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AI e lavoro: opportunità per ogni professione

01 Febbraio 2024

AI e lavoro: opportunità per ogni professione

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La gran parte delle professioni e dei mestieri può trarre vantaggio dall’abbinamento di AI e lavoro per lavorare meno e meglio, come in questi esempi.

Qualche risposta su AI e lavoro

  1. Su quali professioni impatta l’AI
  2. Che cosa può fare l’AI per i docenti
  3. Come l’AI aiuta gli architetti
  4. Quali sono i limiti di ChatGPT
  5. Come possono usare ChatGPT i digital marketer

1. Su quali professioni impatta l’AI

Una delle applicazioni più promettenti dell’intelligenza artificiale riguarda proprio gli assistenti virtuali personali, il risultato di una combinazione di algoritmi avanzati e capacità di apprendimento automatico in grado di semplificare, ottimizzare e, in molti casi, rivoluzionare le attività quotidiane dei professionisti. In questa tipologia di applicazioni ChatGPT viene integrato con altri ecosistemi e strumenti digitali, creando assistenti virtuali su misura per una vasta gamma di professioni, addestrati e ottimizzati per rispondere alle sfide specifiche di ciascuna professione, valorizzando il patrimonio di dati e tecniche a disposizione per facilitare il lavoro, ridurre gli errori e migliorare la qualità complessiva del servizio reso.

Di seguito alcuni esempi di implementazioni emergenti.

  • Gestione delle risorse umane: nel campo delle risorse umane, gli assistenti virtuali possono automatizzare processi come la selezione dei candidati, la gestione delle ferie e delle assenze, e la formazione dei dipendenti. Possono anche fornire analisi dettagliate sul rendimento dei dipendenti, aiutando i manager a identificare punti di forza e aree di miglioramento. L’integrazione con sistemi di gestione delle risorse umane e piattaforme di formazione online rende questi assistenti strumenti preziosi per qualsiasi dipartimento HR.
  • Gestione eventi: nel settore della gestione eventi, gli assistenti virtuali possono automatizzare una serie di attività come la pianificazione, la prenotazione di sedi e la gestione delle registrazioni. Possono anche fornire aggiornamenti in tempo reale sugli sviluppi dell’evento, come cambiamenti di programma o informazioni sul traffico, e possono integrarsi con piattaforme di social media per una migliore visibilità e coinvolgimento del pubblico.
  • Guide turistiche virtuali: sistemi in grado di fornire in tempo reale informazioni dettagliate su luoghi di interesse e suggerimenti personalizzati basati sulle preferenze del turista, possono essere integrati con le piattaforme di prenotazione e i servizi di trasporto e accoglienza, per generare itinerari e proposte ottimizzati in base alle preferenze e circostanze specifiche.
  • Assistenti per il business: gli assistenti virtuali possono automatizzare molte delle attività quotidiane dei consulenti, come la raccolta e l’analisi di dati di mercato, la generazione di report e la pianificazione di incontri con i clienti. Possono anche fornire analisi in tempo reale durante le riunioni, offrendo dati e statistiche che possono essere utilizzati per prendere decisioni informate. L’integrazione con CRM e altri strumenti di business intelligence permette un flusso di lavoro più efficiente e una migliore gestione delle relazioni con i clienti.
  • Assistenti per la produzione industriale: monitoraggio in tempo reale delle linee di produzione, analisi dei dati per ottimizzare l’efficienza e comandi vocali per la gestione delle macchine, manutenzione predittiva e simulazione continua di scenari alternativi sulla base dei dati interni ed esterni a disposizione.
  • Logistica e trasporti: gli assistenti virtuali stanno rivoluzionando anche il settore della logistica e dei trasporti, fornendo soluzioni per il monitoraggio in tempo reale delle spedizioni, la gestione dell’inventario e la pianificazione ottimale dei percorsi. L’integrazione con sistemi di GPS e database di fornitori permette una gestione più efficiente della catena di approvvigionamento, riducendo i tempi di consegna e minimizzando gli sprechi.
  • Supporto per docenti: automatizzazione della pianificazione delle lezioni, integrazione con piattaforme e-learning, composizione di piani di studio personalizzati e adattamento dei moduli formativi alle specifiche modalità di apprendimento di ogni studente, offerta di assistenti virtuali per lo studio, la pratica e la verifica delle nozioni apprese. Supporto al monitoraggio delle prestazioni degli studenti e alla composizione delle valutazioni individuali, attraverso l’elaborazione dei dati dai registri elettronici.
  • Strumenti per architetti: accesso a database di materiali e cataloghi di fornitori, sviluppo di soluzioni di design basate su algoritmi di AI che tengono conto delle specifiche del progetto, come dimensioni, budget e requisiti strutturali; integrazioni con software di modellazione 3D e strumenti CAD per una progettazione più fluida, con la possibilità di effettuare modifiche in tempo reale e visualizzare simulazioni di come le scelte di design influenzeranno il prodotto finale.
  • Assistenti per il settore immobiliare: gli assistenti virtuali possono automatizzare la gestione delle proprietà, dalla programmazione delle visite ai contratti di locazione. Possono anche fornire analisi di mercato in tempo reale, aiutando gli agenti immobiliari a stabilire i prezzi delle proprietà in modo più accurato, anche attraverso l’integrazione con piattaforme di annunci immobiliari e sistemi di gestione delle proprietà.
  • Assistenti legali: gli assistenti legali virtuali possono essere utilizzati in studi legali per automatizzare la ricerca di precedenti, la redazione di documenti e la gestione dei casi. Possono anche monitorare le scadenze legali e inviare promemoria, oltre a fornire un primo livello di consulenza legale attraverso l’analisi del linguaggio naturale, indirizzando i clienti verso le risorse o i professionisti più adatti.
  • Assistenti per la ricerca scientifica: in ambito accademico e di ricerca, gli assistenti virtuali possono gestire enormi set di dati, eseguire analisi statistiche e persino redigere bozze di articoli scientifici. L’integrazione con database accademici e strumenti di analisi può accelerare significativamente il processo di ricerca, permettendo ai ricercatori di concentrarsi su aspetti più qualitativi del loro lavoro.
  • Assistenti medici: automatizzazione della gestione delle prenotazioni, monitoraggio dei trattamenti dei pazienti, promemoria per le cure e integrazione con database medici per analisi predittive, screening precoce, anche attraverso l’integrazione con sensori indossabili.
  • Personal trainer: gli assistenti virtuali stanno trovando applicazione anche nel mondo del fitness e del benessere personale. Possono aiutare a monitorare obiettivi e progressi, suggerire esercizi personalizzati e fornire feedback in tempo reale durante le sessioni di allenamento. Grazie all’integrazione con dispositivi indossabili, è possibile tracciare vari parametri come la frequenza cardiaca, il livello di ossigeno nel sangue e le calorie bruciate, permettendo un monitoraggio più accurato e una personalizzazione degli allenamenti.
  • Supporto psicologico: gli assistenti virtuali possono fornire un primo livello di supporto psicologico, aiutando le persone a identificare sintomi di stress, ansia o depressione. Sebbene non possano sostituire un professionista qualificato, possono indirizzare l’utente verso risorse utili o specialisti nel campo. Inoltre, possono aiutare i terapeuti a monitorare il benessere dei loro pazienti tra una sessione e l’altra, fornendo promemoria per esercizi di mindfulness o tecniche di rilassamento.

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2. Che cosa può fare l’AI per i docenti

Nel vasto mondo dell’innovazione tecnologica, le aule delle scuole superiori si presentano come luoghi straordinariamente promettenti per l’applicazione di nuove frontiere dell’intelligenza artificiale. Nel presente capitolo esploreremo un punto di svolta nell’educazione moderna: l’uso dell’AI generativa per ampliare le possibilità didattiche e trasformare la relazione tra educatori e studenti.

Mappa concettuale AI per docenti

Mappa concettuale AI per docenti.

Le scuole superiori, da sempre centri di conoscenza e scoperta, possono trarre immensi vantaggi dall’impiego dell’intelligenza artificiale generativa per arricchire la trasmissione del sapere. In un’epoca in cui l’accesso all’informazione è più immediato che mai, l’educazione deve evolversi per fornire agli studenti gli strumenti per navigare un vasto oceano di dati in continua crescita. L’intelligenza artificiale generativa può essere un faro luminoso in questo percorso. Tra i fattori che maggiormente impattano l’attività del docente troviamo i seguenti.

  • Implementazione di percorsi formativi: la progettazione di un percorso di studio coinvolgente e ben strutturato è fondamentale per guidare gli studenti attraverso il loro processo di apprendimento. L’intelligenza artificiale può agire come un consulente virtuale per i docenti, suggerendo argomenti rilevanti, sequenze logiche e collegamenti interdisciplinari. Utilizzando una vasta base di conoscenze, l’intelligenza artificiale può dare un notevole supporto ai docenti a individuare e selezionare contenuti pertinenti e rilevanti, che andranno a costituire una base solida per il percorso formativo.

Leggi anche: Come salvarsi dall’AI: ce lo spiega un esperto

  • Preparazione delle lezioni frontali: la preparazione della lezione è un elemento cruciale dell’attività del docente. Alcuni insegnanti con un certo numero di anni di esperienza riescono a gestire la lezione frontale senza bisogno di supporti didattici ulteriori, ma facendo affidamento unicamente alle loro conoscenze. Nella maggior parte dei casi il docente ha bisogno di preparare la lezione in anticipo, in modo da seguire un filo logico che abbia un senso e che sia contestualizzata nel percorso formativo che si sta seguendo. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale può dare un notevole contributo in termini di risparmio di tempo e di qualità della lezione.
  • Creazione di progetti extrascolastici: l’intelligenza artificiale può collaborare con i docenti nella creazione di progetti creativi e stimolanti, che coinvolgano gli studenti in attività pratiche, ricerca indipendente o creazione di contenuti. I docenti possono avere un supporto notevole nell’esplorazione di idee e nell’elaborazione della struttura del progetto che si decide di affrontare.
  • Creazione di prove scritte: la creazione di prove scritte, quiz e test di varia natura, come nel caso della preparazione della lezione frontale, è un’attività estremamente time consuming per un docente. L’intelligenza artificiale può supportare i docenti nella creazione di domande ben formulate e risposte modello, riducendo in maniera drastica il tempo impiegato, soprattutto quando si è a corto di idee. Ciò consente ai docenti di concentrarsi maggiormente sulla revisione e valutazione delle risposte degli studenti, contribuendo a una valutazione accurata e costruttiva.
  • Supporto individuale e tutoraggio: ogni studente ha un percorso di apprendimento unico e può avere bisogno di supporto personalizzato per affrontare le varie problematiche scolastiche e didattiche. L’intelligenza artificiale può agire come un tutor virtuale, rispondendo alle domande degli studenti in modo chiaro e tempestivo. Fornendo spiegazioni dettagliate e chiarimenti su argomenti specifici, può inoltre aiutare gli studenti a superare gli ostacoli e a progredire nel loro apprendimento.

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3. Come l’AI aiuta gli architetti

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale come assistente nell’architettura sta rivoluzionando il processo di progettazione e creazione. L’AI, attraverso modelli di linguaggio avanzato come ChatGPT, si presenta come un alleato capace di stimolare la creatività e ottimizzare le decisioni progettuali. Gli architetti possono intraprendere un dialogo dinamico con l’AI, esplorando idee innovative e soluzioni complesse in ogni fase del processo di progettazione. Dalla fase iniziale di pianificazione fino alla definizione dei dettagli architettonici, l’AI fornisce input significativi, suggerimenti e analisi comparative per migliorare la qualità del progetto. Grazie alla vastità delle informazioni a cui ha accesso, l’AI può aiutare gli architetti a superare i confini delle idee tradizionali. Interagendo con il modello, gli architetti possono ottenere spunti originali e inaspettati, stimolando la creatività e incoraggiando l’esplorazione di nuovi concetti. Per esempio, un architetto potrebbe chiedere a ChatGPT di suggerire un approccio innovativo per ottimizzare la luce naturale all’interno di un edificio, e il modello potrebbe rispondere con idee audaci, come l’integrazione di lucernari intelligenti o superfici riflettenti.

Supporto nella risoluzione di problemi complessi

La progettazione architettonica spesso richiede la soluzione di problemi complessi legati all’efficienza energetica, all’ottimizzazione degli spazi o alla sostenibilità. ChatGPT può offrire spiegazioni tecniche dettagliate, fornendo aiuto agli architetti nella comprensione e nella valutazione di diverse soluzioni. Per esempio, ChatGPT può illustrare le potenzialità e le limitazioni di un sistema di raffreddamento a energia solare, aiutando l’architetto a prendere decisioni sostenibili.

Esplorazione di diverse opzioni progettuali

Nella fase iniziale di progettazione, gli architetti devono esplorare diverse opzioni prima di stabilire una direzione specifica. ChatGPT può essere coinvolto in un processo iterativo, dove le idee generate possono essere ulteriormente sviluppate o raffinate. Questo approccio consente agli architetti di valutare un’ampia gamma di possibilità, facilitando l’identificazione di soluzioni ottimali. Per esempio, un architetto potrebbe chiedere a ChatGPT di suggerire diversi layout per un centro culturale, come vedremo nel caso studio, e il modello potrebbe rispondere con varie configurazioni spaziali da valutare.

È importante ricordare che il modello dipende dai dati di addestramento disponibili. Ciò significa che potrebbe essere incline a suggerire soluzioni basate su tendenze e approcci già conosciuti. Gli architetti dovrebbero sforzarsi di essere consapevoli di questo aspetto e utilizzare ChatGPT come punto di partenza per poi sviluppare ulteriormente le idee in modo unico e personale.

Per massimizzare il potenziale creativo e tecnico di ChatGPT, gli architetti possono seguire alcune pratiche descritte qui di seguito.

  • Sperimentare e iterare: gli architetti dovrebbero interagire con ChatGPT in modo iterativo, esplorando diverse idee e affinando le soluzioni proposte.
  • Integrare competenze umane: ChatGPT non sostituisce la creatività umana, ma la complementa. Gli architetti dovrebbero utilizzare il modello come strumento di supporto, integrandolo con la propria esperienza e intuizione.
  • Condividere conoscenza e apprendimento: la collaborazione tra architetti e il feedback fornito a ChatGPT possono migliorare il modello e renderlo più adatto alle esigenze del settore architettonico.

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4. Quali sono i limiti di ChatGPT

Come ogni tecnologia, anche ChatGPT presenta limiti e confini, che è fondamentale comprendere per utilizzare questo strumento in maniera consapevole e responsabile. Abbiamo già accennato ad alcuni di questi limiti, vediamoli ora in dettaglio.

  • Limite dei dati di addestramento: ChatGPT è stato addestrato su un vasto corpus di dati provenienti da fonti online, tra cui testi di notizie, articoli di enciclopedia, libri, pagine web e altro ancora. Tuttavia, è importante notare che i dati di addestramento sono aggiornati fino ad aprile 2023, il che significa che potrebbero non tenere conto degli eventi più recenti. Per esempio, potrebbe non essere a conoscenza degli ultimi sviluppi tecnologici, di eventi politici o scoperte scientifiche che si sono verificati dopo il periodo di addestramento.
  • Sensibilità ai bias: con il termine bias si fa riferimento a una deviazione rispetto al valore medio reale o a una distorsione del significato. ChatGPT apprende dai dati di addestramento e può riflettere i bias presenti in tali dati. Se i dati di addestramento contengono pregiudizi o discriminazioni, è possibile che ChatGPT generi risposte che riflettono tali pregiudizi. Per esempio, potrebbe riprodurre stereotipi di genere, etnia o altre categorie, oppure dimostrarsi eccessivamente politically correct, in un eccesso di zelo legato ai meccanismi di bilanciamento introdotti. A titolo di esempio, è piuttosto facile chiedere a chatGPT di elaborare una barzelletta sugli americani, ma è più difficile farlo per una minoranza, senza innescare una disclaimer standard. È fondamentale essere consapevoli di questa potenziale sensibilità ai bias e adottare un approccio critico nella valutazione delle risposte generate da ChatGPT, ma anche imparare a interrogare l’AI in maniera indiretta e sufficientemente delicata, per aggirare le limitazioni più grossolane alla libertà di risposta del modello.
  • Produzione di informazioni errate o fuorvianti: nonostante gli sforzi compiuti per garantire la coerenza e l’accuratezza delle risposte, ChatGPT potrebbe occasionalmente generare informazioni errate o fuorvianti. Questo comportamento può essere causato dalla vasta quantità di dati di addestramento, che inevitabilmente includono informazioni non corrette o fuorvianti per il modello, ma è legato anche (e soprattutto) alla natura generativa dello strumento stesso. Questo limite viene attualmente affrontato attraverso plugin e sistemi integrati (come i Vector Store) che introducono elementi di contestualizzazione, riferimento e controllo di input e output, utili a verificare e valutare in maniera ricorsiva le risposte, per aumentare la loro fattualità, così come la coerenza dei ragionamenti proposti e la correttezza dei dati forniti. In questo ambito, l’opinione degli autori è che vi siano certamente enormi margini di miglioramento, ma anche un’opportunità affascinante, legata all’ utilizzo di questa indole allucinatoria del modello, per scopi creativi, generativi e ludici. In parole povere: se cerchiamo in GPT un motore di ricerca interattivo rimarremo probabilmente delusi, se invece riconosciamo la sua attitudine a sviluppare in maniera coerente (o pseudo-coerente) parole, concetti e ragionamenti, sulla base delle premesse fornite, ci posizioniamo sulla strada giusta per realizzare il suo incredibile potenziale.
  • Mancanza di contesto e comprensione approfondita: ChatGPT non possiede una comprensione approfondita del contesto o una conoscenza intuitiva come un essere umano. Pur generando risposte che sembrano coerenti e ragionevoli, potrebbe mancare la capacità di comprendere il contesto più ampio di una domanda o di approfondire in modo significativo un argomento specifico. In questo caso, un buon prompt e una strategia di priming efficace possono fare la differenza: identificando il contesto e chiedendo a GPT di ragionare come un operatore/consulente/dirigente esperto in materia, possiamo circoscrivere l’ambito di lavoro, elaborando poche chiare indicazioni, premesse e regole del gioco possiamo aumentare in maniera esponenziale la sua comprensione del problema e della richiesta, così come qualità ed efficacia delle risposte restituite. È importante sperimentare in ambiti nei quali siamo sufficientemente esperti da (o abbiamo accesso a esperti in grado di) valutare la correttezza della metodologia e delle risposte. Lo stesso utilizzo (per esempio l’elaborazione di una diagnosi sulla base di una visita medica simulata) può passare rapidamente dall’essere un’ottima a una pessima idea, a seconda che l’utente sia un ricercatore, un medico o un utente ipocondriaco.
  • Responsabilità dell’utente: è importante ricordare che l’utente è responsabile dell’utilizzo di ChatGPT. È chiaramente necessario impegnarsi a utilizzare il modello in modo consapevole, responsabile ed etico, evitando di sostenere modelli basati sullo sfruttamento di istinti e dinamiche insostenibili, tossiche e deleterie. D’altro canto, possiamo facilmente prevedere che la natura esponenziale della tecnologia e gli incentivi in essere indurranno rapidamente una serie di soggetti a costruire e operare sistemi complessi di intelligenze artificiali basate su altre intelligenze artificiali, con una crescita esponenziale dei rischi legati alla propagazione di errori sostanziali, illeciti o anomalie catastrofiche. Anche per questo crediamo sia fondamentale mantenere un approccio cauto, a tutti i livelli, partendo da quello individuale, che richiede oggi una valutazione critica e sistematica di ogni risposta elaborata da ChatGPT, basata su sostanza e veridicità, e non sulla semplice verosimiglianza.

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5. Come possono usare ChatGPT i digital marketer

Nel contesto del digital marketing, la rapida diffusione di strumenti (verticali e trasversali) basati sull’intelligenza artificiale sta trasformando non soltanto singole attività e processi, ma il ruolo stesso delle agenzie di marketing e dei consulenti del settore. I clienti hanno oggi a disposizione una miriade di soluzioni e strumenti a basso costo, in grado di sostituire il tradizionale ricorso a risorse operative esterne per lo sviluppo di contenuti e la gestione dei processi che compongono una strategia di digital marketing organica.

In questo contesto cambiano rapidamente le aspettative, i servizi e le soluzioni offerte, ma anche la natura stessa del lavoro delle risorse operative e manageriali che organizzano ed erogano servizi di digital marketing.

Se in passato il lavoro e le mansioni seguivano una forte specializzazione verticale, con l’utilizzo di piattaforme dedicate per ciascun ambito di lavoro (Inbound Marketing, Sales, SEO, ADV, Project Management), oggi diventa sempre più importante la convergenza verso ambienti di lavoro, linguaggi e database condivisi o quantomeno integrati.

La convergenza verso strumenti e software-hub, attorno ai quali aggregare processi e attività, viene in un certo senso superata: si passa dalla ricerca di strumenti per la gestione di diverse competenze alla competenza nella gestione di diversi strumenti.

Se ieri era sufficiente conoscere in maniera approfondita un set ristretto di tool per poter gestire gran parte delle mansioni previste dal proprio lavoro, oggi diventa sempre più importante saper cercare, valutare, adottare e integrare nuove soluzioni e strumenti, spesso caratterizzati da una filosofia no code. Questa caratteristica permette da una parte di utilizzare il linguaggio comune per utilizzare strumenti altamente specialistici, riducendo le competenze necessarie per governarli (quantomeno nelle fasi più operative del lavoro) e dall’altra di collegare il segmento di propria competenza al macro-flusso di lavoro, riducendo la necessità di middle management e integratori di sistemi e aprendo alla possibilità di utilizzare input elaborati con il supporto dell’AI e di restituire output in formato utile a trasformazioni ed elaborazioni successive, senza soluzione di continuità.

La priorità diventa dunque acquisire e condividere, all’interno di ogni organizzazione, una conoscenza di base delle logiche e del potenziale dell’intelligenza artificiale, ma anche dei principali strumenti che emergono, si consolidano e si trasformano con una velocità inedita.

Fare la domanda giusta

La risposta a un interrogativo molto diffuso tra i professionisti di diversi settori: Come posso usare ChatGPT per lavorare meglio e, magari, meno?

La logica suggerisce che, se l’AI si occupa delle attività ripetitive, le Risorse Operative potranno dedicarsi a mansioni più strategiche e creative, ma questa è una visione troppo semplicistica delle dinamiche in essere. Questa transizione richiede un cambio di prospettiva radicale, non necessariamente alla portata di tutti: passare dall’essere semplici esecutori a diventare pensatori critici e innovatori. Le agenzie di marketing sono oggi chiamate, con urgenza, a coltivare questa capacità di pensiero creativo e critico, per adattarsi al nuovo ruolo di guida, consulenza e coordinamento, per la gestione di processi digitali caratterizzati da un impiego sempre più rilevante dell’intelligenza artificiale.

Un altro aspetto cruciale riguarda la corretta interpretazione dei dati generati dall’AI e rappresenta, al contrario, un argine allo schiacciamento orizzontale delle competenze: se quasi tutti sono in grado di generare contenuti e analisi con l’aiuto dell’AI, non tutti sono in grado di distinguere un contenuto di alta qualità da uno di bassa qualità, e ancora meno persone sono in grado di identificare correttamente eventuali errori, bias o distorsioni all’interno degli output generati: abbiamo quindi a disposizione innumerevoli e potentissimi strumenti, ma rimane essenziale la capacità umana di comprendere e tradurre questi insight in azioni strategiche, in risposta alle richieste e agli obiettivi del cliente. Questa abilità richiede la capacità di andare oltre i numeri e comprendere il contesto e le implicazioni delle analisi, ma anche di gestire in maniera intelligente emozioni e relazioni tra le persone.

Operativamente questo significa prevedere e curare meccanismi di feedback continuo, in grado di accettare/rifiutare l’output del lavoro mediato dall’intelligenza artificiale, restituendo elementi utili al suo stesso training, in un circolo continuo di input/output. Non banale, in questo ambito, è il tema della responsabilità nel processo di addestramento e tuning: chi produce e vaglia i dati utilizzati come input? Chi e in base a quali parametri giudica la qualità dell’output generato? Come viene determinato il perimetro dell’autorità dei singoli individui nella definizione dei parametri e nella valutazione degli output all’interno di un’organizzazione? Come ridurre i bias del modello e degli individui che lo utilizzano?

A un livello molto più semplice ed elementare: siamo in grado di definire in maniera sintetica ma efficace chi siamo, la nostra mission e la nostra vision, i nostri valori e le regole del nostro business? Questi elementi sono sempre stati fondamentali per i digital marketer, ma oggi diventano imprescindibili, per poter indirizzare correttamente e continuamente i modelli di linguaggio e le soluzioni AI in direzioni utili alla crescita e allo sviluppo del nostro business.

Se la risposta alla domanda del paragrafo precedente è negativa, occorre innanzitutto riunire e concentrare i decisori aziendali attorno a una riflessione seria e urgente su questi elementi. Operativamente possiamo partire dalla definizione del chi siamo, per poi passare alla definizione della nostra mission e quindi della nostra vision; forniremo a ChatGPT dettagli sul nostro business, la sua storia, il tipo di prodotti o servizi che offriamo, il nostro pubblico di riferimento, i valori del nostro brand, l’organizzazione interna e tutto quello che caratterizza la nostra impresa e che riteniamo utile a definire il posizionamento e la natura della nostra offerta. Basandosi su queste informazioni l’AI sarà in grado di generare una serie di proposte che ci aiuteranno a definire con precisione chi siamo, la nostra mission e la nostra vision, aiutandoci a condividere e consolidare una definizione coerente della nostra identità aziendale.

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Questo articolo richiama contenuti da Fare la domanda giusta.

Immagine di apertura originale di Júnior Ferreira su Unsplash.

L'autore

  • Sergio Sentinelli
    Sergio Sentinelli è ingegnere informatico e project manager, coordinatore di team di sviluppo software ed esperto in problem solving. Ha affrontato temi legati all'Intelligenza Artificiale in diversi ambiti quali il rischio sismico e l'ottimizzazione dei magazzini industriali. Ha trovato in ChatGPT un fido alleato per affrontare le innumerevoli sfide quotidiane.
  • Alessandro Placa
    Alessandro Placa, laureato in International Business Management, ha maturato un'esperienza in ambito digital marketing e sales. Ha sviluppato processi e soluzioni caratterizzate dall'uso dell'intelligenza artificiale applicata a database relazionali. Oggi collabora con il Gruppo Guanxi utilizzando l'AI per facilitare la digitalizzazione delle PMI italiane.

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