[Pubblichiamo in versione italiana un articolo uscito in originale sotto il titolo di Do millennials have an impact on your B2B marketing?. Dell’autore è appena uscito per i tipi di Apogeo il libro L’arte del Marketing B2B.] Il tema dei millennial e del loro impatto sul marketing è molto popolare in ambito B2C e consumer, ma inizia a prendersi spazi anche quando si parla di B2B. I reparti di marketing B2B marketing dovrebbero adattare le proprie campagne per il gusto dei millennial? E in che modo? A che cosa dovrebbero guardare? Da dove si dovrebbe partire? Prima di addentrarci in argomento, guardiamo ai millennial come a un gruppo. La definizione ha margini incerti ma possiamo concentrarci sui nati tra 1985 e 2000, persone che oggi hanno tra 18 e 33 anni. Le statistiche dicono che rappresentano più del 40 percento della forza lavoro e, per il 2020, circa la metà.
Online e social
Alcune caratteristiche frequenti nei millennial – che di per sé potrebbero impattare sul marketing B2B – sono l’abitudine a stare online, l’uso dei social media, l’approccio alla condivisione delle informazioni, le percentuali di ascolto e risposta, l’approccio ad aziende e marchi, come condividono le informazioni il loro desiderio di co-creare e collaborare e la loro reazione al marketing outbound e inbound. Altre peculiarità di cui aziende e addetti marketing B2B dovrebbero essere consapevoli comprendono l’esigenza di accedere all’informazione che, se li si vedono come potenziali clienti, suggerisce di permettere loro di documentarsi con prontezza e completezza sulla nostra azienda e relativi prodotti. L’opacità in questo senso rischia di portare all’irrilevanza di un marchio per questa fascia di pubblico.
Collaborazione e co-creazione
Stando alle statistiche, i millennial sono online mediamente per 25 ore a settimana, il che consiglia di considerare un mix fortemente orientato verso la comunicazione online. È anche importante da considerare l’ampio utilizzo di apparecchi mobile. Da un punto di vista di marketing B2B, un sito responsive, se non nativo mobile, è un requisito di base; e le attività di marketing mobile dovrebbero costituire una componente consistente della comunicazione quando ci si misura con questo target demografico. In generale i millennial sono anche grandi collaboratori e amano la creazione congiunta, per cui è importante coinvolgerli con il feedback e sul miglioramento dell’offerta. Probabilmente Dell era in anticipo sui tempi quando, nel febbraio 2007, lanciò IdeaStorm: un canale online basato sulla community per il design di prodotti e servizi. Un’altra caratteristica chiave è la propensione alla condivisione dell’informazione. Un millennial non considera l’informazione come qualcosa per cui pagare, ovvero difficilmente reagirà bene di fronte a un paywall o a form lunghi e noiosi da compilare.
Il diagramma qui sopra deve indurre alla riflessione ma non preoccupare; è alta la probabilità di non dover trasformare radicalmente il proprio business e marketing per avere successo. Seguono sei ragioni…
- Social.
I social media e la vita online sono abitudini radicate nei millennial, ma anche in fasce sociali più ampie, anche se in modo meno profondo; è probabile che la nostra comunicazione si sia già spostata almeno parzialmente verso una comunicazione sui canali online. - Marketing online.
Social media a parte, il marketing nel suo complesso si è spostato significativamente sui canali online negli ultimi venti anni. La maggior parte del marketing B2B guarda già con grande attenzione a digitale e online. - Forza lavoro e unità decisionali.
Un’ampia percentuale di forza lavoro, oggi, non è millennial e di conseguenza il marketing deve guardare strategicamente a più gruppi di interesse: millennial, baby boomer, generazione Y. Più importante, fa parte del nostro target anche l’unità decisionale (decision making unit, DMU) delle aziende, che è decisivo raggiungere e non rientra necessariamente in una fascia demografica precisa. - Natura del marketing B2B.
Il marketing B2B è tipicamente più razionale e ricco di informazione. Il contenuto ha già bisogno di concentrarsi su informare e istruire, più che assumere toni aspirazionali o appellarsi all’emotività. - Marketing centrato sul cliente e guidato dalla profilazione.
Il marketing B2B efficace comincia con profili accurati dei clienti e dei compratori, per assicurarsi di captare esigenze, requisiti di comunicazione, necessità di contenuto e consumo dei media. Di fatto, per questa ragione il marketing B2B sta già probabilmente adattandosi per quella parte di acquirenti millennial che appartiene al mix.
Non è un segreto che molto marketing e decision making recente sia stato influenzato dai millennial; è comunque importante monitorare il mercato man mano che la quota di forza lavoro millennial cresce, visto che appunto rappresenterà entro breve la metà del totale.