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Savory: editoria aperta, facile, via browser

20 Settembre 2012

Savory: editoria aperta, facile, via browser

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Un editore alle prese con il digitale ha bisogno di servizi dedicati, ma soprattutto di strumenti di facile utilizzo basati sulla potenza e la flessibilità delle moderne tecnologie. Andrea Campi, co-fondatore di Savory, la pensa così.

Abbiamo avuto l’opportunità di seguire da vicino la genesi di Savory, una nuova piattaforma dedicata agli editori alle prese con il digitale: due degli autori che periodicamente collaborano ad Apogeonline (Andrea Campi e Andrea C. Granata) sono infatti tra gli ideatori di questo progetto. Dopo i primi feedback lusinghieri e per nulla scontati, oggi è proprio Andrea Campi a raccontarcene.

Quando e perché nasce il progetto Savory? Cosa vi ha convinto a puntare su questa idea?
Il progetto è iniziato circa un anno fa da una serie di riflessioni ed esperimenti sugli strumenti disponibili per l’editoria digitale, in particolare in ambito mobile. Volevamo creare qualcosa che fosse allo stesso tempo più potente e più semplice da usare delle alternative sul mercato, con costi di accesso alla portata di tutti. Quello che ci spingeva era la convinzione che non dovesse essere solo l’editore a muoversi verso la tecnologia, ma anche la tecnologia a diventare più semplice e adatta all’editore. Il primo prototipo era rozzo, ma lo abbiamo mostrato a EbookCamp 2011 e a Librinnovando 2011 ottenendo riscontri promettenti, così abbiamo deciso di andare avanti.

Cosa fa esattamente Savory e a quali realtà editoriali si rivolge?
Savory è una piattaforma completa per realizzare prodotti editoriali di qualità fruibili su qualsiasi dispositivo attraverso un normale browser. I contenuti vengono gestiti tramite un Content Management System (CMS) web-based. Una volta che la pubblicazione è online, sarà Savory ad adattarla al device su cui viene visualizzata, fornendo una vista e interfacce di navigazione ottimizzate per lo schermo. Abbiamo pensato il prodotto per un pubblico professionale, in particolare le case editrici piccole e medie, ma anche per giornalisti o autori che vogliano fare il salto e “mettersi in proprio” o per usare un termine più attuale, autopubblicarsi.

Il braccio italiano della joint venture Savory.

Che cosa caratterizza Savory rispetto a un ebook o un’app?
È totalmente basato sul Web; questo significa niente da installare, nessuna “scelta di campo” su quali dispositivi supportare, nessun accordo con un distributore. Quando si pubblica con Savory, per leggere basta un normale browser. E l’impaginazione dei contenuti è sempre ottimale per lo schermo. Inoltre le pubblicazioni su Savory non sono un sistema chiuso, ma si aprono nativamente alla condivisione su Facebook, Twitter e in generale a qualsiasi modalità di comunicazione propria della Rete. In generale Savory permette la semplicità di pubblicazione di un CMS, la fluidità dei contenuti di un ebook e l’esperienza di lettura di un’app.

Quali competenze è necessario possedere per utilizzare e pubblicare con Savory?
Nessuna conoscenza specifica; Savory è molto semplice, basta saper utilizzare un word processor e avere una minima esperienza nell’utilizzo di un CMS. Chi pubblica può smettere di preoccuparsi della tecnologia e concentrarsi sui contenuti. Il nostro primo cliente è stato EDT, che usa Savory fin dalla versione beta per pubblicare il proprio bollettino per i librai: sono diventati così produttivi che riescono a pubblicare con frequenza doppia rispetto a quando usavano un workflow basato su InDesign.

Quali sono gli ingredienti di Savory?
Moltissimo open source: naturalmente Treesaver, il motore che impagina i contenuti. Poi i soliti sospetti di molte applicazioni moderne: Ruby On Rails, jQuery, MongoDB. Senza dimenticare HTML5 e SVG sui quali si basano l’ossatura dei layout e l’interfaccia di navigazione all’interno della pubblicazione. Ma soprattutto cloud: Savory è pensato per gestire decine di migliaia di pubblicazioni, quindi abbiamo dovuto sviluppare una nostra cloud privata ma basata su Cloud Foundry, altro software open. Quindi elementi di design ad hoc: per esempio i font che usiamo sono stati scelti con cura e acquisiti in licenza dai designer originali.

Treesaver fornisce parte delle componenti software del progetto.


Ultimamente si parla molto di startup. Savory è una joint venture tra l’italiana ZephirWorks e la nord-americana Treesaver. Come è nata questa relazione e come vi siete ripartiti competenze e oneri nella creazione di Savory?

ZephirWorks ha competenze tecniche specialistiche, Treesaver fa design per l’editoria con alle spalle una forte tradizione di “cartaceo”. Ci siamo parlati su Skype, ci siamo incontrati a New York e abbiamo capito che eravamo sulla stessa lunghezza d’onda. La suddivisione dei compiti era naturale, anche se poi come in qualsiasi startup tutti danno una mano dove serve di più. Per esempio il supporto tecnico ai clienti è seguito da tutti noi. Il filo comune è l’esperienza nello sviluppo e la gestione di servizi e contenuti maturata nel settore editoriale.

Il mercato a cui Savory si rivolge è globale: quali sono state le prime nazioni a mostrare una significativa attenzione (Italia e USA esclusi) e chi è stato il primo cliente?
I grandi mercati dell’editoria in Europa (Inghilterra e Germania soprattutto, ma anche Olanda e Spagna) e poi Canada e Australia. Ma il primo cliente è stato una doppia sorpresa: un grosso gruppo di Singapore che si occupa di logistica, settore a cui non avevamo assolutamente pensato ma che come molti ha una grossa produzione di riviste informative e divulgative, per non parlare di cataloghi.

Savory tra cinque anni: dove metti i tuoi “due cent”?
Difficile fare previsioni su un tempo così lungo, ma certo l’esigenza di prodotti potenti in grado di veicolare a adattare dinamicamente contenuti a nuovi device continuerà a crescere. L’ambizione più grande è andare oltre le aziende, rendendo Savory uno strumento che consenta a chiunque di pubblicare secondo standard professionali.

L'autore

  • Fabio Brivio
    Fabio Brivio, classe 1972, laurea in Storia Medievale e master in Informatica e Comunicazione, crede nella sinergia tra scienze umane e tecnologia. È responsabile per l’Editoria, la Formazione e il Web in Apogeo, editore del gruppo Feltrinelli specializzato in manualistica e saggistica tecnica e professionale. Si interessa di tatuaggi ed è affascinato dal significato dei segni. Quando può, cammina lungo antiche vie. Vive tra Milano e Bologna.

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