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Della prosecuzione della funzione editoriale con altri mezzi

26 Ottobre 2012

Della prosecuzione della funzione editoriale con altri mezzi

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Forze editoriali che cambiano forma e campi d'azione, rumore da ridurre, operazioni aristocratiche, stereotipi dominanti, early adopter, creazione di spazi e altro ancora.

Scriveva Anil Dash (@anildash) lo scorso agosto qualcosa di più che mai attuale, con il titolo Non si può avviare la rivoluzione dal country club:

La costruzione di uno strumento social “riservato a noi geek” privilegia in modo permanente i pochi che attraversano la soglia per primi, il che significa assegnare un consistente vantaggio a gente che già parte avendone molti altri.

Il riferimento è a Svbtle, Branch, Medium (e App.net, caso a sé valido solo in minima parte per le mie considerazioni), piattaforme per creare, pubblicare e condividere contenuti lanciate negli ultimi mesi. Penso che sia interessante individuare alcuni tratti comuni. L’accesso a Svbtle, Branch e Medium è a invito. Branch e Medium non offrono supporto per i feed RSS (stessa cosa fatta da Twitter con la versione 1.1 della sua interfaccia di programmazione, e le tre compagnie fanno capo alla stessa società, The Obvious Corporation).

Il processo che sembra essere in atto si può riassumere in due parole: selezione e esclusione. Su Buzzfeed Benjamin Jackson (@benjaminjackson) riassume in questo modo i risultati di uno studio sulla composizione demografica di Svbtle, App.net e Medium:

I dati che abbiamo raccolto non fanno alcunché per smentire lo stereotipo dell’industria tecnologica dominata dal maschio bianco. Al massimo confermano il nostro sospetto che gli “early adopter” […] siano spesso […] personaggi autorevoli di stanza attorno a New York e alla Bay Area.

Assistiamo (e sto constatando, non c’è un giudizio di valore) all’affermazione di un’élite. Élite culturale – nel senso più ampio del termine – formata da un gruppo relativamente ristretto di persone che ha costruito il mondo (online) in cui esistiamo, è in grado di modificarlo, di espanderlo, ne conosce i linguaggi (da leggere, sul codice come nuovo standard di alfabetizzazione, questo articolo di The National), ne influenza le convenzioni estetiche, economiche e sociali.

Il legame con l’editoria è più forte di quanto si possa pensare. Di nuovo – come nel caso di GitHub – si tratta di un accrescimento (o di uno spostamento) semantico della funzione editore. Curare i contenuti significa anche selezionare chi produce – verrebbe da dire: chi è autorizzato a produrre – i contenuti. In un contesto di questo tipo è quasi scontato andare non solo oltre il libro, ma anche oltre gli ebook, prodotti ibridi, inevitabilmente legati all’editoria come siamo (stati) abituati a intenderla.

La creazione di nuovi ambienti – nuovi spazi culturali – sembra rispondere all’esigenza di ridurre il rumore e esercitare controllo: un insieme di voci autorevoli e rispettate – di autori – una veste grafica curata e coerente, toni e argomenti omogenei e consistenti. Alcuni possono intervenire, altri devono limitarsi a leggere. I commenti pubblici – tratto saliente del web 2.0 – vengono sostituiti da punteggi di qualità. L’assenza di feed obbliga a accedere continuamente alla piattaforma per restare aggiornati sugli ultimi sviluppi. L’operazione è squisitamente editoriale; aristocratica, viene da dire. Riflette nei modi la costruzione di una collana tematica di qualità. Nel suo desiderio di coerenza, riduce il confronto, rinuncia volontariamente all’imprevedibilità del web, pur rimandendo nel web.

Spero sia di conforto ad alcuni scoprire finalmente che certe strutture si generano per necessità e che l’editoria non è affatto morta, né può morire. Al contrario, le sue caratteristiche fondamentali – quelle più rimpiante da molti intellettuali – sembrano godere di ottima salute.

L'autore

  • Ivan Rachieli
    Ivan Rachieli, 30 anni, laurea in letteratura russa, master in editoria. Ha lavorato in GeMS con gli ebook, e in ZephirWorks con le applicazioni web. Un giorno mollerà tutto e se ne andrà sul lago Bajkal, per dedicarsi finalmente alle cose serie, come ad esempio la caccia col falcone. Se avete voglia di conoscerlo meglio, potete fare due chiacchiere con lui su Twitter @iscarlets o leggere il suo blog.

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