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Una meraviglia del cielo: la nebulosa della Tarantola

29 Ottobre 2024

Una meraviglia del cielo: la nebulosa della Tarantola

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Il telescopio James Webb, assieme agli strumenti di ultima generazione a disposizione della Nasa, mostra l’universo come mai lo abbiamo potuto guardare.

Idrocarburi psichedelici, nubi-trappola di polvere, sorprese da raggi X e infrarossi

La nebulosa della Tarantola

La nebulosa della Tarantola, nota anche come 30 Doradus, si trova nella Grande Nube di Magellano, una galassia satellite della Via Lattea, a cavallo fra le costellazioni Mensa e Dorado. Dista dalla Terra 159.800 anni luce.

La nebulosa della Tarantola è visibile a occhio nudo e può essere individuata come una grande macchia lattiginosa. Ha un diametro enorme, di 160 mila anni luce. Originariamente era chiamata 30 Doradus, ma, date le sue complicate strutture interne e i filamenti polverosi incrociati, hanno cominciato a chiamarla nebulosa della Tarantola.

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La nebulosa è una regione H II, il che significa che l’idrogeno in essa contenuto non è neutro, ma è ionizzato (caricato positivamente). La nebulosa ospita alcune delle stelle più calde e grandi che conosciamo. Nelle immagini del Webb di questa nebulosa, possiamo apprezzare la sensibilità e la potenza dei quattro strumenti scientifici di cui è dotato il telescopio James Webb.

La vita misteriosa delle stelle

Se sovrapponiamo il sontuoso scatto a infrarossi del Webb con i dati a raggi X del Chandra, otteniamo una versione dell’universo che non avremmo mai potuto immaginare. In questa immagine, i segnali infrarossi sono rossi, arancioni, verdi e azzurri, ma includono anche i dati dei raggi X (in blu scuro e viola). La spirale di stelle nella cavità è visibile con sorprendente chiarezza.

Un'immagine composita della nebulosa della Tarantola

Un’immagine composita della nebulosa della Tarantola realizzata utilizzando i dati del Chandra e del Webb.

Le fasce blu e viola dell’immagine mostrano i gas che le onde d’urto stellari hanno riscaldato a temperature incredibilmente elevate. Le osservazioni a infrarossi evidenziano le protostelle avvolte nella nebulosa e circondate da nubi di gas più freddo, che queste stelle consumeranno man mano che cresceranno.

Gli scienziati hanno scoperto che la composizione chimica della nebulosa della Tarantola differisce da quella della maggior parte delle nebulose della nostra galassia, suggerendo che sia simile alle condizioni prevalenti quando la Via Lattea era molto più giovane. In termini pratici, ciò significa che la nebulosa della Tarantola ci offre l’opportunità di scoprire come, molto tempo fa, si sono formate le stelle della nostra galassia: è il motivo per cui è di così grande interesse.

Un turbine di giovani stelle

Nell’immagine iniziale, la NIRCam è stata in grado di rilevare la radiazione che attraversava le nubi di polvere, rivelando decine di migliaia di stelle mai viste prima. Una cavità domina l’immagine, e al suo interno c’è un turbinio di stelle di un azzurro brillante, giovani, enormi e attive. Fra loro ci sono alcuni punti rossi: stelle ancora avvolte nella polvere della nebulosa.

La scoperta dell'universo, di Maggie Aderin-Pocock

Il telescopio James Webb continua ogni giorno a stupirci e a inviarci informazioni fondamentali e immagini straordinarie e mozzafiato, che stanno cambiando per sempre il modo in cui guardiamo alla nostra storia cosmica.

Una stella più grande e vecchia brilla in modo prominente dalla cavità. Appena sopra, all’interno della nuvola di polvere, c’è una bolla quasi rotonda con un alone dorato. Questo è l’inizio di una nuova cavità, i cui bordi sono stati scavati nella polvere dalle giovani stelle vicine. Lontano dalla cavità, nella nebulosa sono sospesi cumuli di nubi rosse che sono composte da gas più freddi e ricchi di idrocarburi complessi, che alla fine formeranno il nucleo di nuove stelle.

Idrocarburi psichedelici

Nella prossima immagine, il MIRI offre un’interpretazione molto diversa e quasi psichedelica della nebulosa della Tarantola. Grazie al rilevamento della lunghezza d’onda più lunga, le stelle calde e luminose svaniscono nell’oscurità, mentre i ricchi idrocarburi risaltano di più. Colorate in colori accattivanti, ciano e viola, queste molecole delineano le nuvole di polvere.

Nell'immagine del MIRI gli idrocarburi psichedelici fanno apparire la nebulosa ancora più spettrale

nell’immagine del MIRI, gli idrocarburi dai colori psichedelici fanno apparire la nebulosa ancora più spettrale.

Lunghezze d’onda maggiori possono fuoriuscire dalle profondità della nebulosa, mostrando i fenomeni che si verificano all’interno del suo velo nebuloso. Quindi, in questa immagine del MIRI, possiamo vedere la nascita di nuove protostelle. Ma ci sono cose che nemmeno il Webb riesce a vedere, come le regioni oscure di polvere da cui nemmeno i segnali infrarossi possono sfuggire.

Un'altra immagine della nebulosa della Tarantola

Un’altra immagine della nebulosa della Tarantola.

Questo articolo richiama contenuti da La scoperta dell’universo.

Immagine di apertura originale di ESA/Webb, NASA e CSA, A. Martel.

L'autore

  • Maggie Aderin-Pocock
    Maggie Aderin-Pocock è astrofisica, autrice di successo, divulgatrice scientifica pluripremiata e co-conduttrice del programma televisivo dedicato all'astronomia The Sky at Night. Laureata in Fisica all'Imperial College di Londra, ha lavorato allo sviluppo di un sottosistema per il James Webb Space Telescope. È amministratrice delegata di Science Innovation Ltd il cui obiettivo è organizzare attività per mostrare a bambini e adulti le meraviglie dello spazio.

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