfondo non dovrebbe primeggiare sulla foto profilo, ma contribuire sì. Uno sfondo come gli altri equivale a un profilo come gli altri.

Le impostazioni di privacy. La domanda da porsi è: sicuri che siano visibili tutte le informazioni che meritano di essere pubbliche e contribuiscono al successo del profilo? Sicuri che sia vero il viceversa?

L’attività social. Un buon profilo non ha solo una bella immagine, ma comunica, ascolta, commenta, stabilisce connessioni, accetta buone connessioni, lancia conversazioni, ingaggia le persone, condivide, fa tutto quello che deve fare un profilo come si deve.

La promozione. Un profilo efficace viene promosso attraverso tutti gli altri canali possibili, a partire dal sito di riferimento fino alla firma nelle email. Biglietti da visita, pubblicità non social, ogni giusta opportunità va colta.

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Come creare basi analitiche per capire quanto vale un profilo social in termini di attività di influencer marketing?

Usando buone metriche, come queste, per misurare le prestazioni dell’attività:

  • Reach e impression. Reach è il numero di persone che hanno visto un post o un filmato; una impression equivale a una singola visualizzazione del contenuto.
  • Engagement. Va confrontato anche in rapporto al volume del pubblico. A un volume minore di pubblico dovrebbe corrispondere un volume maggiore di engagement.
  • Crescita del pubblico. I post e l’attività sui social devono avere un impatto salutare sulla crescita del pubblico, sia per ciascuna singola iniziativa che globalmente.
  • Menzioni del brand. Prima e dopo le campagne si misura il numero di menzioni che il brand riceve. Uno strumento come Mention aiuta a correlare i post di influencing con la crescita delle menzioni.
  • Traffico dai social. Il buon andamento dei social è essenziale, ma conta molto anche ogni call to action capace di portare il pubblico dal social al sito.
  • Conversioni dai social. È una metrica fondamentale per capire quanto vale un profilo social in termini dell’investimento compiuto in influencer marketing, sovente usata in congiunzione a strumenti come bit.ly.
  • Fatturato dai social. Si può definire, con l’aiuto di Google Analytics, il ritorno effettivo di un canale social o di un influencer. Questa è la base, naturalmente; tracciare l’attività come accade per la pubblicità in televisione e osservare il comportamento della curva del pubblico in tempo reale, in funzione di chi ha postato cosa e quando lo ha fatto, porta a valutazioni molto precise e puntuali.

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Immagine di apertura di Laura Chouette su Unsplash.

L'autore

  • Redazione Apogeonline
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