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“La Terra vista dal cosmo è fragile”: Chris Impey e il nostro futuro nello spazio

17 Aprile 2024

“La Terra vista dal cosmo è fragile”: Chris Impey e il nostro futuro nello spazio

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Inizieremo tra 25 anni con l’ascensore spaziale; ma dalla Luna. Seguiranno le colonie marziane, la vita sui satelliti del sistema solare esterno e…

Nascerà l’avvocato spaziale; ma anche l’astrobiologo

Apogeonline: Avremo prima una colonia marziana o l’ascensore spaziale? Perché?

Chris Impey: Avremo prima l’ascensore spaziale, ma sulla Luna più che sulla Terra. Sulla Luna faciliterà lo sviluppo dei programmi spaziali e del viaggio interstellare.

Direi nel giro di 20-25 anni. Una vera colonia su Marte chiederà più tempo perché per dispiegare l’infrastruttura necessaria serviranno mlte spedizioni. Forse 35-40 anni da oggi, e ci vorrà anche l’ascensore spaziale terrestre.

Come si evolverà l’umanità nello spazio? Come cambieranno corpi e menti delle persone destinate a trascorrere nello spazio molti anni, se non una vita intera?

L’evoluzione sarà lenta, in particolare per via della minore gravità (Marte e Luna) e la mancanza di agenti patogeni dovuta al filtraggio dell’aria. I colonizzatori spaziali conteranno sulla tecnologia e probabilmente ricorreranno a tecniche di bio-hacking a partire dalla manipolazione genetica. Una colonia spaziale di 100-200 persone, vitale ma isolata, sperimenterà un collo di bottiglia sulla popolazione e questo accelererà l’evoluzione fino a portare nel giro di pochi secoli a una versione ibrida della specie umana, con origine terrestre ma destinata alla vita nello spazio.

Leggi anche: Esplorazione spaziale: gli elementi per capire

Nel passato, gli astronomi dilettanti hanno portato contributi importanti al progresso dell’astronomia. Ora che cataloghiamo esopianeti, progettiamo lo sfruttamento minerario della fascia degli asteroidi e così via, c’è ancora spazio per persone appassionate di astronomia?

I dilettanti bene equipaggiati continueranno a scoprire cose nuove e contribuire alla ricerca astronomica. Le attività spaziali con finalità commerciale interesseranno lo spazio più vicino alla Terra e lasceranno agli appassionati abbondanza di universo ancora inesplorato.

Riusciremo a mettere a punto una tecnologia praticabile di migrazione spaziale prima che la Terra diventi inabitabile?

Certamente lo spero. La Terra diventerà naturalmente inabitabile tra centinaia di milioni di anni, per via dell’invecchiamento del Sole. Se noi distruggiamo l’ecosistema molto prima, non ci sarà modo di emigrare in grandi numeri presso una destinazione vicina, come un’orbita prossima alla Terra o Marte. Arrivare alle stelle più vicine richiede secoli e nuovi sistemi di propulsione, oltre all’animazione sospesa.

La ricerca di vita extraterrestre fuori dalla Terra è stata finora vana. Sono in programma missioni per cercare tracce di vita in luoghi come i satelliti Titano, Encelado o Europa, che possiedono grandi laghi sotterranei schermati dalla superficie da strati di ghiaccio e idrocarburi allo stato solido. Pensi che troveremo vita dentro il sistema solare, o dovremo puntare più lontano?

È plausibile che vi sia vita nel sistema solare, si trovi nel sottosuolo di Marte, dentro i laghi di Titano o sotto la calotta di ghiaccio di Europa. L’elenco dei candidati include un’altra mezza dozzina di satelliti oltre a quelli citati. Però si tratta di missioni che richiedono decenni per essere compiute e per questo ritengo che troveremo prima tracce di componenti essenziali alla vita sugli esopianeti simili alla Terra.

L’attenzione ai programmi spaziali porterà a modifiche dei percorsi di studio attuali? Quali lavori potrebbero trovarsi più appetibili e quali altri, invece, stentare?

Con il maturare dell’industria spaziale privata si apriranno grandi opportunità nell’ambito del diritto e della sorveglianza. L’astrobiologia, in termini di posti di lavoro e capitali investiti, crescerà molto più rapidamente dell’astronomia.

Mondi senza fine, di Chris Impey

Un resoconto all’avanguardia di ciò che sta alla base del progresso accelerato in atto nell’esplorazione dello spazio, di quello che ci aspetta e di ciò che potrebbe significare per il futuro e la salvezza dell’umanità.

Quali figure di scienziati, libri, film hanno maggiormente influenzato le tue decisioni professionali?

Carl Sagan è stato un’icona per la gran parte degli astronomi della mia generazione, così come la fantascienza classica di Arthur C. Clarke e Isaac Asimov. Anche il film 2001 è stato influente, con la sua grandiosa visione dello spazio quando seguivamo il programma Apollo e il viaggio nello spazio sembrava lontanissimo.

Qual è stato il momento a-ha! in cui hai deciso di scrivere un libro come questo?

La scoperta di Proxima Centauri B, un pianeta come la Terra, in prossimità della stella a noi più vicina. È stato chiaro a tutti che significava abbondanza di mondi abitabili nella galassia.

I progressi recenti sull’intelligenza artificiale ci aiuteranno nella ricerca o nell’esplorazione? La AI sarà capace di scovare esopianeti per nostro conto, o pilotare missioni che metterebbero in eccessivo pericolo la vita di un astronauta umano?

AI e machine learning hanno in questo momento un impatto positivo in tutti i campi della ricerca astronomica, comprese la ricerca di esopianeti e l’interpretazione dei dati del programma SETI. Nel prossimo futuro avremo AI in grado di pilotare navicelle spaziali in modo affidabile. Guideranno inoltre gli spostamenti dei rover su Marte e di sonde destinate al sistema solare esterno.

Guardare allo spazio dovrebbe cambiare il nostro punto di vista sulla Terra, il suo ambiente, i suoi rischi e le sue sfide? Lo spazio può insegnarci qualcosa sulla Terra?

Sì. Penso che la prospettiva cosmica della fragilità della Terra e la natura variabile dell’abitabilità del pianeta daranno impulso ai nostri sforzi di conservazione delle risorse e di vita più frugale.

Lo spazio ci insegna che la Terra non è particolarmente speciale o il migliore di tutti i mondi possibili. Ma è migliore di qualsiasi posto alternativo nell’universo più vicino.

Immagine di apertura originale della redazione di Apogeonline.

L'autore

  • Chris Impey
    Chris Impey è docente di Astronomia presso l'università dell'Arizona. Ha lavorato al leggendario California Institute of Technology e ha pubblicato numerosi articoli e libri di divulgazione. I suoi interessi di ricerca sono la cosmologia osservativa, il lensing gravitazionale, l'evoluzione e la struttura delle galassie.

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