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Israele: vietate le antenne di telefonia mobile sul tetto delle abitazioni

09 Novembre 2007

Israele: vietate le antenne di telefonia mobile sul tetto delle abitazioni

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L’Unione Europea, per il momento, non ritiene opportuno adottare un provvedimento analogo

Già nel 2005 Israele aveva emanato una normativa sulle radiazioni non-ionizzanti, che avrebbe dovuto entrare in vigore all’inizio del 2007, ma che è poi rimasta lettera morta, non essendo stato adottato il relativo regolamento di attuazione. Ora Israele ha emanato una legge che vieta l’installazione di antenne di telefonia mobile sugli edifici destinati ad abitazione. Il provvedimento è stato adottato grazie ad un’intesa tra il Parlamento israeliano e il Ministro dell’Ambiente e degli Affari Interni, in applicazione del «principio di precauzione», che molte associazioni europee chiedono di seguire.

Gli operatori di telefonia mobile, dal canto loro, contestano questo provvedimento, anche in considerazione del fatto che le infrastrutture di telefonia mobile israeliane sono particolarmente dense e che un’importante parte del reddito del Paese deriva proprio dalle nuove tecnologie.

Gli operatori mettono inoltre in guardia sul fatto che questo divieto sortirà l’effetto contrario rispetto a quello cercato in quanto, per garantire il medesimo livello di servizio finora offerto, saranno costretti ad aumentare la potenza del segnale delle antenne già esistenti. Ciò anche in ragione del fatto che Israele si sta avvicinato alla rivoluzione dei servizi 3G. Sotto questo aspetto, la legge israeliana prevede comunque una procedura molto severa per il cambiamento della potenza delle antenne.

Oltre a ciò, molte amministrazione comunali hanno deciso di regolamentare anche l’installazione delle micro-antenne utilizzate, per esempio, per gli Hotspot Wi-Fi. Per queste antenne, che finora potevano essere installate senza autorizzazione, d’ora in poi dovrà essere chiesto il “permesso di costruire”, in modo che le autorità possano sorvegliare la loro espansione sul territorio.

La legge israeliana è stata invece ben accolta dalle numerose associazioni che reclamavano da tempo l’applicazione del «principio di precauzione».

L’Unione Europea non ritiene necessario intervenire in senso analogo a Israele. Ciò in quanto si attiene alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, in materia, ha stabilito che, al di sotto di una certa soglia, le radiazioni non hanno alcun effetto nocivo e perciò non occorre porvi alcun rimedio.

L'autore

  • Annarita Gili
    Annarita Gili è avvocato civilista. Dal 1995 si dedica allo studio e all’attività professionale relativamente a tutti i settori del Diritto Civile, tra cui il Diritto dell’Informatica, di Internet e delle Nuove tecnologie.

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