Di questi tempi è difficile fare i misantropi. La visione dell’uomo come animale fondamentalmente sociale è stata trasportata a un livello superiore dalla nuova bolla della condivisione online. Basta considerare le recenti tendenze di Google: si sa che a guardare che cosa bolle in pentola a Mountain View si indovina l’Internet dell’immediato futuro. Google Friend Connect sta nascendo proprio per rendere sociali anche i siti che non lo sono.
Che cosa fare per uscire da questa situazione? La maggior parte degli italiani è un po’ diffidente nei confronti di tutta questa socialità che le avanguardie 2.0 tentano di spacciare come la nuova frontiera del web (e mentre si voltano a evangelizzare sono già con un piede nella porta del web 3.0). La paura dello spam è forte, e chiunque sia iscritto a Facebook o LinkedIn – per citare due network tra i più solidi e famosi, nonché probabili partner di Google Friend Connect – sa cosa vuol dire ricevere continue richieste di connessione da “amici di amici di conoscenti”.
Si possono ignorare le richieste di chi non è realmente un amico, un compagno di scuola o un collega di lavoro: sarebbe una soluzione pulita dal punto di vista della netiquette, ma non sempre ci si riesce. Oppure si può realizzare il proprio social network personale, totalmente controllabile e magari dedicato, quello sì, ad un argomento “verticale” di reale interesse.
La missione di Ning è proprio questa. In quasi quattro anni, Ning ha fatto crescere una comunità di creatori di network con una piattaforma che gli ideatori definiscono una sorta di Brico Center delle reti sociali. Sembra complicato, ma in realtà Ning è una delle applicazioni più semplici da usare tra quelle che prosperano sotto l’ombrello del web 2.0. Talmente semplice che la prima richiesta, diretta e inequivocabile, è quella di dare un nome e un Url al proprio network. Il passo successivo è la creazione di un account personale (niente più del nome, la data di nascita e l’e-mail), dopodichè il social network è cosa fatta.
Forse, però, prima di creare una rete sociale è il caso di interrogarsi sulle motivazioni che potrebbero spingerci a farlo. L’idea di base è quella di interagire con persone che abbiano gli stessi interessi. Non a caso, molti dei network di Ning sono dei veri e propri fan club, o la trasposizione 2.0 dei classici forum di discussione in cui ci si scambiano idee e informazioni su particolari temi (dal fai da te alla cura degli animali). Si può anche immaginare una rete “chiusa”, realizzando ad esempio un punto di incontro tra ex-studenti di una stessa scuola.
In realtà non c’è un motivo particolare per non dare vita ad un social network. Piuttosto ci si potrebbe interrogare sul perché non usare altre applicazioni già alla portata di tutti, come i citati Facebook e LinkedIn, Flickr, MySpace, Anobii (e chi più ne ha più ne metta) che possono essere agevolmente piegati alle più diverse esigenze. Il punto è che un network creato con Ning dà l’idea di una maggiore personalizzazione: stuzzica la vanità di chi preferirebbe pubblicare un sito identitario con una forte interazione tra gli iscritti, senza però registrare un dominio, gestire un server, sporcarsi le mani col codice.
Il nuovo network creato con Ning richiederà in seguito un paziente lavoro di personalizzazione grafica. Per il momento basterà impostare i principali parametri richiesti, dopodichè si potrà in ogni momento rientrare nell’interfaccia di gestione del network, tenendo presente che Ning richiede ad ogni accesso anche al proprio social network di ripetere un login e di inserire anche uno speciale PIN di riconoscimento richiesto alla prima creazione del sito.
Solo una volta effettuato l’accesso al social network (quello personale con Url http://ilmiosito.ning.com) si potrà accedere all’interfaccia di gestione di Ning, disponibile anche in italiano. Dal link Gestisci è possibile, nell’ordine, variare le informazioni principali del network (nome, descrizione, icona); invitare nuovi membri (con la facilità delle importazioni delle più diffuse rubriche di mail e webmail); modificare il Css del network (a partire da un tema predefinito a scelta, ma si può anche sovrascrivere un proprio foglio di stile); aggiungere caratteristiche particolari (blog, forum, media gallery, gestione eventi, etc.); gestire la privacy del network, le domande da fare ai nuovi iscritti, l’elenco delle attività più recenti e le traduzioni nella propria lingua (i testi sono tutti personalizzabili).
Ning offre inoltre un discreto grado di integrazione con Flickr e con Facebook. Per importare foto da Flickr è necessario ottenere una chiave Api (non è la cosa più semplice del mondo, ma Ning spiega passo passo come fare), mentre per Facebook è possibile realizzare piccole applicazioni scaricabili nei profili personali che riproducano la selezione di musica, video o immagini del nostro nuovo social network. La promozione è assicurata anche dai badge di appartenenza al network, anche questi personalizzabili.
Fin qui la parte di gestione del sito, dedicata all’amministratore. I membri di un network Ning hanno molto meno lavoro: gli basta iscriversi e creare un proprio profilo. La pagina personale sarà sempre raggiungibile dal menu principale e permetterà di gestire le informazioni personali, di privacy e il tipo di notifiche via mail che si vuole ricevere dal network. Ogni membro ha diritto al suo blog, le sue foto, i suoi video. Si possono proporre eventi, interventi sul forum e annotazioni. La maggior parte degli strumenti utilizzabili carica un applet java che riproduce una finestra di esplora risorse, mentre per i video, le foto e la musica si possono anche importare URL generici o specifici di Flickr o YouTube.
Nulla vieta poi, a chi a creato un social network e a chi vi si è aggiunto, di iscriversi cime membri in altri network basati su Ning. Nella pagina iniziale del servizio vengono proposti i network più quotati (si parla di migliaia di membri): stando a una stima di massima, i network finora creati sarebbero circa 230.000. Una bella cifra per un progetto che sta veramente decollando soltanto adesso: la storia economica di Ning sa molto di bolla 1.0 (e del resto dietro le quinte c’è un certo Marc Andreessen).
Ning non è un’applicazione addictive come Flickr, YouTube o Anobii, ma con un po’ di impegno e motivazione da parte dei creatori di network, può diventare uno strumento utile se non indispensabile di confronto a distanza e di condivisione di informazioni. Uno strumento ideale per chi non si accontenta di abitare la rete, ma vuole costruirsi qualche stanza in più.