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La strana storia di Apple Newton

24 Settembre 1999

La strana storia di Apple Newton

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Dalle origini dei PDA al futuro dei tablet computer: Apple Newton, occasione mancata, progetto per il futuro.

“Ecco i pazzi, quelli che vedono le cose in maniera differente. Non hanno rispetto per le regole e per lo status. Puoi citarli a modello o essere contrario rispetto alle loro idee, glorificarli o demonizzarli. Ma l’unica cosa che non puoi far è ignorarli, perché loro cambiano le cose, spingono avanti la razza umana. Qualcuno puoi pensarli dei pazzi, noi amiamo vederli come geni. Perché sono coloro che sono abbastanza pazzi da pensare di poter cambiare il mondo con le cose che fanno”. Tratto da uno spot televisivo della campagna Think Different di Apple del 1998.

Proprio nel ’98 Apple Computer chiude definitivamente lo sviluppo e il supporto dei Newton; sempre nel 1998 Apple lancia i-Mac e la campagna promozionale Think Different.
Nel 1999, mese di agosto, Microsoft annuncia di volere creare un tablet computer portatile, senza tastiera da collegare senza fili ad Internet, molto simile al Newton.

La storia dell’informatica è piena di grandi avventure, di grandi invenzioni, di enormi flop economici; di errori, strategie sbagliate, prodigi tecnologici. La Apple, casa di geni dell’informatica, ci ha regalato delle meraviglie che hanno cambiato il nostro modo di interagire e di vivere con i computer. Ma ogni tanto ha commesso qualche grosso errore di strategia e di marketing. Raccontiamone una importante: quella del Newton.

Cupertino, California, sede storica di Apple Computer anno 1990. Nel campus della mela c’è fermento. Qualcosa di nuovo si muove. Un gruppo tra i migliori ricercatori di Apple stanno lavorando ad un nuovo stimolante progetto che dovrebbe produrre un nuovo e rivoluzionario computer che stia nella mano dell’utente, senza tastiera, su cui si possa scrivere direttamente. Qualcosa di folle per quei tempi, un progetto da visionari nato nel tardo 1987. La gestazione del Newton – il nome scelto fu quello del grande scienziato inglese noto per le sue scoperte e per la mela che gli cadde in testa – non fu semplice.

I problemi da risolvere non erano semplici. Uno dei più gravi era quello di “infilare” nel futuro oggetto un sistema di riconoscimento della scrittura efficace. Se ne occuparono il russo Stepan Pachikov e la sua società, la Paragraph, che si trovava nel centro di Mosca. I creatori dell’interfaccia grafica del Mac iniziarono a lavorare ad una interfaccia fra macchina ed utente che ancora oggi lascia stupiti per pulizia ed efficacia. Il 2 agosto del 1993, al Macworld Expo, il Newton venne presentato al pubblico.

Stava nella mano degli utilizzatori, aveva una penna, un display LCD su cui scrivere e leggere, connessioni varie esterne, la possibilità di salvare i dati su un normale PC o su un MAC. Il mercato rimase sconvolto dal prodotto. In 10 settimane se ne vendettero 50 mila. Il sistema di riconoscimento della scrittura era scarso, era meglio usare a video una tastiera su cui selezionare i tasti, ma il processo era laborioso e noioso. E costava circa 700 dollari.

Era caro, ma l’enorme ricerca fatta per costruirlo aveva avuto un costo ingente che doveva essere ricompensato. Un simpatico gingillo per dirigenti e yuppie rampanti o uno strumento insostituibilmente utile? Le cose migliorarono strada facendo. Apple mise in commercio nel ’94 e nel ’95 le versioni MP 100, 110, e 120, più potenti, più usabili. Nel frattempo stava decollando il mondo del software per Newton che metteva a disposizione degli utenti centinaia di software freeware o shareware. Il mercato si autoalimentava. Il prezzo continuava ad essere troppo alto e i volumi venduti non giustificavano economie di scala e prezzi in discesa.

Il management di Apple si rendeva conto che la strada diventava sempre più in salita nonostante esistesse uno zoccolo duro di utilizzatori felici per non dire entusiasti. La divisione Newton continuava a perdere denaro, ma il suo prodotto non aveva praticamente concorrenti.
La versione 120 venne venduta con Graffiti prodotto da Palm Computing, un programma per riconoscere la scrittura non attraverso il riconoscimento di frasi scritte a mano, ma attraverso singoli caratteri rappresentati simbolicamente. Graffiti funzionava come un gioiellino al confronto del più ambizioso sistema di riconoscimento originario del Newton.

Alla fine del 1995 Palm Computing viene venduta alla US Robotics che a sua volta nel 1997 sarà assorbita dalla 3Com. Nel 1996 inizia la produzione dei Pilot molto meno potenti (e cari) dei Newton. Il mercato iniziava a svegliarsi e ad allargarsi. Apple cerca di focalizzarsi anche per Newton su settori verticali. I Pilot non volevano sostituire l’uso dei computer da scrivania, ma integrarsi con questi come docili servitori. Le strategie di Apple erano di avere prodotti molto più complessi, potenti e cari.

Nel 1996 Apple mette sul mercato la versione 130, la prima con schermo retro illuminato, ma soprattutto con una nuova release del sistema operativo, la 2.0 in grado di risolvere molti problemi relativi al riconoscimento della scrittura, e di utilizzare il Newton orientandolo in orizzontale per lavorare. Ma il problema di far quadrare i conti si stava allargando a macchia d’olio in tutta Apple che stava faticando ad uscire da una profonda crisi economica e di identità. Ma La fabbrica di idee di Newton stava per produrre i suoi figli più maturi, purtroppo gli ultimi. Nel marzo 1997 esce l’MP 2000 un vero bolide, che sarà ancora migliorato con la versione 2100.

Il message pad 2000 era dotato, di serie, di agenda, blocco note, una rubrica per indirizzi e numeri di telefono, la possibilità di registrare annotazioni vocali, un programma per l’e-mail, un browser Web, un vero word processor e volendo, con 50 dollari in più, un foglio elettronico. Peccato che per comprare tutta questa meraviglia ci volessero 950 dollari. Ma aveva un’ottima grafica ed era velocissimo (160 Mhz). Parallelamente venne lanciato nel settore educational l’emate 300 che era stato dotato a sorpresa di tastiera, ma che rispettava la filosofia del Newton. Il mercato non tirava. Andavano invece come dei proiettili i nuovi modelli dei Pilot che costavano molto meno della metà.

Apple cercò di vendere la divisione senza riuscirci. Alla fine si decise a creare un’azienda autonoma, la Newton inc., con circa 130 dipendenti. Le idee non erano molto chiare nella testa dei dirigenti di Cupertino. Molti progettisti stavano nel frattempo emigrando alla Divisione PalmPilot di 3Com. Il ritorno a casa di Jobs sancì la fine dell’avventura che si chiuse ufficialmente il 27 febbraio 1997, quando annunciò la chiusura della divisione mandando su tutte le furie i circa 250 mila possessori di Newton al mondo che per un bel po’ sperarono ancora in qualche buona nuova, fino a rassegnarsi a costruire attraverso Internet una comunità virtuale molto vitale e compatta.

In pochi mesi i magazzini di Apple si vuotarono rapidamente degli ultimi pezzi disponibili per cui per trovare un Newton occorre rivolgersi al mercato dell’usato.
Se volete avere una idea della dimensione del mercato andate ad esempio a dare un’occhiata ad E-bay.

Nel frattempo il fenomeno dei PDA a basso prezzo sempre più accessoriati stava scoppiando nel mondo sempre più in rete grazie ai Pilot, i diversi modelli utilizzanti Windows CE e alla inglese Psion. Per Apple l’occasione era oramai perduta. E da poche ore alla Seybold Conference la Microsoft annuncia che progetta di creare un tablet computer molto simile al Newton, dotato di un riconoscimento della scrittura e di un riconoscimento vocale, in grado di spopolare nel sempre più ricco mercato dei PDA: Per Apple oltre al danno anche le beffe.

PS nell’inverno 1998 ero simpaticamente a cena con Ennio Martignago e Salvatore Romagnolo. Si parlava dei PDA, degli ultimi modelli. Alla fine chiesi a Ennio che, come avrete letto su Apogeonline, è una vera autorità in materia: “Ma che diavolo di macchina vale la pena di comprarsi?”. Mi rispose “Scegli quello che vuoi, ma i Newton sono un’altra cosa. Solo che non li si trova più in giro”. Stava parlando della serie 2000 con cui potete scrivere una relazione, giocare a scacchi, scaricare una pagina Internet. All’inizio non sono stato così fortunato da trovarne uno, ho comprato un MP 120 di seconda mano. Poi mi sono procurato un 2000: fantastico!

L'autore

  • Vittorio Pasteris
    Vittorio Pasteris è un giornalista italiano. Esperto di media, comunicazione, tecnologia e scienza, è stato organizzatore dei primi Barcamp italiani e collabora con il Festival del giornalismo di Perugia.

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