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Il peso della rete in Italia, tutta la (mezza) verità

29 Ottobre 2010

Il peso della rete in Italia, tutta la (mezza) verità

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Su Internet, c’è meno di un italiano su due? O ci sono invece almeno 6 milioni di semianalfabeti collegati? Gli utenti si contano, però si pesano anche. Qualche numero da usare nelle vostre presentazioni

Mi sono messo, l’altra sera, a giocare un po’ con le cifre, i numeri,come un buon planner dovrebbe fare. Ho preso dei numeri e ho cercato di farmi da loro raccontare una storia, se non una verità intera, almeno una mezza verità. Su quanto “cuba” davvero internet in Italia. Mi piacerebbe portarvi cinque minuti con me in questo viaggetto fra i valori e condividere con voi il sospetto che internet, in Italia, in realtà cubi molto ma molto di più di quello che non pensiamo. In proporzione. Se non avete voglia di seguire i ragionamenti e volete il numero ad effetto da mettere nella presentazione che dovete finire per domani, saltate subito alla fine dell’articolo. Avrete un numero, ma forse non la comprensione.

La faccio facilissima: 39%

Per questo, dal punto di vista statistico non sarò proprio blindato, ma voi prendete gli ordini di grandezza e il senso delle cose, the big picture. Cominciamo. Prendendo per buoni i dati Audiweb , in Italia su internet ci sono circa 24 milioni scarsi di italiani. Se uno prende il totale degli italiani residenti, pari a 60,34 milioni, verrebbe da dire che in Italia, online, c’è circa un 39% della popolazione. Vero. A condizione di considerare tutti gli italiani uguali. Solo che alcuni sono più uguali di altri.

Due considerazioni sociodemo: 50%

Primo giochetto statistico. Togliamo gli italiani con meno di 7 anni e quelli di più di 69 anni, e facciamo finta che siano “fuori target”. Se fosse così, dato che la somma dei due target fa poco più di 12 milioni, possiamo dire che il target potenziale sarebbe di circa 48 milioni di possibili clienti. Quindi i nostri 24 milioni attuali mi darebbero una penetrazione di Internet del 50%, diciamo un’italiano su due, presi fra quelli che ragionevolmente potrebbero avere Internet per età. Ok, assumption rischiosa, sicuramente stuoli di lettori mi scriveranno raccontandomi di conoscere migliaia di vecchietti internet-dipendenti (in effetti, i miei genitori ultra ottantenni hanno scoperto la rete solo da pochissimi anni e sono heavy user) e citandomi frotte di bambini che pur non sapendo né leggere né scrivere sono in Rete (e sono per altro rilevati di Audiweb, per cui iniziamo a impapocchiarci con la faccenda della assoluta perfezione metodologica dei numeri). Ma andiamo oltre. Guardiamo sempre la big picture. E riprendiamo un concetto chiave che forse è sfuggito.

Non sapendo né leggere né scrivere”: 58%

Facciamo una manica di conti sui dati Istat sull’istruzione. Nel 2009 oltre il 10% dei 15-64enni possiede solo la licenza elementare o nessun titolo di studio, il 36,6 ha la licenza media. Traduzione: nel 2009, circa 18,3 milioni di italiani tra i 15 e i 64 anni avevano una cultura (se va bene) da terza media e poco più. O molto meno. Togliamoli dal serbatoio dei potenziali utenti internet, senza complicarci la vita con le fasce d’età in questo caso. Potremmo concludere che, tolti quelli di cui sopra, restano in Italia più o meno 41,7 milioni di italiani che possiamo far finta di definire come «dotati di una cultura sufficiente per essere con una qualche probabilità utenti internet». (Sì, lo conosciamo tutti il genio web che ha solo la quinta elementare, però…). 41,7 milioni di italiani su cui i 24 milioni di internettari farebbe il 58 %. Una faccia un po’ diversa, questa cifra, vero?

Con le competenze: 74%

Pensiamo analfabetismo. Se prendiamo i dati Istat ci sarebbero in Italia quasi 800.000 analfabeti totali. Se però aggiungiamo quelli senza titolo di studio – che quindi probabilmente tanto bene l’italiano non lo leggono (figuriamoci l’inglese) – si arriva ai 6 milioni di italiani. Molto probabilmente fuori target internet. Rispetto a questi dati ufficiali, da tempo fanno discutere altre cifre che girano. Citando Wikipedia, il progetto ALL (Adult Literacy and Lifeskills, alfabetizzazione e abilità per la vita) nel 2003-2004 ha tracciato la competenza alfabetica funzionale (inferiore, basilare e superiore) del nostro paese:  il 46,1% degli Italiani è al livello inferiore, il 35,1% è al secondo livello e solo il 18,8% è a un livello di più alta competenza. Dunque, se definiamo come ragionevole target internet coloro che hanno una competenza alfabetica almeno basilare, abbiamo un target potenziale di 32,3 milioni di utenti in Italia. Ergo i 24 milioni di Audiweb vorrebbero dire che il 74% di coloro che sanno leggere e scrivere abbastanza bene da poter usare internet (e un computer) è effettivamente collegato in Rete – e questo implicherebbe che Internet non farà probabilmente altri grossi balzi nel futuro.. a meno che gli italiani non prendano furiosamente a imparare (di nuovo) a leggere.

Non finisce qui: 6 milioni di semianalfabeti

Prendiamo in considerazione le valutazioni di un esperto come il professor Tullio de Mauro (ex ministro della Pubblica Istruzione, tra l’altro). Forse quei numeri li avrete visti anche voi: in sintesi dicono che il 70% degli italiani fa fatica a leggere e scrivere. Fosse così, essendo improbabile che la gente vada su internet per vedere le figure (con la possibile esclusione, lo ammetto, di Flickr, YouTube e di YouPorn), potremmo sparare un numeraccio a effeto. Vuoto per pieno, andando a spanne, solo 18 milioni di Italiani non fanno fatica a leggere e a scrivere. Ergo, su Internet ci sono grosso modo 6 milioni di utenti semianalfabeti.

12 milioni di navigatori ignari

Sempre il professor De Mauro riporta anche ricerche internazionali, secondo le quali soltanto il 20% della popolazione adulta italiana possiederebbe gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi in una società contemporanea. Ora: 20% di 60 milioni, vuol dire che siamo (scusate se mi/ci includo) 12 milioni “a posto”. E se anche fossimo tutti su internet, ce ne sarebbero altri 12 milioni in Rete che sono deficitari e che non potrebbero “orientarsi”. E dunque che accidenti ci fanno, su internet?

Ed ecco i numeri da usare

Sulla base del principio lies, damned lies and statistics, ecco i numeretti che potreste usare per convincere il cliente. Scegliete quello che vi fa più comodo (ma assicuratevi di comprare l’eccellente libretto, guida fondamentale per Product Manager e account, How to lie with statistics):

  • gli italiani in rete sono circa il 40% (arrotondando un pelo);
  • in una fascia d’età sensata per il prodotto “…” (riempite le caselle, sempre che non vendiate pannolini o pannoloni), c’è in rete il 50% degli italiani;
  • il 58% degli italiani dotati di un titolo di studio sufficiente per essere con una qualche probabilità utenti internet è connesso in rete;
  • se prendiamo gli italiani con competenze alfabetiche sufficienti a capire che cosa accidenti c’è scritto su una pagina web, sono collegati al 74%;
  • in rete ci sono tutti quelli che sanno leggere e in aggiunta ci sono 6 milioni di semianalfabeti collegati;
  • in rete ci sono tutti quelli che hanno le competenze culturali sufficienti per orientarsi e in aggiunta ci sono 12 milioni di persone che non hanno gli strumenti per capire;
  • in rete ci siamo solo io e lei, gli altri utenti sono un’illusione dei miei sensi malati.
Chi c’è davvero in rete?

Fateci i ragionamenti che volete. Io mi sono divertito a dare un po’ i numeri e a massaggiare un poco cifre e statistiche per far uscire dei risultati ad effetto (e chissà che non veda alcuni di questi miei numeretti magici nel titolone di qualche periodico), ma senza barare seriamente. Più che il numero mi interessa capire chi c’è davvero in rete, e quanto conta, perché gli utenti si contano ma si devono anche pesare. Se trovate dei macroscopici errori nel ragionamento, parliamone. Sugli zero virgola, lasciamo stare. Abbiamo ben altri problemi (e opportunità) in questo paese che non i resti decimali.
Se qualcuno vuole farmi le pulci sui conti (grazie) o capire attraverso quali folli logiche sia arrivato a quei numeri ho pubblicato un approfondimentino sul mio Tumblr.

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