Innovazione contro esperienza
La finanza esiste come settore da oltre 500 anni e numerose istituzioni si sono concentrate sulla conformità e sulla gestione dei rischi a partire dall’ultima grande crisi, limitandosi a investire nei loro sistemi legacy per mantenerli funzionanti e ignorando le innovazioni.
Negli ultimi tre anni abbiamo però assistito a un cambiamento percepibile, dato che le migliori istituzioni finanziarie hanno compreso di dover lavorare assieme alle startup più promettenti per portare con maggiore velocità ai propri clienti prodotti e servizi migliori.
Dove si va con le crittovalute
Il settore di crittovalute e token, nonostante le accuse di volatilità, le intemperanze di Elon Musk che crea o brucia miliardi con un tweet e l’ostilità di alcuni soggetti di grande dimensione, come la Cina e alcune grandi banche globali, è qui per restare e avrà il suo ruolo nel futuro di investimenti e pagamenti.
È certo che regole e vincoli continueranno ad aumentare, ma crescita e innovazione nell’area del business decentralizzato non si fermeranno. La crescita, oltre che la regolamentazione, delle Central Bank Digital Currency (CBDC) e delle Stablecoin fa fiorire questo segmento. Aggiungiamo i nuovi mercati in crescita della Decentralised Finance (DeFi) e il risultato è che sempre più fondi e società alimenteranno il mercato crypto. Il loro segreto? La fede che fondatori e follower mantengono in questa tecnologia.
C’è chi avanza il dubbio che siano troppe; la verità è che le crittovalute sono come qualunque altro asset, con possibilità infinite di espansione. Si trovano ancora nella loro infanzia e ciascuna ha i propri seguaci. Dove qualcuno nutre un sogno può nascere una nuova crittovaluta. Non c’è un limite.
Ovviamente è Bitcoin a fare notizia, ma può essere interessante individuare una crittovaluta alternativa su cui scommettere. Non è facile però predire quale sarà il prossimo Bitcoin. Alcune crittovalute vengono bene considerate dai capitali, ma si tratta appunto di scommesse.
Va detto che le prossime iniziative in questo ambito saranno non tanto valute vere e proprie quanto Stablecoin e CDBC, non investimenti ma mezzi di scambio oppure token di pagamento con un valore fisso. Questi prodotti hanno un campo di utilizzo assai maggiore e non si prestano a investimenti o scommesse. Magari il prossimo Bitcoin sarà una Stablecoin/CBDC della Bank of England che riceverà supporto universale.
Da Libra a Diem
Con l’annuncio di Libra, Facebook ha dato vita all’impegno più concertato mai visto da parte dei regolatori negli Stati Uniti per chiudere le stablecoin. Ha preoccupato le banche centrali al punto che Regno Unito ed Europa hanno proposto leggi per complicarne il lancio e per regolare il progetto con vincoli paragonabili a quelli di una banca.
Il risultato è che Libra è già stata riprogettata altre tre volte da quando è uscito il suo whitepaper originale, ma l’attuale progetto Diem riguarda una stablecoin basta sul dollaro. Quando arriverà davvero, saranno operative talmente tante regole e CBDC che sarà difficile ottenere un decimo degli obiettivi iniziali. Questo dispiace perché il concetto era straordinario, ma pesantemente penalizzato dal non essersi incontrati prima con i regolatori di tutto il mondo per ricevere una preapprovazione del concetto.
C’è chi usa i pagamenti come mezzo per avere i dati
Apple Pay e Google Pay hanno già fatto molta strada nel mercato dei pagamenti. Sono molto utili e capaci di integrarsi facilmente nell’infrastruttura finanziaria attuale. Amazon ha le proprie soluzioni di pagamento 1-click e Facebook è al lavoro su Diem.
La chiave, per tutti, non è il pagamento, bensì i dati che gli stanno dietro. I dati sono la prossima frontiera dei servizi finanziari e queste società lo capiscono meglio di chiunque altro.
Il problema per una tecnologia senza confini riguarda…
…le frontiere nazionali. La tecnologia è globale e interoperabile, ma i servizi finanziari non lo sono; questo è il punto di attrito principale per i pagamenti attraverso un confine. La rivoluzione di blockchain/Bitcoin ha cercato di offrire una soluzione, ma mai velocemente a sufficienza. Ecco perché ferve il lavoro su progetti di messa a punto di una qualche soluzione cui chiunque possa aderire in modo sicuro, conforme, finanziariamente stabile, sotto la vigilanza di uno o più Stati sovrani.
Il posto della PayTech e il ruolo di un libro
Il settore FinTech è in fase di boom globale e rivoluziona i servizi finanziari con la fornitura di prodotti migliori e più personalizzati a costi minori. Detti prodotti sono più accessibili per i clienti singoli e rappresentano migliori soluzioni istituzionali per banche, società di assicurazioni, gestori di asset, banche private eccetera.
La parola FinTech contiene numerosi sottoinsiemi verticali come WealthTech, InsurTech e PayTech; l’innovazione nei pagamenti è in effetti uno dei segmenti FinTech più grandi, per via della forte domanda di sistemi di pagamento adatti al mobile, finanziariamente inclusivi, più veloci e di minor costo, sia per gli individui che per le aziende. Il manuale della PayTech esamina queste tendenze in modo dettagliato.
Un libro in crowdsourcing
Il manuale della PayTech è il primo libro realizzato in crowdsourcing sulle tecnologie di pagamento e i nuovi modelli di business nel settore dei pagamenti globali. Abbiamo riunito imprenditori, investitori ed esperti di PayTech perché condividessero le proprie visioni ed esperienze su pagamenti, infrastrutture di sistemi di pagamento, regole, impatto di nuove tecnologie come blockchain/DLT e intelligenza artificiale, oltre a portare casi di studio e proiezioni sul futuro dell’innovazione nei pagamenti. Il libro è stato co-editato da un team di quattro specialisti riconosciuti di FinTech e PayTech, con decenni di esperienza nel mercato.
Gli oltre 200 mila professionisti finanziari della rete globale FinTech Circle ci hanno infine aiutato a radunare i migliori esperti di pagamenti del pianeta e ricevere il loro know-how e la loro visione sul futuro di questo mercato interessante.
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