Home
Fotografare con il grandangolo: due specialisti per una passione

17 Dicembre 2021

Fotografare con il grandangolo: due specialisti per una passione

di

I nostri autori raccontano come hanno cominciato a fotografare, le loro passioni, perché adottare un punto di vista, letteralmente, più ampio sulla realtà.

Fotografare con il grandangolo significa rubare un segreto

Apogeonline: Perché fotografi? Perché fai video?

Nicola Bortolamedi: perché l’immagine ti porta il giovedì a girare uno spot per una serie sui trapiantati d’organo che fanno sport. Ti fa partire il mattino dopo per Genova e girovagare per le vie con due ragazzi alla ricerca dell’immagine giusta da mettere nel libro sul grandangolo e la settimana successiva ti porta a raccontare un matrimonio speciale: l’unione di due spose dolcissime.

 

Massimiliano Corradini: ho iniziato a fotografare all’età di circa 8 anni, quando mio padre mi regalò la prima Canon Prima 4. Inserire la pellicola, scattare guardando dal piccolo mirino e poi vedere la magia della foto stampata dopo aver atteso giorni e giorni, mi ha sempre affascinato. Ebbene quella magia si crea ogni volta che viene premuto il pulsante di scatto anche se ora i tempi si sono ridotti a pochissimi istanti nei quali compare l’immagine sul monitor della fotocamera digitale. Quindi continuo a fotografare per vedere e, far vedere agli amici, la magia prodotta dal mio premere il pulsante magico! Poter mostrare a tutti lo spettacolo che i miei occhi vedono ogni qual volta percorro i sentieri normali o attrezzati (le ferrate), custoditi dai volontari della Sat, dirigendomi verso un rifugio in quota, è qualcosa di meraviglioso. Ecco il motivo per cui continuo sempre con passione ed umiltà a scattare ed imparare dagli amici e maestri che conoscono meglio di me quest’arte e possono trasmettermi, come vorrei fare io con Fotografare con il grandangolo, passione e conoscenza a chi ne sa di meno.

Fotografare con il grandangolo - montagne

Quali sono gli aspetti più creativi della fotografia con il grandangolo?

NB: fotografare con il grandangolo significa rubare un segreto. Il soggetto viene decentrato, pertanto l’ambiente ne completa le informazioni. I segreti delle persone costituiscono la parte più stuzzicante del ritratto ambientato e la mia visione favorita, quella in 35 mm, permette di inserire nel fotogramma una quantità di oggetti in misura equilibrata, mai invasiva, perciò piacevolmente leggibile da parte dello spettatore. Un ritratto deve raccontare qualcosa: un concetto, un’idea, una curiosità, magari un suono e perché no… una provocazione.

 

MC: credo che l’aspetto più creativo sia la possibilità di catturare quello che l’occhio normalmente non vede: la maestosità di un paesaggio immortalata nel suo complesso, l’interno di una cattedrale con tutta la sua arte, un’opera di un architetto, uno scorcio di una città d’arte.

Iscriviti alla nostra newsletter

E, invece, dove stanno i dettagli in cui si nasconde il proverbiale diavolo?

Fotografare con la mente ferma è l’unico diavolo. Può succedere, poi si incontra qualcosa o qualcuno che ci smuove e tutto passa. Il diavolo non esiste, lo creiamo noi. Se hai visto I soliti sospetti ripensa alla scena finale…

 

Il diavolo grandangolare lo possiamo domare con la tecnica e la pratica. Non ci dobbiamo scoraggiare al primo scatto non riuscito. Servono passione ed umiltà. Poi, naturalmente, non dobbiamo strafare cercando di fare il passo più lungo della gamba. Si inizia a piccoli passi e pian piano si diventa maestri nell’utilizzare quest’ottica diabolica!

Fotografare con il grandangolo - monastero

Usare il grandangolo predispone alla preferenza per determinati soggetti?

Assolutamente no. La predilezione per le persone me l’hanno trasmessa il giornalismo e la mia indole curiosa e impicciona. Il grandangolo aiuta a dare forza alla persona che si tenta di raccontare e valorizzare per ciò che esprime, senza parole.

 

Credo di no, nel senso che ognuno di noi ha un uso personale dell’ottica. Con questo voglio dire che pian piano, con l’esperienza, ci rendiamo conto che una determinata focale è più nostra ed a quel punto, se questa è un grandangolo, la gestiamo nella maggior parte delle situazioni creando un nostro stile. Certo, in alcune situazioni occorre essere consapevoli di cosa può creare, quindi se quel particolare effetto è quello che noi desideriamo e cerchiamo, allora ok, altrimenti stiamo sbagliando qualcosa.

In che cosa si differenzia la postproduzione delle foto grandangolari dalle altre?

Magari si fa più attenzione alle variazione di ombre e luci sulle diverse parti dell’immagine. Si scaldano o si raffreddano dei colori, si aprono o si chiudono ombre e luci. Poi la si riguarda per vedere se il messaggio globale rispecchia l’intenzione iniziale. Un trucco che ho imparato da mia moglie Martina è rimpicciolire l’immagine e ingrandirla velocemente. Così si viene letteralmente investiti dall’immagine e l’istinto torna a essere la nostra guida.

 

La postproduzione di un fotografia scattata con un grandangolo non si differenzia moltissimo dalle altre. Come ho avuto modo di scrivere, in base a quanto spendiamo possiamo trovare ottiche ultragrandangolari che non producono effetti indesiderati così vistosi da richiedere tempo aggiuntivo per una postproduzione dedicata. Cerco, comprando qualcosa di molto economico, ci si può trovare a doverci perdere tempo, ma nel libro abbiamo indicato qualche trucchetto per evitarlo.

Fotografare con il grandangolo - connessi e disconnessi

Il grandangolo è una di quelle tecniche che fa venire la passione, al punto che uno diventa specialista, oppure è una mossa segreta da usare per ottenere l’effetto wow?

Sono molte le strade buone per raccontare una storia. Prima di tutto devo avere in me il desiderio di raccontare e poi sceglierò l’ottica adatta, anzi sperimenterò quale ottica serve meglio il messaggio da passare. C’è chi fotografa sempre con la stessa ottica, è una strada possibile, l’importante è sentirsi a proprio agio nel momento dello scatto.

 

Non credo sia una mossa segreta e neppure una tecnica particolare. Sicuramente è un modo diverso di vedere ed immaginare lo scatto prima di premere il famoso tasto magico! Come tutte le ottiche, se sei abituato a scattare con quella focale ti verrà più naturale creare e portare a casa uno scatto curato.

Dal punto di vista del grandangolo, come giudichi gli obiettivi degli smartphone? Sono apparecchi che possono completare il setup di un fotografo specialista del grandangolo?

La regola è fare la foto. Se non ho con me ciò che mi serve, scatto anche con le limitazioni del telefono, perché da un’immagine può nascere un’altra immagine, magari in un altro luogo, in un’altra situazione.

 

Non sono un grande amante del cellulare per far foto, io lo utilizzo solo per geolocalizzare un luogo con il fine di ricordarmi di ritornare oltre che per fare uno scatto che mi faccia ricordare cosa mi aveva colpito in quel momento. Certo esistono cellulari eccezionali, i nuovi iPhone permettono di fare scatti in RAW decisamente sorprendenti, ma resto dell’idea che una fotocamera sia un’altra cosa. Io voglio sapere cosa faccio e non amo venga fatto tutto da un apparecchio lasciando a me solo la scelta dell’inquadratura.

Fotografare con il grandangolo - street chiesa

Qual è lo scenario che ti convince maggiormente per fotografare con il grandangolo?

La strada e le persone sono la mia giungla d’asfalto ideale. Il safari urbano ti lascia sempre molto a fine sessione. Ma anche gli elementi della natura usati in maniera da ottenere una forte relazione con il modo di essere, o lo stato d’animo, del soggetto mi gratificano sempre in maniera nuova.

 

Il paesaggio per me è grandangolare! Le situazioni in cui non ti puoi spostare (avvicinare o allontanare) fisicamente richiedono necessariamente un’ottica grandangolare. Gli esempi che ho fatto nel libro scattando a Venezia o in ambienti contenuti, come gli interni di una abitazione, sono abbastanza chiari e comprensibili. Sicuramente l’interno di una struttura maestosa rende meglio con un’ottica ultragrandangolare, altrimenti non riusciremmo ad immortalare tutto e lo scatto ne perderebbe.

Le immagini originali pubblicate in questa intervista sono degli autori.

L'autore

  • Nicola Bortolamedi
    Nicola Bortolamedi fotografa da vent'anni persone ed eventi. Tiene workshop di fotografia e video per adulti e ragazzi in Trentino e in Veneto.
  • Massimiliano Corradini

    Massimiliano Corradini vive a Ville d’Anaunia, comune nel Parco Adamello Brenta. Nel corso degli anni si è confrontato con molti generi, ma il suo amore per la montagna, e soprattutto per le Dolomiti di Brenta, lo porta a fotografare percorrendo sentieri in quota e ferrate.

Iscriviti alla newsletter

Novità, promozioni e approfondimenti per imparare sempre qualcosa di nuovo

Gli argomenti che mi interessano:
Iscrivendomi dichiaro di aver preso visione dell’Informativa fornita ai sensi dell'art. 13 e 14 del Regolamento Europeo EU 679/2016.

Articoli che potrebbero interessarti

Tutti gli articoli