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Si è concluso HACKIT 98

11 Giugno 1998

Si è concluso HACKIT 98

di

Bilancio del primo HackMeeting italiano.

Si è conclusa, al Centro Popolare Autogestito di Firenze, l’Hackit, il primo HackMeeting nazionale che ha raccolto un po’ da tutta Italia, e anche dall’estero, gruppi e soggetti che si occupano di pricacy in rete, telematica antagonista e diritti del cittadino telematico.
Il tutto assolutamente no-profit, sfruttando donazioni e risorse personali e riscuotendo notevole successo tra i partecipanti e i curiosi capitati per caso.

In particolare hanno partecipato dalla Spagna ” Nodo50“, un Internet service provider no-profit che offre accesso gratuito ai servizi telematici a 300 individui e 80 associazioni tra collettivi politici, sindacati, partiti politici, associazioni cattoliche.
Dall’Olanda alcuni membri di “Acces4All”, il più grande provider olandese, che si era occupato di organizzare un evento gemello la scorsa estate nei pressi di Amsterdam.
Tra gli stranieri era presente anche Lee Gibling, Webmaster della House of ill Compute (THOIC), che ospita gratuitamente un gruppo di hackers specializzati in televisione satellitare e “Videocrypt” un sistema di crittazione di dati usato dalla Sky TV nel Regno Unito. Il gruppo è chiamato Wedzboyz.

Si è trattato di una tre giorni di seminari, workshops e corsi autogestiti ai quali si sono aggiunte iniziative sul momento, in virtù del clima cooperativo che si è creato.
Per esempio, il seminario di “Lock Piching”, ovvero l’arte di aprire lucchetti e serrature, proposto da Tim, un olandese del gruppo “Hippies of the Hell” di Amsterdam. Per avere maggiori informazioni o per comprare il kit magico, dotato di key pin e driver pin è possibile consultare il sito ” MIT Guide to Lock Picking” dove è presente un’esaustiva guida con tutti i segreti del Lock Picking oppure scrivere a [email protected].

Gli incontri proposti avevano lo scopo di creare un’occasione per avvicinare gli interessati all’utilizzo di strumenti e tecnologie per la salvaguardia della propria privacy (Telematica di base e Crittografia e Anonimato) e costituire un momento di socializzazione del sapere. Sono stati proposti tra gli altri, workshops sull'”Hacker Art”, “Linux per principianti”, “responsabilità del provider, rete e censura”, “Nym Server e File System Crittati”, “Reti telematiche autogestite, BBS e telematica lowtech” con proiezioni della videoantologia di Decoder su Richard Stallman e sull’incontro su “Software GNU per la libera circolazione del sapere” e la presentazione del CD-ROM “Zone Digitali”, copia fisica del server ” Isole nella Rete“, e del libro “Kriptonite, Fuga dal controllo globale” di Joe Lametta – Edizioni Nautilus, di cui abbiamo parlato altrove su Apogeonline.

È stato addirittura impossibile portare a termine tutti i workshop previsti a causa della mancanza di tempo.
Infine non sono mancati eventi ludici come il concerto di “I.S.O. viaggio ai confini dei suono e della performance” di un gruppo giapponese al quale è seguito il “PGP key-signing party” un momento rituale e tradizionale di verifica e certificazione delle chiavi pubbliche PGP, un software per la crittazione dei messaggi telematici. È stata costante la presenza di una radio pirata e di una TV pirata che hanno trasmesso ininterrottamente con l’aiuto di tecnici instancabili e di appassionati.
La boiCOOP TV ha messo in evidenza una polemica nata alcuni mesi fa nel Centro popolare autogestito CPA di Firenze, sotto sgombero per una causa che vuole portare la costruzione di un centro COOP proprio sulle spoglie di questo luogo di aggregazione, ex fabbrica Longinotti riconosciuta anche dal quartiere fiorentino come un importante luogo di aggregazione e di attività sociali.

A dispetto degli sforzi che si sono fatti per rendere questo luogo accogliente ed attrezzato, per quanto possibile, sembra pero’ che anche il Consiglio Comunale sostenga la causa della COOP approvando la proposta di costruire un Centro Commerciale che non farebbe altro che congestionare ulteriormente il traffico, aggravare il già sentito problema dell’inquinamento atmosferico e privare il quartiere di un luogo dove la creatività e l’iniziativa personale autogestita ha spazio di emergere.

L’Hackit ha dimostrando che luoghi del genere si prestano ad accogliere un grande numero di persone che hanno voglia di condividere esperienze e conoscenze all’insegna della semplicità e della tenace volontà di sottrarsi a dinamiche commerciali o istituzionali.
E sembra che l’esperimento sia ampiamente riuscito!! Per chi è interessato a conoscere più nello specifico i temi e gli argomenti dell’incontro, oltre alle motivazioni e ai soggetti che hanno reso possibile Hackit è possibile collegarsi al sito http://www.ecn.org/hackit98 ed eventualmente partecipare alla mailing list messa in piedi per discutere ogni questione relativa a questa e a future esperienze.

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