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Alla grande i portali cinesi, sia in borsa che online

16 Luglio 1999

Alla grande i portali cinesi, sia in borsa che online

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Il primo giorno di contrattazioni a Wall Street si è dimostrato super-positivo per China.com, proprietario di tre portali nello spazio online della cosiddetta “Grande Cina” oltre che partner di 4/7 …

Il primo giorno di contrattazioni a Wall Street si è dimostrato super-positivo per China.com, proprietario di tre portali nello spazio online della cosiddetta “Grande Cina” oltre che partner di 4/7 Media in Asia e di America Online ad Hong Kong. Venduti 4,2 milioni di azioni a 20 dollari cadauna, per un totale superiore agli 80 milioni di dollari, con una crescita del 300 per cento sul prezzo iniziale stimato.

Nel frattempo Sina.com registra il record di accessi giornalieri: una media di 2.82 milioni di contatti quotidiani per il mese di giugno, secondo i dati della società di audizioni indipendente China Internet Network Information Center (CNNIC). Per i rappresentanti di Sina.com, si tratta di un balzo in avanti superiore al 50 per cento, mentre negli ultimi sei mesi il traffico è cresciuto del 165 per cento.

È la prima volta che un sito cinese supera la quota di un milione di hit al giorno, mentre nella settimana dell’audizione la CNNIC (usando WebTrend, il software tipicamente usato per tali operazioni) ha rilevato un totale di 19.789.950 visite per una media giornaliera di 2.827.128 contatti.

Sina.com, finanziariamente sostenuto dai grossi nomi dell’economia USA, inclusi Walden International Investment Group e Goldman Sachs, opera un portale simile anche per Taiwan ed è tra i leader del mercato Internet cinese insieme a Sohu.com e Netease.com. Le tre società prevedono entro l’anno di seguire le orme di China.com trasformandosi in SpA ed entrando in borsa, forti anche del fatto che diversi sondaggi ne danno prestazioni superiori alla stessa China.com all’interno dei confini nazionali.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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