Abbiamo tutti esperienza di acrobatiche calendarizzazioni delle accensioni dei nostri elettrodomestici. Se sta lavando i piatti la lavastoviglie, non può i panni la lavatrice, altrimenti si resta al buio a cercare di riattivare il contatore.
Abbiamo superato i fatidici tre chilowatt e rotti, ma nessun congegno ci ha avvertito né tantomeno ha posto immediato e automatico rimedio. L’Internet delle Cose è ancora fantascienza. Comunque, se questa dittatoriale capacità di lasciarci all’oscuro fosse l’unico problema dei contatori elettronici, potremmo sopportarlo come finora abbiamo fatto, al massimo provvedendo con espedienti poco tollerati o con tentativi funzionali e creativi che sfruttano i lampeggianti led del pannello per intuire la potenza assorbita, come questo e molti altri simili.
Ciò che non dovremmo poter tollerare in uno strumento di misura è piuttosto l’incapacità di misurare. Invece è proprio quanto sta realmente accadendo ai contatori elettrici, perlomeno quelli installati in Olanda. Tre professori universitari olandesi – Frank Leferink, Cees Keyer e Anton Melentjev – hanno realizzato semplici confronti tra gli assorbimenti d’energia misurati da precisa strumentazione di laboratorio e da ciascun modello di contatore esistente sul loro territorio. Certificando scostamenti che toccano vette di quasi il 600 percento in più o del 32 percento in meno, secondo le modalità di costruzione.
Tradotto in soldoni, agli olandesi meno fortunati la bolletta costa sei volte il dovuto. I più fortunati stanno usufruendo di un invisibile sconto del 30 percento.
Situazione pazzesca, a dire poco. C’è da chiedersi come ciò sia possibile, ma la risposta non è nemmeno troppo difficile guardando come sono fatti. Gli scostamenti maggiori sono dovuti all’uso, per la misura della corrente, della bobina di Rogowski la quale, se non prodotta e schermata a regola d’arte, può essere vulnerabile alle interferenze esterne.
Detto, fatto. I nuovi contatori, forse per ragioni di costi o di frettolosa progettazione, sono poco schermati e le fluttuazioni prendono il sopravvento. Con buona pace del portafoglio degli ignari utenti.
Il pensiero corre subito alle nostre italianissime installazioni. Da tempo si leggono ampie polemiche tra esperti e distributori di energia.
Forse, con una certa dose di fortuna, ogni dubbio potrebbe svanire a breve, tramite l’ennesima sostituzione delle decine di milioni di apparati oggi in funzione con un innovativo apparecchio chiamato Open Meter, dotato di una maggiore capacità d’interazione con l’utente e, soprattutto, rispettoso delle regole di certificazione dettate dalla Comunità Europea.
Fine della storia? Facile verificarlo, almeno per chi si diletta di fai da te. Uno sguardo su Amazon e in fretta ci si procura un misuratore affidabile e preciso, come RCE PM600.
Staccate tutto, ma proprio tutto, ciò che consuma energia in casa. Attaccateci una schiera di lampade alogene fino ad arrivare a un migliaio di watt, o giù di lì, e tenetele accese per un’oretta o più. Poi confrontate la differenza di lettura del contatore, tra inizio e fine misura, con quanto segnato dal misuratore appena acquistato. Se sono circa uguali, siete più fortunati degli olandesi.