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Il ritorno dei dirigibili

11 Gennaio 2005

Il ritorno dei dirigibili

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Dopo anni di oblio, tornano i mezzi più leggeri dell'aria... come costosa attrazione turistica e, ovviamente, come media pubblicitario

A volte, si può dire, non c’è nulla di più nuovo di un ritorno all’antico.
Questo potrebbe essere il motto della nuova generazione di macchine volanti, i dirigibili. Anzi più che macchine volanti, macchine da soldi.

Lentamente e silenziosamente, i dirigibili stanno riprendendo il loro posto nei cieli. Il loro periodo di gloria finì il 6 Maggio del 1937 a Lakenhurst, New Jersey, quando il dirigibile tedesco Hindenburg, in fase di atterraggio prese improvvisamente fuoco. Delle 97 persone a bordo, 35 morirono fra le fiamme.

La diffusione dell’impressionante filmato nei cinegiornali e la drammatica radiocronaca dell’incidente decretarono la fine di questi giganti dell’aria. Terminava così la saga del più leggero dell’aria come mezzo di trasporto aereo, creando tra l’altro qualche problema nel sistema dei collegamenti internazionali, visto che questi aeromobili erano utilizzati per collegare l’Europa con gli Stati Uniti, il Brasile…

Da quel momento in poi, il cielo sarebbe stato patrimonio degli aeroplani.

Oggi, una settantina d’anni dopo, i mezzi più leggeri dell’aria hanno ripreso a volare e a fatturare.

Da molto tempo Goodyear utilizza un proprio mezzo a fini pubblicitari, specialmente in occasione di eventi sportivi, idea copiata da altre aziende ed operatori sulla base del principio che un dirigibile è sempre un oggetto che leviamo la testa ad osservare, trasformandoci così in target per un consiglio per gli acquisti.

Oggi però il mercato per i dirigibili si è ulteriormente riaperto, con tutta una serie di progetti in vari stadi di avanzamento, mirati a rinnovare questi antichi mezzi con l’uso delle tecnologie più recenti.

Si è lavorato molto per produrre aeronavi capaci di trasportare in maniera più ecologica ed economica carichi fino a 160 tonnellate di peso e di grandi dimensioni – come pezzi di ponte e piattaforme petrolifere.

Si studia la realizzazione di piattaforme di radiotrasmissione che integrino o sostituiscano i satelliti; si cerca di sfruttare la lunghissima autonomia di volo per prolungate missioni di ricognizione, sorveglianza o prospezione geologica.

Al momento però, il business più appetitoso (a parte forse quello pubblicitario) appare quello classico dei dirigibili: il trasporto di persone.
All’avanguardia in quest’ultimo campo un nome famoso: Zeppelin.

Con il discutibile nome di Zeppelin NT (Nuova Tecnologia) un nuovo dirigibile, da qualche tempo, solca i cieli tedeschi. Non si tratta di un mostro volante come erano i suoi famosi predecessori – solo 75 metri di lunghezza rispetto agli oltre 245 metri degli antenati degli anni ’30. Non si tratta nemmeno di una bomba atomica galleggiante: il pericolosissimo idrogeno è stato sostituito dall’elio, molto più inerte e molto più costoso (diciamo che ci sono discreti vini da tavola che, al litro, costano meno dell’elio…).

Fibre sintetiche, materiali compositi, processori digitali e motori turbo hanno radicalmente trasformato la tecnologia delle aeronavi. Così come le condizioni dei mercati ne hanno radicalmente cambiato il modello di business.

Finite le trasvolate oceaniche e i giri attorno al mondo per facoltosi passeggeri in condizioni di grande lusso, oggi si vendono brevi voli come (costose) attrazioni turistiche.
Sono due le società che operano questi aeromobili e, al momento, possiamo scegliere di volare sopra il lago di Costanza o sopra quello di Lucerna. Con la non proprio modica cifra di 250 Euro facciamo 40 minuti di volo, ma per un’esperienza più approfondita possiamo investire circa 700 Euro a testa e volare per un paio d’ore.

Nuove e più esotiche destinazioni dovrebbero essere presto disponibili; sempre a condizione che il più recente nato della fabbrica Zeppelin riesca a raggiungere il suo acquirente, la società giapponese Nippon Airship Corporation.

È infatti da quest’estate che cercano di consegnargli la macchina volante, che dovrebbe essere impiegata per giri turistici nipponici.
Hanno provato a consegnare a domicilio una prima volta, portando in volo lo Zeppelin dalla Germania al Giappone, approfittandone per fare tutta una serie di voli di propaganda in giro per l’Europa… ma la storica trasvolata si è dovuta arrestare in Finlandia.

Con tutta l’alta tecnologia e l’efficienza teutonica dell’azienda di dirigibili, a quanto pare nessuno era riuscito ad ottenere il permesso di sorvolo del territorio Russo.

Dopo un’attesa di un paio di settimane ad Helsinki, hanno girato i tacchi e sono tornati a casa; la faccenda pareva farsi davvero lunga e nessuno se la sentiva di affrontare col dirigibilino le insidie del sorvolo siberiano, durante la stagione invernale (già che siamo in tema di trasvolate, sorvoliamo anche sulla figuraccia che il ritorno ha comportato, dopo un cospicuo battage pubblicitario fatto in Giappone, celebrando il 75° anniversario della storica trasvolata dello Zeppelin originale verso il paese del Sol Levante).

Ci stanno riprovando via mare: impacchettato il tutto e caricato su di un banale mercantile in partenza da Gioia Tauro, dovrebbero essere finalmente in grado di effettuare la consegna a Kobe proprio in questi giorni.

Forse un giorno anche la nostra penisola avrà il suo dirigibile turistico – in fondo anche noi siamo messi piuttosto bene in fatto di laghi da sorvolare; secondo miei calcoli spannometrici, per acquistare uno Zeppelin e realizzare un minimo di infrastrutture (sempre che qualcuno ci impresti un aerodromo) ce la dovremmo cavare con meno di 15 milioni di euro.

Personalmente, non disponendo di tali mezzi e ritenendo un po’ salato il costo di 6 euro il minuto per un volo turistico, penso opterò per una soluzione più minimalistica, comprando online un mini – dirigibile da 70 dollari da far volare per casa.

Le batterie dei motori si ricaricano in pochi minuti, per la ricarica dell’Elio sono già d’accordo con il mio spacciatore di palloncini di fiducia, giù al parco dietro casa.

Se solo trovassi qualcuno a cui vendere gli spazi pubblicitari sul mio dirigibile indoor (sono un target attentissimo ai messaggi pubblicitari, lo giuro e garantisco anche per i miei cari), riuscirei probabilmente a coprire integralmente i costi della mia nave volante in pochi anni…

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